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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.04.2009 La Svezia difende Williamson e la sua 'libertà d'opinione'. Anche se ha negato la Shoah
Dopo la partita di tennis a porte chiuse a Malmoe, un altro triste segnale dall'Emirato di Svezia

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 aprile 2009
Pagina: 19
Autore: Danilo Taino
Titolo: «'Libertà d’opinione per Williamson'. Svezia contro Berlino»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/04/2009, a pag. 19, la cronaca di Danilo Taino dal titolo " 'Libertà d’opinione per Williamson'. Svezia contro Berlino". Un altro segnale dall'Emirato di Svezia.

BERLINO — È l’Olocausto un crimine così enorme da giu­stificare una limitazione del di­ritto di opinione in chi lo nega? La discussione ha preso ieri una nuova forma ed è diventa­ta una disputa tra la Germania, che risponde sì, e la Svezia, che risponde no. Meglio: tra i due sistemi giuridici. Al cuore della vicenda, ancora il vescovo le­febvriano Richard Williamson, quello che in gennaio sostenne che nelle camere a gas naziste non era morto nessuno, in un’intervista che provocò una crisi tra il Vaticano e la comuni­tà ebraica, riverberò all’interno della stessa Chiesa e vide un in­tervento di Angela Merkel criti­co verso il Papa.
Williamson, uno dei vescovi della Società di San Pio X riabi­litato da Benedetto XVI, aveva dato un’intervista a una televi­sione svedese nella quale ave­va sostenuto che la cifra di sei milioni di ebrei uccisi nei cam­pi di concentramento del regi­me di Hitler era falsa: a suo pa­rere i morti erano stati 300 mi­la. «Non ci fu un ebreo ucciso
nelle camere a gas — aveva ag­giunto —. Furono tutte bugie, bugie, bugie». L’intervista fu re­alizzata in Germania, quindi un pubblico ministero di Rati­sbona, nel Sud del Paese, ha aperto un’indagine prelimina­re, dal momento che negare l’Olocausto è un reato che le leggi tedesche puniscono con il carcere. Nei giorni scorsi, ha chiesto alle autorità svedesi l’autorizzazione a interrogare, come testimone, il giornalista che condusse l’intervista. Gli ha risposto il Cancelliere di Giu­stizia di Stoccolma, Göran Lam­bertz, il giudice che si occupa delle questioni di libertà d’espressione: con un risonan­te no.
Nel merito, Lambertz ha spiegato che Williamson non ha commesso alcun reato in Svezia, ragione per la quale il suo diritto di opinione non può essere limitato. Ma il giudi­ce è andato oltre. In Svezia, ha chiarito, «coloro che sono inter­vistati in televisione godono della piena libertà di espressio­ne, con molte poche eccezioni che sono irrilevanti in questo caso». Di più. «A un giornalista svedese, l’idea che gli intervi­stati possano essere ritenuti re­sponsabili delle opinioni che esprimono è un concetto estra­neo — ha aggiunto —. È anche inimmaginabile che il giornali­sta stesso testimoni (su basi non volontarie,
ndr) su ciò che ha detto o fatto».

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