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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Ugo Volli
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“legge della giungla”, meravigliosa utopia postmoderna 15/03/2009
Hamas ha protestato ieri contro la “congiura internazionale” che vorrebbe bloccare il contrabbando delle armi a Gaza, rivendicando il “diritto alla resistenza” dei popoli oppressi: nessuno si sogni di negar loro la possibilità di sparacchiare su Israele e di rapire soldati e ammazzare civili israeliani. Io non so se nella  legge internazionale esista davvero un diritto del genere, ho trovato solo fonti diciamo non troppo obiettive. Ma vorrei cercare di immaginare con voi cosa potrebbe voler dire questo “diritto di resistenza, erroneamente scambiato per terrorismo”, che farebbe sì che “qualunque persona possa prendere le armi per resistere all’oppressione e diventare con ciò un combattente legittimo,” come ho letto in rete. Per esempio, una piccola minoranza degli abitanti di una provincia di uno stato democratico, che pratica una religione diversa o parla una lingua diversa dalla maggioranza, potrebbe decidere di essere oppressa, e “prendere le armi”, cioè mettere bombe, sparare a poliziotti e avversari politici, sequestrare i propri nemici ecc. Vi dice qualcosa questo? Per esempio a proposito di Irlanda del Nord, Paesi baschi e Alto Adige: Eta, Ira ecc.? Capisco. Oppure alcuni abitanti di una valle non gradiscono una linea ferroviaria e occupano i terreni per impedire la costruzione? Già, si chiamano No Tav. In Spagna hanno perfino ammazzato un imprenditore edile impegnato nei lavori. Ma se i poliziotti arrestano qualcuno dei “resistenti”, la loro è “repressione”, naturalmente “fascista”, non “resistenza”, sia chiaro!
Scusate, ma se io non gradisco l’arbitraggio di una partita, posso invadere il campo e picchiare i poliziotti, magari ammazzarne uno, così, per esprimere la mia “rabbia”? Per resistenza, voglio dire, non per tifo… Già successo anche questo?  Lo studente di scuola media può “resistere” al professore che gli dà cattivi voti, magari picchiandolo? (La sospensione e il 5 in condotta in questo caso, sono certamente “repressione” e “congiura”, beninteso!)  E il prepotente del secondo piano di casa mia, quello che mi dà fastidio ascoltando musica fino a tardi, non potrei “resisterlo” anch’io con un vaso di fiori in testa quando passa sotto la mia finestra? Purché non se la prenda, neh… Ah che bel mondo se tutti esercitassero il diritto di resistenza contro tutti… e nessuno potesse reagire. Per amore della natura, perché non chiamiamo “legge della giungla” questa meravigliosa utopia postmoderna? Gaza è un po’ sabbiosa, ma non ne è un esempio perfetto? I resistenti resistono moltissimo, sparano, rapiscono, fanno saltare bombe, e tutto il mondo approva, o almeno comprende… Ma attenzione, se gli israeliani si arrabbiano e rispondono ai missili, quella non è resistenza, è repressione e genocidio!

Ugo Volli

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