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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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La Comunità Armena ringrazia Volli 26/03/2009

Spettabile Redazione,

vi preghiamo di trasmettere al sig. Volli il nostro più sentito ringraziamento per il suo pregevole articolo del 23 marzo nel quale censura nettamente un precedente pezzo di Danielle  Sussmann.

Condividiamo pienamente il suo intervento, in particolare nell’introduzione laddove scrive che tutti (e nella fattispecie gli ebrei ed i loro amici) debbono essere profondamente  impegnati a testimoniare e lottare perché non si ripeta non solo la Shoà ma anche qualunque genocidio.

Ebbe ad affermare  Gad Lerner (intervista nel 2003)  che “il massacro del popolo armeno è stato il primo, atroce genocidio del ventesimo secolo. E purtroppo anche il meglio riuscito: quel popolo è stato trucidato e disperso ma – a differenza di quanto avvenuto con lo sterminio degli ebrei – il mondo non ne conserva memoria”.

Ora, ad alcuni anni di distanza da quell’intervento, possiamo dire che fortunatamente le cosa stanno cambiando. Il genocidio armeno non è più relegato negli archivi bui della storia dove cercavano di nasconderlo i carnefici del 1915, ma il diritto alla Memoria del popolo armeno riesce a conquistare sempre più vasti settori della società civile.

Ciò si deve a tanti fattori; non da ultimo anche ad interventi eticamente ineccepibili come quello di Volli.

Siamo  sempre stati contrari ad ogni negazionismo giacché esso è l’alibi per una successiva pulizia etnica, per un nuovo genocidio per un altro olocausto.

Fu proprio il giurista ebreo polacco Raphael Lemkin, ispirandosi anche alla strage degli armeni, a coniare il termine “genocidio” ed a porre le basi per un nuovo diritto internazionale (Convenzione Onu) che condannasse inequivocabilmente ogni atto genocidiario.

Insieme, occorre sconfiggere ogni tentativo di giustificare, di nascondere, di cercare attenuanti.

Con i nostri migliori saluti


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