Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
The Reader : un film sulla Shoah che discolpa i tedeschi La cronaca di Alessandra Farkas
Testata: Corriere della Sera Data: 18 febbraio 2009 Pagina: 15 Autore: Alessandra Farkas Titolo: «Non date l'Oscar a Kate, kapò innamorata»
Dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/02/2009, riprendiamo l'articolo " Non date l'Oscar a Kate, kapò innamorata " di Alessandra Farkas sulla richiesta avanzata da intellettuali ebrei americani di non dare l'Oscar al film The Reader, considerato troppo condiscendente verso la responsabilità del popolo tedesco. Ecco il pezzo:
NEW YORK — «Non date l'Oscar a Kate Winslet perché The Reader è un film revisionista e furbacchione ». L'appello, lanciato da intellettuali ebrei americani quali Ron Rosenbaum (autore di Explaining Hitler) e Mark Weitzman del Simon Wiesenthal Center contesta il film diretto da Stephen Daldry, in vista degli Oscar che verranno consegnati domenica prossima a Los Angeles. Il cosiddetto filone Shoah è da anni uno dei più apprezzati dall'Academy, come dimostra il numero elevatissimo di statuette conferite in passato ad opere dedicate alla barbarie nazista, tra cui Schindler's List (sette Oscar nel '94), Il Pianista (tre, nove anni più tardi) e La vita è bella di Roberto Benigni (tre premi nel '99). Un successo che potrebbe essere replicato quest'anno da The Reader grazie alle sue cinque nomination tra cui quella di miglior film, miglior regista e migliore attrice per Kate Winslet nel ruolo di una anziana kapò di un lager. «Allori immeritati: The Reader è uno dei peggiori film mai realizzati sull'Olocausto», tuona ora Rosenbaum, secondo cui «la metafora centrale della pellicola mira a discolpare i tedeschi». «Il fatto che sia stato nominato all'Oscar — conclude il giornalista — dimostra che Hollywood è convinta che basti fare un film sulla Shoah per vincere». Dalle pagine dell'Hollywood Reporter il vicedirettore Andrew Wallenstein rincara la dose, accusando gli studios della Mecca del Cinema di sfruttare una tragedia «per fini di lucro». «La sola ragione per cui quest'anno ci sono così tanti film sull'Olocausto — afferma — è la sete di Oscar degli studio». Un numero inconsueto di film sulla Shoah sono sbarcati sugli schermi Usa lo scorso autunno, la stagione migliore per i film candidati all'Oscar. Basta pensare a Il Bambino con il pigiama a righe, Good, Operazione Valchiria, Adam Resurrected e Defiance-I giorni del coraggio. Ma a scendere in campo a sostegno del trend è l'autorevole Annette Insdorf, autrice di un saggio su cinema e Shoah, secondo cui «Hollywood è attratta da tutte le storie di guerra e redenzione». « The Reader non è un film sull'Olocausto in senso stretto — teorizza — ma la storia di una donna con un segreto antico, vista attraverso gli occhi di un giovane innamorato». E a difendere il film è anche Scott Feinberg, che sul Los Angeles Times spiega come «questi film seducono l'Academy perché hanno un messaggio importante da trasmettere. E tengono accesa la memoria mentre l'antisemitismo torna ad imperversare in tutta Europa». Grande schermo Kate Winslet e David Kross in «The Reader» di Stephen Daldry
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