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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.03.2009 Mandato d'arresto per il criminale nazista John Demjanjuk
Uccise 29000 ebrei nel campo di concentramento di Sobibòr

Testata: Corriere della Sera
Data: 12 marzo 2009
Pagina: 15
Autore: Alessandra Farkas
Titolo: «Arrestate il boia di Sobibór»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/03/2009, a pag. 15, l'articolo di Alessandra Farkas dal titolo " Arrestate il boia di Sobibór " sul mandato di arresto contro il criminale nazista John Demjanjuk emesso dal tribunale di Monaco. Ecco l'articolo:

NEW YORK — Sessantasei anni più tardi la storia, la giustizia e il destino hanno finalmente bussato alla sua porta. Ieri il tribunale di Monaco ha emesso un mandato d'arresto contro John Demjanjuk, 89 anni il prossimo 3 aprile, la brutale guardia delle SS di origine ucraina complice dell'uccisione di almeno 29 mila ebrei nel campo di concentramento di Sobibór (nell'odierna Polonia), tra il marzo e il settembre 1943.
A spianare la strada alla sua estradizione è la Corte Suprema Usa che di recente ha rifiutato una sua richiesta d'appello contro la sentenza di espulsione. S'infrange così il suo sogno di essere sepolto in un cimitero della patria adottiva che nel '52 l'accolse a braccia aperte, insieme a una lunga lista di criminali nazisti che ripararono in Usa durante la guerra fredda. «Per salvare la pelle a quei tempi bastava dire sono anti-comunista e l'impero sovietico del male mi ucciderà», spiega un portavoce del Centro Wiesenthal di Los Angeles.
Ex operaio in una fabbrica d'auto di Cleveland ed ex cittadino americano diventato apolide — perse e riacquistò la cittadinanza Usa ben due volte — nel 1986 era stato estradato in Israele, dove nell'88 fu condannato a morte in seguito ad un processo trasmesso dal vivo in tv che suscitò enorme scalpore in tutto il mondo per le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti da lui torturati.
Ma dopo una battaglia legale durata anni, nel 1993 la Corte Suprema israeliana decise di scagionarlo dall'accusa di essere «Ivan il Terribile», il più feroce e crudele kapò del lager di Treblinka dove 850 mila ebrei furono uccisi. Il motivo: l'esistenza di «sufficienti prove» che si potesse trattare di uno scambio di persona. L'epilogo della lunga e tortuosa vicenda giudiziaria è una nemesi tardiva nella crociata ormai agli sgoccioli per portare di fronte alla storia, se non alla legge, i mostri nazisti scampati al castigo.
Ma come disse Simon Wiesenthal prima di morire, «la soluzione biologica, a questo punto, è l'unica possibile per i vecchi criminali nazisti impuniti». Le autorità Usa avevano cercato di espellerlo già nel lontano 1977, quando l'accusarono di essere Ivan il Terribile. A scagionare Demjanjuk furono documenti declassificati dell'ex Unione Sovietica, secondo cui il sadico Ivan era Ivan Marchenko, un altro criminale.
Anche se i cacciatori internazionali di nazisti non hanno mai accettato come definitiva questa tesi, nel 2002 l'Office of Special Investigation del Dipartimento della Giustizia Usa riaprì il suo caso dimostrando una volta e per tutte la sua attività di guardia in almeno altri due campi di concentramento, tra cui Majdanek, nei cui crematori sono morti 80.000 prigionieri.

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