Riprendiamo dall'UNITA' di oggi, 17/02/2009, l'intervista alla moglie di Marwan Barghuti, uno dei mille prigionieri per i quali Hamas ha chiesto la liberazione in cambio di quella di Gilad Shalit.
Secondo l'intervistata, Israele è uno Stato oppressore che ha occupato illegalmente territori che sono dello Stato palestinese. Ci chiediamo per quale motivo gli Stati arabi che dal '47 in poi non hanno fatto altro che guerre per distruggere Israele, dimostrandosi per niente interessati alla nascita di uno Stato palestinese, sia un argomento totalmente ignorato sia dai palestinesi stessi, che dai giornalisti italiani che li intervistano.
Ecco l'intervista:
Umberto De Giovannangeli : " La moglie del leader di Fatah in carcere: " So delle voci di uno scambio con Shalit, ma Marwan non accetterà mai di andare in esilio"
I detenuti politici palestinesi imprigionati nelle carceri israeliane sono persone che lottano per la pace, la giustizia e la libertà del loro popolo. Marwan Barghuti, mio marito, è uno di loro. La sua liberazione sarebbe una vittoria di tutto il popolo palestinese e non di una sua fazione». A sostenerlo è Fadwa Barghuti, avvocata, moglie di Marwan, segretario generale di Al Fatah in Cisgiordania, l’uomo simbolo della seconda Intifada, dal 2002 detenuto in un carcere di massima sicurezza dello Stato ebraico, condannato all’ergastolo per reati di terrorismo. «Dal carcere - dice a l’Unità Fadwa Barghuti - Marwan ha continuato a battersi per la causa palestinese, rivendicando dignità, rispetto, e libertà per il suo popolo». Nell’ambito delle trattative per la liberazione del soldato Gilad Shalit - prigioniero di Hamas dal giugno 2006 - i media israeliani hanno accreditato le voci di una liberazione di Marwan Barghuti. «So di queste voci - dice Fadwa - ma quello che mi preme sottolineare in questo momento è che la sorte di Marwan non può essere scissa da quella dei quasi undicimila palestinesi oggi prigionieri nelle carceri israeliani. Questa ferita va sanata se si vuole davvero rilanciare un processo di pace».
Marwan Barghuti libero in cambio della liberazione del soldato Shalit. I media israeliani accreditano questa possibilità. Rinasce la speranza?
«In questi sette anni, io e la mia famiglia non abbiamo mai smesso di batterci per il ritorno alla libertà di Marwan. Mio marito è stato rapito illegalmente da uno Stato che ha occupato con la forza le regioni che secondo gli accordi di Oslo sono sotto la piena sovranità palestinese. Marwan è membro del Parlamento palestinese e come lui lo sono altri 40 parlamentari che Israele ha arrestato illegalmente. La loro liberazione risponde ad un principio di legalità che Marwan ha sempre rivendicato».
C’è chi sostiene che la sua liberazione sarebbe un «favore» che Israele farebbe al presidente palestinese Abu Mazen.
«E cosa dovrebbe ricevere, Israele, in cambio di questo “favore”? Un silenzio sui crimini che l’esercito israeliano ha compiuto a Gaza? Un atteggiamento più accomodante rispetto alla colonizzazione dei Territori? Chi lo pensa, o lo spera, non conosce Marwan Barghuti».
Tra le voci che circolano , c’è quella secondo cui Israele libererebbe detenuti di «grosso calibro» solo se accetteranno di vivere in esilio.
«Non parlo per gli altri. Ma su mio marito posso esserne certa: mai Marwan accetterebbe di barattare la sua libertà con l’esilio».
C’è chi vede in Marwan Barghuti l’unico leader palestinese in grado di riunificare le fazioni in lotta.
«Marwan ha sempre sostenuto che un popolo diviso è un popolo indebolito, e che le ragioni dell’unità dovrebbero avere il sopravvento sulle logiche di potere. Anche dal carcere non è venuto meno a questo principio».
La destra israeliana si oppone alla liberazione del «terrorista Barghouti».
«Marwan ha rivendicato il diritto alla resistenza, anche armata, contro le forze di occupazione, ma ha sempre condannato azioni terroristiche che miravano a colpire civili. Dal carcere continua a sostenere che non ci sarà mai pace finché ci sarà occupazione. E l’unica soluzione per porre fine alla sofferenza di entrambi i popoli è avere due Stati. Marwan si è battuto per questo e continuerà a farlo. Senza scendere a compromessi».
Per inviare la propria opinione all'Unità, cliccare sull'e-mail sottostante