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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera - Il Giornale - La Stampa - La Repubblica - L'Unità Rassegna Stampa
02.02.2009 La tregua che non c'è
Rassegna di disinformazioni con due eccezioni

Testata:Corriere della Sera - Il Giornale - La Stampa - La Repubblica - L'Unità
Autore: Gian Micalessin-Alberto Stabile-Aldo Baquis-Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Ancora razzi su Israele E Olmert minaccia: Reazione sproporzionata - Hamas : Sì alla tregua di un anno - Olmert: reagiremo in modo smisurato. Hamas dice sì all'Egitto: un anno di tregua. Ma Israele non sembra interessato - Razzi da Gaza, Israele bombarda»

Ecco come i giornali di oggi, 02/02/2009, riportano la risposta che il premier israeliano Olmert ha dato agli attacchi provenienti da Gaza.

Di seguito la cronaca di Gian Micalessin sul GIORNALE che riporta correttamente i fatti: Hamas, nonostante circolino indiscrezioni sulla sua propensione alla tregua proposta dall'Egitto, continua a permettere i bombardamenti di Israele.

IL GIORNALE - Gian Micalessin : "Hamas : " Sì alla tregua di un anno ". Ma il lancio di razzi non si ferma "

Gaza - Guerra o pace? A otto giorni dal voto i leader israeliani hanno deciso di rispondere a muso duro alle nuove salve di missili e mortaio da Gaza che ieri hanno ferito due militari e un civile. In serata Hamas ha denunciato un raid dell’aviazione con la Stella di Davide nel centro della Striscia conclusosi peraltro senza vittime. La tensione è dunque altissima ma la partita a scacchi medorientale continua. Lo sa bene Hamas, che sfruttando le divisioni tra il premier uscente Ehud Olmert, il ministro della Difesa Ehud Barak e quello degli Esteri Tzipi Livni lascia agli altri gruppi armati il lancio dei missili e negozia con l’Egitto una tregua di un anno che prevede il ritorno di Fatah nella Striscia.
Stando alla tv satellitare Al Arabya l’organizzazione fondamentalista è pronta a lasciare il controllo del confine meridionale di Gaza agli uomini del presidente palestinese Mahmoud Abbas e consentire la riapertura dei valichi di Rafah con l’Egitto già giovedì. Il diavolo si nasconde come sempre nei dettagli. A farlo capire ci pensa Amos Yadlin, capo dell’intelligence militare israeliana, intervenendo al consiglio dei ministri. «Hamas è stato ben dissuaso, ma non fa nulla per fermare le altre fazioni dal colpirci», spiega il generale avvertendo che Hamas userà il paravento della riconciliazione palestinese «per prendere il controllo dell’Olp e mettere fine al concetto di due Stati». Consapevole di poter contare su consensi ben più vasti del delegittimato presidente Abbas, il gruppo radicale prepara la trappola finale. Da una parte accoglie una minuscola forza di Fatah in una Gaza dove regna egemone, dall’altra pretende di entrare nell’Olp per assumerne il controllo. La strategia fondamentalista verso Israele è più a breve termine e punta a sfruttare al meglio sia l’era Obama, sia le emozioni suscitate dalle immagini delle rovine e dei morti di Gaza. Reagendo «in maniera severa e sproporzionata» - come aveva annunciato il premier Ehud Olmert nel consiglio dei ministri di ieri mattina, prima del raid serale - Israele potrebbe venir accusato di far saltare in un colpo solo l’offerta di tregua, la riapertura del valico di Rafah e il ritorno di Mahmoud Abbas a Gaza. Questo intricato scenario e l’imminente elezione contribuiscono ad infiammare le divisioni interne. Ehud Barak, deciso a strappare voti moderati a Kadima, fa capire di accontentarsi della lezione impartita ad Hamas per puntare ora su un periodo di tranquillità. E risponde a muso duro a Tzipi Livni che invoca una nuova durissima rappresaglia e l’accusa di «voler raggiungere un accordo con Hamas».
«In tempo d’elezioni sentiamo sempre un sacco di chiacchiere da parte di persone che non hanno mai tenuto un’arma in mano e non capiscono le condizioni in cui dobbiamo agire», replica l’ex ufficiale più decorato d’Israele. Tzipi Livni non può proporre nulla di diverso. Gli ultimi sondaggi attribuiscono al suo Kadima 25 seggi contro i 28 del Likud di Benjamin Nethanyau. Per coronare il sogno di aspirante Golda Meir il ministro degli Esteri deve dunque rubar consensi ad una destra pronta - grazie all’alleanza con ultra-ortodossi e gruppi estremisti - a guidare il parlamento con una maggioranza di almeno 65 voti su 120. 

La redazione della STAMPA  titola il pezzo di Aldo Baquis " Olmert: reagiremo in modo smisurato. Hamas dice sì all'Egitto: un anno di tregua. Ma Israele non sembra interessato ". In realtà non ci sono state dichiarazioni ufficiali  di Hamas riguardo alla tregua. Inoltre il titolo non chiarisce  a che cosa Olmert intenda reagire. La notizia che Israele non sarebbe interessata alla tregua è del tutto priva di fondamento, in un momento nel quale Hamas non ha ufficialmente accettato tale tregua e  i lanci di razzi sul territorio israeliano continuano. Non c'è di fatto nulla a cui Israele possa essere o meno  interessato.
E' importante sottolineare che il termine "smisurato" è una errata traduzione delle parole di Olmert, che ha parlato di una reazione "disproportionate", cioè non identica nelle proporzioni.
Su questo diffuso errore di traduzione, che è una forma di disinformazione, perché lascia presagire una reazione israeliana di enormi proporzioni, segnaliamo la puntuale lettera di un nostro lettore, al seguente link:


http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=90&id=27921

La REPUBBLICA  non smentisce la sua linea filopalestinese, pubblicando l'articolo di Alberto Stabile " Razzi da Gaza, Israele bombarda. Olmert: pronti a reazioni sproporzionate ". Il titolo è fuorviante: non chiarisce chi sia l'aggressore e non fa cenno ai feriti israeliani: quando questi ultimi sono  palestinesi vengono sempre segnalati. Il sottotitolo dà per certa una volontà di Hamas di accettare una tregua che non è avvalorata da nessuna dichiarazione ufficiale e che contrasta con la licenza di continuare a colpire Israele che il gruppo islamista ha di fatto assicurato alle altre formazioni terroristiche che operano dalla Striscia.

L'UNITA' , con l'articolo di Udg " Nuovi razzi, Omert minaccia. ' Hamas: sì a tregua di dodici mesi ", fa anch'esso credere al lettore che Hamas abbia formalmente accettato la proposta egiziana di una tregua di dodici mesi
Inoltre  il titolo è ambiguo perchè sembra attribuire i razzi a Olmert invece che ad Hamas.

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