Le polemiche col Vaticano dovute alla sua decisione di revocare la scomunica ai lefebvriani continuano anche oggi sui quotidiani .
Sul CORRIERE della SERA di oggi, 04/02/2009, l'articolo "La Merkel critica il Papa - Il Vaticano chiarisca che non si nega la Shoah", di Danilo Taino, riporta le dichiarazioni di Angela Merkel, la quale richiede al Pontefice di assumere una più netta posizione di rifiuto del negazionismo.
Ecco il testo:
Danilo Taino : " La Merkel critica il Papa - Il Vaticano chiarisca che non si nega la Shoah "
BERLINO - La cancelliera tedesca critica il Papa tedesco. Con un'iniziativa non usuale e inattesa, Angela Merkel è entrata con nettezza nella disputa apparentemente solo religiosa che si è aperta intorno alla decisione di Benedetto XVI di sollevare la scomunica ai vescovi lefebvriani e con essa a Richard Williamson, che ha negato l'Olocausto. La cancelliera ha così portato la questione su un terreno politico.
«Se la decisione del Vaticano solleva l'impressione che l'Olocausto possa essere negato, ciò non può restare senza conseguenze - ha detto ai giornalisti -. Si tratta di affermare molto chiaramente da parte del Papa e del Vaticano che non ci può essere negazione». Ha spiegato che di solito non giudica le decisioni interne alla Chiesa ma, ha aggiunto, il dibattito in corso tocca una questione fondamentale.
«A mio parere - ha affermato - non è una questione tra le comunità cristiane, cattoliche ed ebraiche in Germania ma il Papa e il Vaticano dovrebbero chiarire in modo non ambiguo che non ci può essere negazione e che ci devono essere relazioni positive con la comunità ebraica in generale». Perché «questi chiarimenti, a mio parere, non sono ancora stati sufficienti ». Presa di posizione decisa e richiesta esplicita: in questo modo, Frau Merkel si mette alla testa dei critici del Vaticano che in Germania nei giorni scorsi si sono moltiplicati.
Il Vaticano ha risposto alla critica con una nota del portavoce, padre Federico Lombardi. Vi si ricorda che il Papa si è sempre pronunciato contro il negazionismo, l'ultima volta durante l'udienza di mercoledì scorso. «La condanna di dichiarazioni negazioniste dell'Olocausto sostiene Lombardi - non poteva essere più chiara e dal contesto risulta evidente che essa si riferiva anche alle posizioni di monsignor Williamson e a tutte le posizioni analoghe».
Lunedì sera, il cardinale Walter Kasper, responsabile del dipartimento vaticano per gli affari ebraici, aveva però ammesso che in questi giorni a Roma si sono fatti degli errori. «Osservo il dibattito con grande preoccupazione - ha detto al servizio tedesco della Radio Vaticana Ci sono state incomprensioni e errori di gestione nella Curia» dovuti a suo parere a «mancanza di comunicazione nel Vaticano ».
Nei giorni scorsi l'iniziativa di Benedetto XVI di porre termine alla scomunica della Fraternità di San Pio X aveva sollevato un'onda di proteste con pochi precedenti: nell'opinione pubblica, tra le comunità ebraiche ma anche tra numerosi vescovi cattolici che sono intervenuti contro le scelte vaticane. La signora Merkel si è fatta interprete della voce di buona parte del Paese.
Gli ebrei
«Ci devono essere relazioni positive con la comunità ebraica in generale»
La REPUBBLICA di oggi, 04/02/2009, riporta le risposte del Vaticano con l'articolo di Marco Politi " Gelo dal Vaticano : 'nulla da spiegare' ". Il Vaticano replica ad Angela Merkel affermando che il Papa si è espresso più volte in passato e in maniera inequivocabile sull'Olocausto. Vero, ma su quelle prese di posizione la riammissione del vescovo negazionista Williamson getta un'ombra che non può essere ignorata. E' su questo che il Vaticano deve ora esprimersi con chiarezza
Ecco il testo:
Marco Politi : " Gelo dal Vaticano : 'nulla da spiegare' "
CITTÀ DEL VATICANO - Il Vaticano risponde piccato: «E´ dal 2005, nella sinagoga di Colonia, che il Papa si è espresso sull´Olocausto in maniera inequivocabile!».
Partendo per la Spagna il cardinale Segretario di Stato Bertone aveva espresso la convinzione che, dopo la presa di distanza verso Williamson da parte del capo dei lefebvriani, monsignor Fellay, l´«increscioso episodio» potesse considerarsi «chiuso». Invece sul Vaticano, che sperava già di voltare pagina, le dichiarazioni della cancelliera Merkel sono cadute come una tegola. Così nel palazzo apostolico hanno incaricato il portavoce papale di stilare una secca risposta per ribadire che non c´è più nulla da chiarire. Padre Lombardi cita i discorsi del Papa a Colonia e poi nel lager nazista di Auschwitz nel 2006 per terminare con le parole solenni pronunciate durante l´udienza di mercoledì scorso: «Rinnovo con affetto l´espressione della mia piena e indiscutibile solidarietà con i nostri fratelli destinatari della Prima Alleanza (...) la Shoah sia per tutti monito contro l´oblio, contro la negazione o il riduzionismo».
La condanna del negazionismo, ha sottolineato il portavoce papale, non poteva essere più chiara ed evidentemente «si riferiva anche alle posizioni di mons. Williamson e a tutte le posizioni analoghe». La revoca delle scomuniche non c´entra con una impensabile legittimazione del negazionismo. Fine della trasmissione.
Ma quanto più risultano chiare le parole di Benedetto XVI tanto più esplode l´ambiguità del ruolo di Williamson. E´ o no un vescovo cattolico, a parere del pontefice? Da più parti vescovi e cardinali hanno fatto sapere che deve essere ancora considerato sospeso (come gli altri tre monsignori lefebvriani). Al fronte della protesta si aggiunge ora il presidente della conferenza episcopale olandese, mons. Van Luyn, secondo il quale «ciò che è un successo, è un disastro» e i collaboratori del pontefice avrebbero dovuto prevenire la vicenda Williamson in cui spiccano le sue dichiarazioni «urtanti, ciniche, totalmente antistoriche, diametralmente opposte a tutto ciò che il concilio Vaticano II e la Chiesa hanno sviluppato nei confronti dell´ebraismo». E´ come se fosse saltato il coperchio di una pentola a pressione. Sotto accusa, in realtà, è lo stile di governo marcatamente monarchico di Benedetto XVI. Sulla scia della Merkel si muovono anche altri leader politici. In Polonia sia il presidente del Senato Borusewicz che il presidente della Camera (Sejm) Komorowski hanno criticato la decisione del Papa, che crea confusione su un´equivalenza tra sostenitori e avversari delle riforme conciliari. Anche alla Cei il nuovo segretario, monsignor Crociata, rimarca la necessità che i lefebvriani accettino «tutto il Vaticano II». Duro il commento di Famiglia cristiana: tutta l´operazione recupero degli scismatici lefebvriani, «con un vescovo che nega l´olocausto degli ebrei e preti che contestano l´esistenza delle camere a gas», avrebbe meritato «ben altra regia e comunicazione». Di più, «rischia di appannare l´immagine della Chiesa cattolica e del Vaticano II».
Unica nota positiva, i rapporti con Israele. Preannuncia il cardinale Bertone che il viaggio papale in Terrasanta «è in studio avanzato».
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