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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Giornale - L'Opinione Rassegna Stampa
14.02.2009 S. Valentino: cronache arabo-famigliari
Articoli di Dimitri Buffa e Gian Micalessin

Testata:Il Giornale - L'Opinione
Autore: Dimitri Buffa - Gian Micalessin
Titolo: «Il San Valentino Islamico : botte alla moglie e niente festa - Basta smancerie. Adesso l'Arabia mette in galera l'orsetto dell'amore»

Riportiamo dall'OPINIONE e dal GIORNALE di oggi, 14/02/2009, due articoli sui "festeggiamenti" islamici di S. Valentino.

L'OPINIONE - Dimitri Buffa : " Il San Valentino Islamico : botte alla moglie e niente festa "

Botte da orbi a mogli e fidanzate per “correggerle” e nessuna smanceria sentimentale o festa di anniversario: perché la festa di San Valentino è peggio dell’Aids e di Ebola. Parola di Hazem Shuman, sceicco estremista egiziano, trasmessa sulla tv “al Rahma” lo scorso 10 febbraio e subito ripresa da Memri. Benvenuti nell’ignobile mondo del San Valentino islamico. Quello che gli amici dei terroristi vorrebbero importare anche in Europa, una volta che sarà diventata Eurabia. San Valentino sarebbe un virus morale così pericoloso solo perché impedisce agli islamici di distinguersi da ebrei e cristiani: “ tutte le donne vestono uguale e allora come si farebbe a distinguere una Maria da una Fatima?”. La stessa cosa vale per i party di festeggiamento: “se George ne da uno e Muhammad un altro come faremo a distinguerli”? “No San Valentino. No party”, insomma. Ergo? I buoni mussulmani si tengano alla larga dal Valentine day. Se sulle feste degli innamorati gli sceicchi sono così rigidi, non la stessa cosa si può dire a proposito dei “mezzi di correzione” da usare “se una moglie non si comporta come voi vorreste”. Infatti, sempre sull’emittente integralista egiziana “al Rahma” lo scorso fine dicembre è andata in onda una puntata di “chiarificazione” dottrinale sulla materia tenuta dal chierico islamico Galal al Khatib. Puntata poi replicata svariate volte a intervalli periodici fino alla scorsa settimana. E che diceva quest’altro predicatore di odio e violenza? Che “..uno dei diritti del marito è quello di dare disciplina alla moglie se lei disobbedisce.” E “..che cosa significa la parola disobbedienza?” “Disobbedienza – sostiene al Khatib - è lasciare la casa senza il permesso del marito, rifiutare di obbedire al marito a letto, parlare al marito in maniera maleducata oppure fare il contrario di quello che piace a lui. Tutte queste sono forme di disobbedienza.” Che fare se lei si ostina? “La legge religiosa contempla varie misure per disciplinare una moglie disobbediente. Queste misure vanno eseguite in un certo ordine. Non si può applicare la terza misura senza che la seconda si sia dimostrata inefficace e non si può applicare la seconda senza che la prima non abbia funzionato. L’ordine deve essere seguito.” E quali sarebbero suddette “misure”? “La prima misura per correggere una moglie disobbediente è quella di ammonirla. Il marito dovrebbe parlarle gentilmente, ricordandole di Dio, ricordandole anche che se vuole entrare in Paradiso, gli deve obbedire. Le deve dire che, compiacendo al marito, compiace anche a Dio, e che i diritti del marito sono superiori a quelli dei genitori.” Poi, “c’è … la messa al bando. Alcuni dicono che la moglie dovrebbe essere bandita dal letto, mentre altri dicono che lui dovrebbe evitare di fare sesso con lei. Io non sono d’accordo con quest’ultima opinione, perché fare sesso è uno dei diritti del marito, così, come può imporle la disciplina privandosi egli stesso del sesso?” Veramente un ragionamento coerente. E allora? “E’ sufficiente che lui smetta di sorriderle e dirle cose carine e invece mostri freddezza, ma lui continua ad avere il diritto di fare sesso con lei anche durante la messa al bando”. Insomma “la reproba” va trombata ma senza gentilezza. E se si ostinasse a disobbedire? Allora, quale sarebbe la misura seguente? “Le botte.” Ma botte “non troppo pesanti.” Perché “..il Profeta Muhammad, su di lui sia la pace, ha detto che le botte dovrebbero essere leggere e che uno dovrebbe evitare la faccia o aree sensibili che potrebbero condurre a rottura di ossa e che potrebbero lasciare segni che potrebbero compromettere la sua bellezza, sia in faccia che altrove sul suo corpo.” Per la cronaca i muslmani ortodossi non sempre usano le delicatezze suggerite da Maometto e molto più spesso picchiano le donne come scaricatori di porto.

Il GIORNALE - Gian Micalessin : "Basta smancerie. Adesso l'Arabia mette in galera l'orsetto dell'amore "

Galeotto fu l’orsacchiotto. I venditori sauditi rischiano grosso e lo sanno. Alcuni, acciuffati a vendere sottobanco il rosso peluche del peccato con l’improfferibile «I love you» hanno già chiuso baracca per traslocare nelle celle di stato. Altri li raggiungeranno. È la dura legge dell’amore in Arabia Saudita il paese del rigore wahabita, dove petrolio e Corano regnano sovrani e le due uniche celebrazioni concesse sono quelle del Sacro libro. Esaurite le feste del sacrificio (Eid al-Adha) e quelle di fine Ramadan (Eid al-Fitr) resta solo la clandestinità. Feste silenziose con omertosi ritrovi per i compleanni. Sguardi complici e silenziosi per i festeggiamenti di fine corso. Regali carbonai e cene catacombali per il 14 febbraio, la data demoniaca superata, per sacrilega empietà, solo dal Santo Natale. I giornali da settimane non fanno che ristampare censure e scomuniche riservate all’"Eid al-hob" la festa dell’amore. A scuola i prof rilanciano i precetti dell’ultra conservatore clero di stato, rammentando alle femminucce di lasciar in armadio i vestiti rosso acceso e raccomandando ai maschietti di tenersi alla larga dalle feste abusive.
Dunque via gli orsetti, al bando il color rosso peccato, al rogo qualsiasi regalo capace di celebrare inammissibili smancerie tra peccaminose coppie non sposate. E per chi sgarra mano, anzi frusta libera ai gendarmi della «polizia per la prevenzione del vizio e la difesa della virtù». La preda preferita, il simbolo del male da estirpare ad ogni costo, son quelle terribili manette rosse a forma di cuore legate da una catena su cui mano sataniche han scritto «Take me I’m yours», prendimi sono tuo”. Arrivano dal mondo del peccato, giran da mesi e son più proibite del vino e del Vangelo. «Un mio amico le aveva e l’altra notte se lo son portato via» sussurra un venditore d’orsetti con il tono di un pusher di strada. Abdul Aziz al Shammari, 25 anni, invece, festeggerà a tutti i costi. Le sue dieci rosse, una per ogni mese di passione, le ha comprate da cinque giorni. Domani sera dovrà solo ricordarsi di tirarle fuori dal congelatore qualche ora prima dell’arrivo della fidanzata.

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