Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Oggi Algeria al voto. Il risultato è scontato. L'analisi di Carlo Panella
Testata: Il Foglio Data: 09 aprile 2009 Pagina: 4 Autore: Carlo Panella Titolo: «Modello Algeri»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 09/04/2009, a pag. 4, l'analisi di Carlo Panella dal titolo " Modello Algeri " sulle elezioni in Algeria e sul loro risultato scontato (la vittoria dell'attuale presidente/dittatore Abdelaziz Bouteflika).
Roma. L’unica sorpresa che possono dare le urne algerine è la percentuale dei votanti, che nel 2004 fu soltanto del 55 per cento. Il risultato è invece scontato e Abdelaziz Bouteflika sarà eletto, per la terza volta, presidente. E’ il sigillo di un potere semidittatoriale, a copertura di un controllo del paese basato essenzialmente sulle trame dei servizi segreti, che Bouteflika intende ora prorogare per altri cinque anni. Nemmeno uno degli obiettivi che Bouteflika ha promesso di conseguire nel corso dei due precedenti mandati è stato raggiunto. La crisi economica è sempre gravissima (cinque milioni di algerini vivono in povertà assoluta); la graduale sostituzione del petrolio – che entro il 2020 dimezzerà i proventi – con lo sviluppo dell’industria e del turismo non è stata neanche avviata; il terrorismo non è stato espugnato, ma soltanto contenuto in una ormai cronica dimensione diquattro-cinquecento morti l’anno (vicina a quella dell’Iraq di oggi). La questione della Cabilia è sempre più grave e i berberi cabili continuano a lottare per le loro pur blandissime richieste di autonomia. Neanche la promessa di un miglioramento del codice di famiglia dettato dagli ulema è stata mantenuta e le donne algerine per sposarsi – di fatto – devono ancora essere autorizzate dai maschi. Quanto a democrazia, il quotidiano Le Monde denuncia in continuazione la sistematica persecuzione di giornalisti, il loro arresto, la loro condanna. Una legge di due anni fa spiega l’essenza autoritaria su cui si regge il regime di Bouteflika in un matrimonio blasfemo tra il laici del Fronte nazionale di liberazione (Fnl) e il fondamentalismo: dal 2006 chiunque tenti di convertire un islamico è condannato a due anni di prigione. Bouteflika regna grazie alla cooptazione del fondamentalismo islamico nello stato e nelle sue leggi. Ha creato un “recinto” di democrazia, ristretto ai salafiti che hanno abbandonato la logica del jihad che portò alla guerra civile del 1992- 98, ad alcuni intellettuali laici che sono veementemente accusati in Francia di reprimere il dissenso – come il ministro della Cultura Khalida Toumi – e il tutto si regge sulla potenza e sulla penetrazione nella vita del paese dei servizi segreti. E’ un modello classico di autoritarismo islamico, democrazia ristretta a una piccola cerchia sociale, rifiuto di ogni concessione di autonomia alle minoranze, incapacità totale di sviluppo economico e, soprattutto, una minima base di consenso popolare, retta dai profitti del petrolio e dall’abbandono di ogni prospettiva laica con continue concessioni alla sharia più retriva.
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