Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
From: To: paolo.mieli@rcs.it CC: lettere@corriere.it Subject: Sergio Romano sull'Iran nella lettera del giorno di oggi Date: Wed, 4 Feb 2009 17:02:52 +0100
Gentile Direttore,
Riduttiva è la domanda del lettore sui pretesti evocati da Ahmadinejad per mantenere il suo “pugno chiuso” contro l’invito di Obama “ad aprirlo”, ancor più riduttiva la risposta di Sergio Romano. Non mi sorprendo, visto che raccomanda come fonte di informazione sull’Iran, la poco attendibile Farian Sabahi che è in netta contraddizione con i dissidenti in Iran e con i discorsi dell’opposizione in Europa. Quel PMO (People Mujahedeen Organization of Iran) rilegittimato recentemente dalla UE. Né mi sorprendo nel leggere le solite ed esclusive accuse alla Gran Bretagna o agli Stati Uniti, Cia & Co. Innanzitutto, emerge ciò che Romano tace nella sua risposta su Mossadeq. Un comunista marxista con un largo seguito che fu altrettanto poderoso per il successo della rivoluzione di Khomeini. Ma l’enormità che Romano tace, è che il mondo petrolifero, sopratutto l’ENI (per questo non lo cita? Né menziona che Reza Pahlavi con Soraya, vennero in esilio in Italia grazie all’amicizia di Enrico Mattei e al suo interesse nel petrolio iraniano e mediorientale) che avrebbe consolidato l’Italia come potenza petrolifera con a capo Mattei, promosse un embargo totale al petrolio iraniano nazionalizzato da Mossadeq. Questa fu la vera ragione per cui Mossadeq cadde e nessun altro, se non per importanza nulla o marginale. Se si fosse ripetuta la forza di quell’embargo, quando Khomeini rivelò il suo vero volto, oggi l’occidente non subirebbe la minaccia iraniana. Ma tra Irancontra e Irangate, da Carter ad amici europei, nonché italiani; tra supinità ai petroldollari e compromessi europei con il terrorismo, siamo giunti al punto di non ritorno: o guerra o subire i nuovi "Ariani". Forse nemmeno Romano sa che la traduzione di Iran è “terra degli ariani” in farsi. Nel 1935, l’ambasciatore della Persia a Berlino, scrisse a Hitler dichiarando enfaticamente che “siamo ariani”, e da allora, il Paese cambiò il nome in Iran. Un bel connubio - nazi-comunista - su cui fonda la sua esistenza il regime degli Ayatollah. W la disinformazione.