I quotidiani di oggi, 16/02/2009, hanno riportato la notizia delle dichiarazioni di Tzipi Livni (da lei scritte su un bigliettino consegnato a Olmert) riguardo al futuro governo israeliano. Stando a quanto scritto sul foglietto, Livni non è d'accordo sull'ipotesi di formare un governo di unità con Netanyahu.
Di seguito la cronaca di Francesco Battistini dal CORRIERE della SERA e due brevi, da REPUBBLICA e dal CORRIERE della SERA.
CORRIERE della SERA - Francesco Battistini : " Livni pronta a stare all'opposizione : non sarò la numero due di Netanyahu "
GERUSALEMME — Un pizzino frega Tzipi. All'ora del caffè, quando deve cominciare il consiglio dei ministri della domenica, quando entrano le segretarie con un po' di tazze calde, sempre quelle, quando nella sala con la serratura a doppia combinazione segreta possono accedere anche gli operatori tv per un po' d'immagini, sempre le stesse, è lì che una rilassata ministra degli Esteri sta chiacchierando col collega alle Infrastrutture, Ben Eliezer. Entra Ehud Olmert, il premier in scadenza. Quello che ha appena invitato il Kadima a non fare coalizione con il Likud di Bibi Netanyahu. La Livni lo vede, prende un foglietto, scrive qualcosa, glielo passa. Non s'accorge, o forse se ne accorge benissimo, che sul tavolo sono puntate le telecamere. E che il biglietto finisce in apertura di tutti i tigì della sera, l'ingrandimento di quel che Tzipi ha scritto: «Non ho intenzione di stare in un governo di unità guidato da Bibi ».
Ecco, deciso. La riserva è stata sciolta nel modo più irrituale. L'aut aut è spiccio, secondo lo stile Livni: «Non ci vuole un genio della matematica — spiega poco dopo — per capire che i 28 seggi di Kadima sono più dei 27 del Likud. Continueremo a servire il popolo, o formando il governo come il popolo ha scelto, o andando all'opposizione. Sono già stata la numero due, e in quella posizione non sarei in grado d'incidere sull'azione di governo». In realtà, Tzipi punta sempre alla staffetta, due anni a testa, ipotesi che il Likud esclude: «In una coalizione conta la maggioranza: noi col blocco di destra abbiamo 65 seggi, il Kadima non supera i 44», dice Silvan Shalom, l'ex ministro degli Esteri, dando per scontato che i laburisti di Barak non entrino nel governo. Ora il presidente Shimon Peres ha un quadro più chiaro, per aprire le consultazioni. L'ipotesi d'una rotazione non l'appassiona, dicono. E appare difficile che possa scansare un incarico a Netanyahu, visto che a questo punto il Kadima rifiuta un'ipotesi d'unità nazionale, mentre è il leader della destra a offrire le poltrone principali (Esteri, Difesa, forse Finanze) proprio al partito rivale. Lo stesso Olmert, che in questi ultimi giorni di mandato sogna l'impresa impossibile di portare a casa l'ostaggio Gilad Shalit e magari di firmare la tregua con Hamas, alla fine è realista: «Qualunque decisione prenderò d'ora in poi — dice —, terrò conto della nuova realtà politica ». Traduzione: non è detto che saremo ancora noi del Kadima, a governare.
La REPUBBLICA : l'articolo " Israele, il gran rifiuto della Livni - mai al governo con Netanyahu" (pag. 13) di Alberto Stabile riporta la notizia del bigliettino, aggiungendo alcune considerazioni su Netanyahu. Stabile lo accusa di non avere come priorità la nascita dello Stato palestinese. Vorremmo ricordare a Stabile che questa non è una priorità nemmeno per i palestinesi stessi, dato che gli stati arabi l'hanno rifiutata già nel 1947. Inoltre Netanyahu ha reso, in passato, dei territori per lo Stato palestinese...non l'avrebbe fatto se fosse stato contrario alla sua nascita.
Il CORRIERE della SERA dedica un altro articolo di Francesco Battistini ( " Dov'è finito Lieberman? In Bielorussia da Lukashenko" ) alla notizia del suo viaggio in Bielorussia. Lieberman è di origine russa, non stupisce, quindi, la destinazione del suo viaggio.
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