Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Sventolare una bandiera israeliana in Israele è diventato sinonimo di razzismo In un lancio ANSA e in un articolo di Francesco Battistini
Testata:Corriere della Sera - ANSA Autore: Francesco Battistini Titolo: «La sfida degli ultrà ebrei nella roccaforte araba»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/03/2009, a pag. 13, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " La sfida degli ultrà ebrei nella roccaforte araba " e un lancio ANSA del 24/03/2009. Ecco gli articoli preceduti dalla nostra critica:
ANSA riporta le affermazioni del sindaco di il quale dichiara che gli estremisti e le loro provocazioni non avranno accesso alla città. Le provocazioni di cui si parla consistono semplicemente nella richiesta di fedeltà allo Stato e nello sventolare la bandiera israeliana. L'articolo del CORRIERE della SERA ricalca l linea del lancio ANSA . Noi ci chiediano: davvero sventolare in Israele una bandiera israeliana equivale a essere razzisti nei confronti della minoranza araba?
CORRIERE della SERA - Francesco Battistini : " La sfida degli ultrà ebrei nella roccaforte araba "
UMM AL-FAHM (Israele)— Una volta ci saliva Yoko Ono, per queste stradine, per le moschee di Umm al-Fahm, e veniva a portare il verbo pacifista e ad aprire mostre sull'«equilibrio di due mondi che devono incontrarsi». Una volta. All'alba di ieri mattina, dieci anni dopo, quei due mondi si sono incontrati. Da una parte un centinaio dell'estrema destra israeliana, arrivati in pullman a manifestare «il diritto d'essere israeliani» anche nella più araba delle città d'Israele. Dall'altra, diverse centinaia dei movimenti islamici più duri, che peraltro israeliani lo sono, decisi a bloccare il corteo. Bandiere biancazzurre di qua, fionde di là. In mezzo, tremila poliziotti con l'ordine di «garantire la democrazia». E' finita come si sapeva e i segni si vedono ancora, a metà pomeriggio: vetrine sbriciolate, una Nissan annerita come un cadavere, un bel lavoro per gli spazzini di domani. Un'ora di guerriglia urbana, una trentina di feriti, odio e lacrimogeni, scene da intifada. Con una sola certezza, condivisa allo stesso modo dagli estremisti con la Stella di David e dai fanatici con la kefiah: gli scontri di Umm al-Fahm sono l'assaggio del governo che sarà. «Mostrate fedeltà a Israele! ». Lo slogan che i cento sono venuti a gridare, non lascia dubbi: è proprio quello che Avigdor Lieberman, ministro degli Esteri in pectore, chiede al milione e duecentomila arabi di questo Paese, a quel venti per cento della popolazione che discende dai palestinesi del 1948 e ha passaporto israeliano, eppure vive (l'ha riconosciuto la Corte Suprema) un'evidente ingiustizia sociale nel mondo del lavoro, nelle scuole, nella distribuzione del reddito. La manifestazione d'Yisrael Beiteinu — organizzata a dicembre, rinviata più volte in attesa del via libera della stessa Corte Suprema, alla fine autorizzata dalla polizia — è guidata dal leader dei coloni Baruch Marzel, dall'ultrà Itamar Ben-Gvir e dal deputato Michael Ben Ari. Pacifica negli strumenti, meno nelle parole: «L'unica arma che abbiamo portato è la bandiera. Siamo venuti a dire che Israele è uno Stato ebraico e a dimostrare la nostra fedeltà anche qui, a Umm al-Fahm, che è terra d'Israele. Chiunque mostri fedeltà a questa bandiera, è il benvenuto. Gli altri se ne devono andare». Gli altri in realtà sono lì ad aspettarli. Perché il manipolo è atteso (e già a febbraio, giorno del voto, s'era sfiorata la guerra civile quando un uomo della destra estrema era stato nominato presidente di seggio e alla fine se n'era dovuto andare, assediato dagli arabi furiosi). Il sindaco della città, Sheikh Khaled Hamadan, che ha proclamato un giorno di sciopero, dice che «gli ebrei sono i benvenuti, ma i razzisti no» ed «è venuto il momento di fare scudo», perché «questa non è una semplice provocazione: è il primo tentativo, vogliono dirci che questa terra non è più nostra». Gli scontri cominciano quando il pullman tenta di passare e i picchetti arabi tentano di fermarlo. Spuntano i passamontagna, i lanciasassi, qualche molotov. Restano feriti anche il vicesindaco e un deputato israeliano della sinistra Meretz. Ma restano soprattutto i segni di questo scontro, d'israeliani contro israeliani: «La partecipazione di Barak a questo governo di destra non può che peggiorare le cose — prevede Jamal Zahalka, uno dei pochi deputati arabi alla Knesset —. E' la legittimazione internazionale che Lieberman aspettava: con la sinistra alleata, la destra potrà fare cose che altrimenti il mondo non le permetterebbe. Non mi meraviglio: la sinistra s'è sporcata le mani di sangue né più, né meno della destra. Chi ha bombardato Gaza? Barak». Zahalka si sente in prima linea: lui e i suoi colleghi sono stati definiti da Lieberman «la quinta colonna» del terrorismo palestinese... «C'è una campagna in atto, contro gli arabi d'Israele. Abbiamo sempre rispettato le leggi, stiamo in Parlamento, eppure vogliono farci sentire il peso della nostra identità, chiamandoci "traditori". E' una scusa, per non riconoscere i nostri diritti e intanto occupare altri Territori. Noi diciamo che questo dev'essere uno Stato per tutti, non solo per gli ebrei. Qui invece si sta tornando a prima di Oslo. A quando ci vergognavamo perfino d'esistere».
ANSA - " Mo: polizia d'Israele mobilitata "
» 2009-03-24 09:37
Mo: polizia Israele mobilitata
Per manifestazione estremisti destra in citta' araba
(ANSA) - TEL AVIV, 24 MAR - Polizia israeliana mobilitata per la manifestazione di estremisti ebrei di destra a Um el-Fahem, citta' araba nel nord di Israele. Tremila agenti sono dislocati nelle vicinanze di Um el-Fahem, gli estremisti hanno avuto il permesso di sfilare dalla Corte Suprema di Gerusalemme. Il municipio di Um el-Fahem ha ribadito che mentre gli ebrei sono i benvenuti in citta', 'gli estremisti che vengono solo per compiere una provocazione e non potranno avere accesso'.
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