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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa - Corriere della Sera - Il Foglio - Il Manifesto - La Repubblica - ANSA - Adnkronos Rassegna Stampa
14.02.2009 Continuano le trattative malgrado gli attentati di Hamas
Testate a confronto

Testata:La Stampa - Corriere della Sera - Il Foglio - Il Manifesto - La Repubblica - ANSA - Adnkronos
Autore: Aldo Baquis - Michele Giorgio - Alberto Stabile
Titolo: «Gaza, bombe e qassam. La tregua è più lontana - Nella routine di guerra a Gaza, Hamas ora è costretta a trattare tregue - Tregua, scambio? Ma a Hebron si spara - Livni e Netanyahu trattano con i laburisti - Israele verso un governo senza ulstradestra. Ham»

Tregua: continuano le trattative, ma anche gli attentati di Hamas.
Riportiamo la cronaca di Aldo Baquis sulla STAMPA di oggi, 14/02/2009 , l'analisi di Antonio Ferrari sul CORRIERE della SERA, ANSA e ADNKRONOS e alcune brevi da FOGLIO, MANIFESTO, REPUBBLICA,

La STAMPA - Aldo Baquis : " Gaza, bombe e qassam. La tregua è più lontana "

TEL AVIV
Il dopo elezioni in Israele resta in bilico tra speranze e guerra: ieri a Gaza è stata una nuova giornata di violenze, mentre al Cairo i mediatori egiziani sembrano essere prossimi a concordare con Hamas un accordo per una tregua di 18 mesi. A Gerusalemme, all’indomani di un voto quanto mai incerto, il quadro politico resta contraddittorio. Dietro le quinte l’Amministrazione Obama ha lasciato intendere al Likud e a Kadima che allo stato attuale la scelta più opportuna sarebbe quella di un governo di unità nazionale.
Secondo il generale Omar Suleiman, l’accordo per una tregua fra Hamas e Israele ha registrato diversi progressi, mentre restano da concordare gli ultimi punti relativi ad una zona di interdizione (richiesta da Israele) profonda centinaia di metri ai margini della Striscia e alle modalità della lotta al traffico d’armi. Sulla riattivazione dei valichi ci sono diversi punti di intesa, ma Israele condiziona ancora la loro riapertura definitiva ad uno scambio di prigionieri che riporti in libertà il caporale Ghilad Shalit.
Mentre i delicati ingranaggi della tregua erano sottoposti all’esame del generale Suleiman, a Gaza miliziani di Hezbollah-Palestina hanno sparato ieri due razzi e un colpo di mortaio sul territorio israeliano. L’aviazione israeliana ha replicato sganciando bombe su sei tunnel di contrabbando al confine fra Gaza ed Egitto. Un altro velivolo israeliano ha centrato con un razzo due miliziani della Jihad mondiale - ossia simpatizzanti di Al Qaeda - che secondo i servizi segreti israeliani stavano completando i preparativi di un vistoso attentato in Israele. Uno è rimasto ucciso, l’altro ferito grave. Un altro palestinese - un ragazzo di 14 anni - è stato ucciso a Hebron (Cisgiordania) dal fuoco di militari israeliani nel corso di disordini durante i quali i dimostranti hanno scagliato diverse bottiglie incendiarie.
In Israele l’attenzione resta polarizzata tuttavia sulla scena politica: in particolare sul partito centrista Kadima dove la leader Tzipi Livni sembra orientata per un passaggio all’opposizione mentre il numero due del partito, Shaul Mofaz, rema vigorosamente nella direzione opposta, per un’intesa con il Likud di Benyamin Netanyahu. La Livni potrebbe assecondare il progetto di un governo di unità nazionale solo se includesse un’alternanza alla carica di primo ministro: ipotesi che viene seccamente respinta dai rappresentanti del Likud.
Ma ieri - sia pure in forma molto discreta - sia l’Unione europea sia l’entourage di Obama hanno fatto sapere a Gerusalemme, stando al quotidiano Haaretz, che un governo di unità nazionale sarebbe la soluzione migliore perché garantirebbe ad Israele stabilità e consentirebbe di rilanciare il processo di pace. Il segretario di Stato Hillary Clinton sarà infatti in Medio Oriente all’inizio di marzo, e spera di poter velocemente riprendere in mano il lavoro già intrapreso da Condoleezza Rice.

CORRIERE della SERA - Antonio Ferrari: " La grinta di Abu Mazen "

Con una mano accettano la tregua, con l'altra lanciano altri Qassam. Hamas dimostra ancora una volta di essere un'organizzazione estremista con due, anzi con tre facce. Vi sono gli islamisti palestinesi dell'esterno, che stanno a Damasco, a Teheran e a Beirut; quelli dell'interno, che vivono prevalentemente nella Striscia di Gaza. Ma tra questi ultimi esiste un'altra divisione tra l'ala politica, guidata da Ismail Haniye, e l'ala militare, che lancia gli attacchi e detiene prigioniero il caporale israeliano Gilad Shalit. Quel che è accaduto ieri, dopo l'annuncio della tregua di 18 mesi, proposta dai mediatori egiziani, ne è la dimostrazione. I dialoganti sono stati boicottati dai fratelli «in divisa», che hanno ripreso i lanci di razzi su Sderot, provocando l'immediata rappresaglia di Israele, come aveva minacciato il dimissionario Ehud Olmert.
Si era detto che la tregua è stata voluta per non fare un favore al probabile neopremier di Israele Benjamin Netaniahu. Ragionamento logico, ma la logica non è un valore da queste parti. La confusione strategica di Hamas, ammesso che esista una strategia, ha un obiettivo: mantenere uno stato di tensione permanente, magari obbedendo ai suggerimenti dell'Iran, dove il presidente Ahmadinejad sente ormai sul collo il fiato del suo sfidante, l'ex capo dello Stato Khatami, resuscitata speranza dei progressisti in vista delle elezioni.
Ma i problemi più immediati, per i palestinesi, sono sempre due: come porsi di fronte al nuovo governo israeliano e il ruolo di Hamas. Il leader dell'Anp Abu Mazen, solitamente prudente e taciturno, è partito all'attacco. Nei giorni scorsi, incontrando il presidente francese Sarkozy, il premier britannico Brown e il nostro capo del governo Berlusconi, ha mostrato i denti: «Se in Israele si farà un governo di destra guidato da Benjamin Netaniahu, perché non lo trattate come Hamas?
Quando varammo il nostro governo di unità nazionale, voi europei rifiutaste di cooperare perché Hamas non accettava le condizioni del Quartetto (Usa, Ue, Onu e Russia, ndr)
sulla rinuncia al terrorismo e sul riconoscimento di Israele. Ora, dovreste adottare un identico atteggiamento nei confronti di chi (Bibi, in campagna elettorale, ndr) si opponga alla creazione di uno Stato palestinese, voluto dal Quartetto, e a seri negoziati sostanziali sui punti più delicati del contenzioso».
L'ardito parallelo, così come è stato riportato dal quotidiano Haaretz,
indica la volontà di Abu Mazen di impegnarsi in una campagna di «resistenza diplomatica». Un chiaro segnale all'Europa e ovviamente all'Amministrazione Usa di Barack Obama, per evitare d'essere ingabbiato in quelle che non ha esitato a definire «vuote promesse».
Lasciando quindi intendere al futuro governo di Israele che è nel suo interesse non negargli quei gesti concreti che finora sono mancati. Il leader palestinese, che tutti davano per indebolito dopo la guerra di Gaza e il rinvio delle elezioni presidenziali, in realtà si sente irrobustito. La sua linea di quieta ragionevolezza viene premiata anche dai sondaggi.
Ammesso che sia vero quanto è stato rilevato da un istituto di ricerca palestinese, il suo Fatah è in recupero, persino nella Striscia di Gaza, dove la gente si domanda che cosa abbia prodotto la rottura della tregua, decisa da Hamas, oltre a morti, feriti, devastazioni e sofferenze. Abu Mazen sta costruendo le basi strutturali del futuro Stato con l'aiuto di consiglieri americani, come ha raccontato Thomas Friedman e ha creato una Banca centrale senza valuta propria, ma che è già — dicono — «un esempio di trasparenza».
L'anziano presidente per ora è insostituibile. Anche se numerosi palestinesi, e non solo nel laico Fatah, pensano che il successore possa essere, un giorno, Marwan Bargouti, ergastolano nelle carceri israeliane ma trattato con rispetto dallo stesso Israele, che non gli nega «l'onore politico», nonostante i crimini per cui è stato condannato.

Il FOGLIO: in prima pagina l'articolo " Nella routine di guerra a Gaza, Hamas ora è costretta a trattare tregue " riporta in modo accurato le notizie delle trattative sulla tregua Israele / Hamas, del rancio di razzi qassam avvenuto ieri dalla Striscia a Israele e del raid israeliano in risposta.

Il MANIFESTO: l'articolo " Tregua, scambio? Ma a Hebron si spara " di Michele Giorgio riporta la notizia dell'imminente tregua fra Israele e Hamas, del lancio di razzi qassam da Gaza e della risposta israeliana. Saremmo stupiti di fronte alla correttezza della cronaca di Giorgio, se non fosse per la parte riguardante gli avvenimenti di ieri a Hebron ( un gruppo di manifestanti ha lanciato sassi e bottiglie incendiarie contro dei militari i quali hanno risposto ovviamente sparando ). Giorgio riporta solo la reazione dei soldati, senza specificare quanto era successo prima.

La REPUBBLICA: Pur di mantenere la sua linea filopalestinese arriva a omettere parti di notizie: nell'articolo "Livni e Netanyahu trattano con i laburisti - Israele verso un governo senza ulstradestra. Hamas pronta alla tregua ma a Gaza si spara "di Alberto Stabile si legge del raid israeliano, ma non della sua causa (il lancio di razzi qassam). Siamo senza parole dal momento che persino l'articolo di Michele Giorgio sul MANIFESTO ha riportato l'invio dei razzi da parte di Hamas...

ANSA : riportiamo tre lanci di notizie come sempre scorrette:

II titolo è giusto ma monco, perchè non contiene la notizia del lancio dei missili. Interessante il "potrebbe" nella frase " L'azione potrebbe essere una rappresaglia contro gli ultimi lanci di razzi compiuti stamattina dalla Striscia di Gaza verso Sderot. ". L'ANSA, come sempre ascolta solo le  fonti palestinesi.

1° Lancio ANSA:

» 2009-02-13 15:55

Gaza: raid Israele, un morto

La vittima e' un palestinese, altri tre feriti
(ANSA) - GAZA, 13 FEB - Un morto e tre feriti costituiscono il bilancio di un raid aereo israeliano avvenuto oggi nel sud della Striscia di Gaza. Secondo quanto riferiscono fonti mediche locali, la vittima e' un militante palestinese di Hamas, colpito mentre viaggiava sulla propria moto a Khan Younes. L'azione potrebbe essere una rappresaglia contro gli ultimi lanci di razzi compiuti stamattina dalla Striscia di Gaza verso Sderot.

2° Lancio ANSA:

L'uso dell'aggettivo "tradizionale" non ci sembra appropriato se riferito a manifestazioni di protesta. Inoltre i "manifestanti tradizionali" hanno bersagliato con sassi  e bottiglie incendiarie i militari. Ci sembra scontato che la reazione non potesse essere affettuosa.

» 2009-02-13 16:09

Cisgiordania: un morto a Hebron
Durante una delle manifestazioni di protesta del venerdi'
(ANSA)- TEL AVIV, 13 FEB -Un ragazzo palestinese 14enne e' stato ucciso oggi dal fuoco di una pattuglia israeliana a Hebron, in Cisgiordania. Lo riferiscono i media. Il ragazzo e' stato colpito al torace, durante una delle tradizionali manifestazioni di protesta del venerdi' sfociata in incidenti. Gli scontri erano cominciati quando un gruppo di dimostranti, all'uscita dalle moschee per la preghiera del venerdi', si era diretta verso un posto di controllo israeliano bersagliando i militari con lanci di sassi.

3° Lancio ANSA:

Non comprendiamo la pertinenza dell'ultima frase .( " In precedenza l'aviazione israeliana aveva ucciso ad Abasan (a sud di Gaza) un palestinese e ferito altre tre persone. " ) con la notizia riportata. Forse  ANSA si riferisce al raid israeliano in risposta al lancio di razzi qassam da Gaza? Peccato si sia dimenticata di aggiungere questa fondamentale premessa...

» 2009-02-13 17:56

Gaza: raid, colpiti tunnel Rafah
Erano adibiti al contrabbando di armi, obiettivi colpiti
(ANSA) - TEL AVIV, 13 FEB - Sei tunnel adibiti al contrabbando di armi sono stati colpiti oggi dall'aviazione israeliana nella zona di Rafah, fra Gaza e l'Egitto. Lo riferisce un portavoce militare israeliano. I piloti hanno riferito di aver colpito gli obiettivi prefissati. Non si ha per ora notizia di vittime. In precedenza l'aviazione israeliana aveva ucciso ad Abasan (a sud di Gaza) un palestinese e ferito altre tre persone.

Riportiamo anche questo lancio ADNKRONOS che, come i precedenti ANSA,  ascolta solo fonti palestinesi e omette il lancio di razzi qassam da Gaza sul Neghev.
 
Tel Aviv, 13 feb. (Adnkronos/Dpa) - Due palestinesi sono rimasti uccisi in due distinti attacchi militari israeliani in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. A riferirne sono state fonti palestinesi, precisando che un militante e' rimasto ucciso in un attacco missilistico vicino Khan Younis, nel sud della Striscia, che ha fatto anche tre feriti.

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