Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La Svezia difende Williamson e la sua 'libertà d'opinione'. Anche se ha negato la Shoah Dopo la partita di tennis a porte chiuse a Malmoe, un altro triste segnale dall'Emirato di Svezia
Testata: Corriere della Sera Data: 10 aprile 2009 Pagina: 19 Autore: Danilo Taino Titolo: «'Libertà d’opinione per Williamson'. Svezia contro Berlino»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/04/2009, a pag. 19, la cronaca di Danilo Taino dal titolo " 'Libertà d’opinione per Williamson'. Svezia contro Berlino". Un altro segnale dall'Emirato di Svezia.
BERLINO — È l’Olocausto un crimine così enorme da giustificare una limitazione del diritto di opinione in chi lo nega? La discussione ha preso ieri una nuova forma ed è diventata una disputa tra la Germania, che risponde sì, e la Svezia, che risponde no. Meglio: tra i due sistemi giuridici. Al cuore della vicenda, ancora il vescovo lefebvriano Richard Williamson, quello che in gennaio sostenne che nelle camere a gas naziste non era morto nessuno, in un’intervista che provocò una crisi tra il Vaticano e la comunità ebraica, riverberò all’interno della stessa Chiesa e vide un intervento di Angela Merkel critico verso il Papa. Williamson, uno dei vescovi della Società di San Pio X riabilitato da Benedetto XVI, aveva dato un’intervista a una televisione svedese nella quale aveva sostenuto che la cifra di sei milioni di ebrei uccisi nei campi di concentramento del regime di Hitler era falsa: a suo parere i morti erano stati 300 mila. «Non ci fu un ebreo ucciso nelle camere a gas — aveva aggiunto —. Furono tutte bugie, bugie, bugie». L’intervista fu realizzata in Germania, quindi un pubblico ministero di Ratisbona, nel Sud del Paese, ha aperto un’indagine preliminare, dal momento che negare l’Olocausto è un reato che le leggi tedesche puniscono con il carcere. Nei giorni scorsi, ha chiesto alle autorità svedesi l’autorizzazione a interrogare, come testimone, il giornalista che condusse l’intervista. Gli ha risposto il Cancelliere di Giustizia di Stoccolma, Göran Lambertz, il giudice che si occupa delle questioni di libertà d’espressione: con un risonante no. Nel merito, Lambertz ha spiegato che Williamson non ha commesso alcun reato in Svezia, ragione per la quale il suo diritto di opinione non può essere limitato. Ma il giudice è andato oltre. In Svezia, ha chiarito, «coloro che sono intervistati in televisione godono della piena libertà di espressione, con molte poche eccezioni che sono irrilevanti in questo caso». Di più. «A un giornalista svedese, l’idea che gli intervistati possano essere ritenuti responsabili delle opinioni che esprimono è un concetto estraneo — ha aggiunto —. È anche inimmaginabile che il giornalista stesso testimoni (su basi non volontarie,ndr) su ciò che ha detto o fatto».
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