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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Manifesto - L'Unità Rassegna Stampa
17.03.2009 Michelangelo Cocco crede che Durban II non sia antisemita
All'Unità non interessa nemmeno verificarlo

Testata:Il Manifesto - L'Unità
Autore: Michelangelo Cocco
Titolo: «L’Ue: la nostra bozza o boicotteremo il forum - Summit di Durban sul razzismo. La UE sfida l'Onu»

L'UE è per il radicale cambiamento della bozza di Durban II. Tutti i quotidiani riportano la notizia commentandola positivamente tranne due.
Il MANIFESTO arriva a sostenere, nel pezzo di Michelangelo Cocco, che la bozza di Durban II non contiene elementi antisemiti, ma semplici critiche allo Stato di Israele e alla sua politica... Incredibile ma vero. 
Cocco, inoltre, accusa Israele del massacro di 1300 palestinesi a Gaza  (gli israeliani morti per mano di Hamas non hanno nè numero nè volto). Come al solito, per il MANIFESTO, è questione di numeri: nell'operazione Piombo Fuso sono morti più palestinesi, quindi è Israele ad avere torto e poco importa se il vero responsabile è Hamas (che ha usato i civili come scudi umani e si propone la distruzione di Israele).
L'UNITA', invece, non si sbilancia nè contro nè a favore. Anzi, relega la notizia in una breve, come se si trattasse di un avvenimento di poco conto. . Ecco gli articoli:

Il MANIFESTO -  Michelangelo Cocco : " L’Ue: la nostra bozza o boicotteremo il forum "

Una nuova bozza, per mettere fuori gioco quella tacciata di «antisemitismo » dal ministro degli esteri Franco Frattini. E un aut aut: o come base di discussione per «Durban II» verrà adottato il nostro testo, o l’Unione europea si ritirerà in blocco dalla conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo in programma a Ginevra dal 20 al 24 aprile prossimi. È stato il capo della diplomazia italiana - che già il 5 marzo scorso aveva, prematuramente, annunciato i forfait di Olanda, Francia, Belgio e Danimarca - a dettare ieri pomeriggio alle agenzie di stampa la linea dell’Europa. Da Bruxelles, a margine della riunione dei ministri degli esteri del Vecchio continente, Frattini ha spiegato che «i colleghi Ue hanno concordato su quel testo, e se diverrà il testo negoziale della conferenza, l’Italia sarà pronta a rientrare » nei preparativi dell’incontro. Il capo della Farnesina ha aggiunto di non essere «né sicuro né ottimista», ma si è detto soddisfatto che «il gesto dell’Italia è quello che più ha smosso le torbide acque del negoziato ». Frattini ha sottolineato che, oltre all’Italia, alcuni paesi come la Danimarca, l’Olanda, l’Estonia, la Polonia e la Germania hanno detto che se non passerà il nuovo testo come base negoziale, «si ritireranno prima della conferenza di Ginevra. Per loro è questa la red line europea». L’uscita di scena dei 27, dopo quella già annunciata di Israele, Stati Uniti, Canada e Italia, decreterebbe il fallimento dell’appuntamento, che da forum internazionale verrebbe di fatto degradato a consesso per i soli paesi «del sud del mondo». Messa a punto dall’Aja, la nuova bozza - riferiscono fonti diplomatiche da Bruxelles - si articola in una ventina di paragrafi invece dei 250 di quello contestata e non contiene le pesanti critiche espresse nei confronti delle politiche dello Stato ebraico e della colonizzazione dei territori palestinesi occupati da Tel Aviv dal 1967. A confermare le dichiarazioni di Frattini, il ministro degli esteri ceco Karel Schwarzenberg, presidente di turno dell’Ue: «Probabilmente invieremo ora le proposte dell’Unione Europea. Se la conferenza sarà in conformità con ciò, resteremo, altrimenti vi sono appelli molto fermi a ritirarci». Tra i paesi che lo hanno chiesto figura la Germania, che si è appellata al ritiro dell’Ue se non saranno modificati questi documenti. In effetti, ha detto anche il capo della diplomazia tedesca Frank-Walter Steinmeier, gli ultimi sviluppi «suggeriscono che non si tratta semplicemente di razzismo, ma la conferenza potrebbe essere deviata per assumere prese di posizioni parziali sul conflitto in Medio Oriente o per condannare posizioni europee o americane sul mondo arabo-musulmano». Anche l’Associated press ieri sera spiegava che il boicottaggio dell’Ue potrà rientrare solo se «le nazioni musulmane smetteranno di provare a criticare fortemente Israele». L’Unione europea, che non ha mai avuto una politica estera comune e che stenta a trovare un accordo perfino sumisure d’emergenza con cui provare ad arginare la crisi economica internazionale, sembrerebbe trovarsi compatta in difesa d’Israele a poche settimane dai massacri di «Piombo fuso», l’operazione militare israeliana che ha causato la morte di oltre 1.300 palestinesi nella Striscia di Gaza. La prima bozza della conferenza (presieduta dalla Libia e copresieduta da Cuba e Iran) contiene pesanti attacchi a Israele i cui toni sembrano quelli di un’arringa di un pubblico ministero piuttosto che di una conferenza internazionale delle Nazioni Unite. Ma non c’è traccia di antisemitismo. Vi si legge che la politica israeliana nei territori palestinesi occupati rappresenta una «una violazione dei diritti umani, un crimine contro l’umanità e una forma contemporanea di apartheid ». E ancora che le politiche israeliane costituiscono «una seria minaccia per la pace e la sicurezza internazionale e violano i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario ». Poi il passaggio più controverso, quello che accusa Israele di «discriminazione razziale nei confronti del popolo palestinese come dei siriani nel Golan occupato e altri abitanti dei Territori arabi occupati». Nella frase «altri abitanti dei Territori arabi occupati» si è ravvisato l’intento di delegittimare Israele in quanto Stato ebraico (dove però vivono oltre un milione di cittadini arabi e che, oltre ai territori palestinesi e al Golan, occupa anche le Fattorie di Sheeba in Libano). Insomma mentre non viene riproposta l’equiparazione tra razzismo e sionismo comparsa alla prima conferenza di Durban del 2001, restano critiche pesantissime alle politiche israeliane. Ma prima e durante l’Operazione «Piombo fuso», la propaganda di Tel Aviv ha riproposto più forte che mai - grazie ai suoi ambasciatori, ad appositi uffici istituiti presso il ministero degli esteri, e alle lobby filoisraeliane degli Stati Uniti - l’equazione tra critiche a Israele e antisemitismo.

L'UNITA' - " Summit di Durban sul razzismo. La UE sfida l'Onu "

L’Unione Europea presenterà a Ginevra un nuovo testo, messo a punto dall’Olanda, per la conferenza dell’Onu Durban II. Lo ha annunciato da Bruxelles il ministro degli Esteri Franco Frattini, rilevando che questa iniziativa potrebbe modificare la posizione italiana che aveva deciso di abbandonare i lavori preparatori della conferenza per alcune frasi «antisemite» contenute nella bozza. «Daremo dei suggerimenti per modificare il documento di preparazione di Durban, ma se esso non sarà modificato ci sarà un forte appello per ritirarsi dalla conferenza». Ad affermarlo è stato il ministro degli Esteri della Repubblica Ceca.

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