Da La STAMPA del 23 gennaio 2009, l'articolo di Giacomo Galezzzi "Il Papa valuta se revocare la scomunica a un negazionista":
Le camere a gas naziste non sono mai esistite. Nei lager sono morti 200 mila e non 6 milioni di ebrei», dichiara il vescovo lefebvriano Richard Williamson, uno dei quattro presuli che Benedetto XVI si appresta a riaccogliere nella Chiesa revocando una scomunica durata vent’anni. «Nessun ebreo è morto nelle camere a gas - afferma monsignor Williamson in un’intervista alla tv pubblica svedese Svt -. Le prove storiche vanno contro il fatto che sei milioni di ebrei siano stati uccisi come effetto di un ordine deliberato di Adolf Hitler».
Parole pesanti come macigni, che riaprono la polemica fra la Chiesa e il mondo ebraico, già particolarmente accesa dopo Pio XII beato e la preghiera del venerdì santo per la conversione degli ebrei. Una tensione culminata nella protesta dei rabbini italiani che una settimana fa, per la prima volta, hanno disertato la giornata del dialogo cattolico-ebraico.
Benedetto XVI aveva già compiuto uno storico passo in favore dei tradizionalisti firmando il «motu proprio» che nel 2007 ha liberalizzato la messa in latino. Ora la revoca della scomunica a Williamson e ai suoi tre confratelli rischia di riaprire una ferita che non si è mai rimarginata fino in fondo. Nel rabbinato italiano viene contestata la giustificazione che il Papa non sapesse delle prese di posizione negazioniste di Williamson al momento di cancellare la scomunica, poiché il vescovo britannico non è nuovo a queste uscite avendo affermato nel marzo scorso di credere fermamente nella veridicità dei «Protocolli dei savi di Sion», il famigerato documento antisemita d’inizio Novecento che conteneva un falso piano ebraico di dominio del mondo da realizzarsi attraverso il controllo della finanza internazionale e la promozione di guerre e rivoluzioni ovunque.
La stessa Fraternità di San Pio X (la comunità scismatica originata dalla ribellione di Marcel Lefebvre al Concilio Vaticano II e di cui Williamson è vescovo) ha spesso assunto posizioni che ostacolano pesantemente il dialogo con gli ebrei. Fra l’altro l’imminente riabilitazione di Williamson incrocia in modo inevitabile il problema legato a Pio XII e al ruolo giocato dalla Chiesa e dalla cultura cattolica nella persecuzioni contro gli ebrei.
Insomma se da una parte la scelta del Papa di azzerare la scomunica risolve una questione che la Chiesa si trascina da più di vent’anni, dall’altro spalanca per la Santa Sede un nuovo fronte critico verso l’ebraismo. Dopo due decenni di allontanamento dalla Chiesa di Roma, i tradizionalisti, infatti, lefebvriani stanno per esservi riaccolti. E’ pronto il decreto di revoca della scomunica da parte del papa nei confronti dei quattro vescovi illegittimi scismatici. In attesa di una comunicazione ufficiale da parte della Santa Sede, la Fraternità Sacerdotale San Pio X si trincera nel silenzio. Una frattura all’interno della cattolicità che, salito al soglio pontificio, Benedetto XVI si è impegnato a sanare.
Joseph Ratzinger ha prima ricevuto a Castel Gandolfo, poco dopo la sua elezione nel 2005, una delegazione di lefebvriani, poi ha consultato sul tema della riconciliazione con i seguaci di Lefebvre i cardinali riuniti in Vaticano. Adesso il Pontefice ha deciso di revocare la scomunica, spiegano in vaticano, «in significativa concomitanza con la conclusione della settimana per l’unità dei cristiani e il cinquantesimo anniversario della convocazione del Concilio da parte di Giovanni XXIII». Benedetto XVI auspica che il Concilio non venga interpretato come una «rottura» rispetto al passato ma come «continuità» del magistero ecclesiastico.
Nella lettera scritta ai lefebvriani lo scorso giugno dal cardinale Dario Castrillon Hoyos, il Vaticano glissava sul riconoscimento del Concilio da parte degli scismatici. Il presidente di «Ecclesia Dei», la commissione pontificia incaricata di ricucire i rapporti con i tradizionalisti, si limitava a chiedere, tra le precondizioni della revoca della scomunica, il riconoscimento del ruolo, dell’insegnamento e della persona del Papa.
Un' intervista di Giacomo Galeazzi al rabbino Riccardo Di Segni, sempre da pagina 21 de La STAMPA , "Se lo fa davvero sarebbe l'affronto più grave"
Si aspettava che il Papa riaccogliesse nella Chiesa chi nega le camere a gas?
«Sono sconcertato di fronte all’orrore di un negazionismo tanto più grave e imbarazzante perché proviene da un esponente ecclesiastico. Mi chiedo come Benedetto XVI potesse ignorare posizioni del genere quando ha deciso la riammissione nella Chiesa. E’ una situazione terribile, perché adesso il Papa non può revocare la scomunica agli altri tre vescovi e al britannico negazionista no. Trovo inconcepibile che il Papa non sapesse chi fosse».
Dopo Pio XII beato e la preghiera del Venerdì santo, si apre un nuovo fronte con l’ebraismo?
«Mi sforzo di sperare che quello di Benedetto XVI sia un errore, un’orribile gaffe. Voglio pensare che non conoscesse i termini reali del problema, altrimenti sarebbe davvero una ferita profonda al dialogo con l’ebraismo. Per usare un eufemismo, non è certo un gesto distensivo verso gli ebrei».
Cosa la ferisce di più?
«In questo modo rivive l’angoscia che ha tormentato tutti i sopravvissuti all’Olocausto. Per decenni hanno combattuto con la drammatica coscienza che nessuno li credeva. Alcuni ripetono che, usciti dai lager, ogni volta che descrivevano le tragedie inflitte dalla Shoah c’era sempre qualcuno dietro che faceva il segno come per dire “questo è matto”. Ecco ora l’orrore rivive e il fatto che avvenga dentro la Chiesa è un’aggravante».
Da pagina 13 de La REPUBBLICA, di Goffredo De Marchis , "Agcom, Santoro si appella a Napolitano "L´autorità di garanzia occupata dai partiti"
ROMA - L´authority per le Comunicazioni «è occupata dai partiti», ha smarrito il senso della sua terzietà, perciò Michele Santoro chiede al presidente della Repubblica, «con grandissimo rispetto», un intervento. È un appello lanciato direttamente a Giorgio Napolitano, quello del conduttore di Annozero all´inizio della trasmissione ieri sera. Dunque si apre un altro fronte, dopo una settimana di polemiche legate alla puntata sul conflitto israelo-palestinese conclusa con la censura del consiglio di amministrazione della Rai al programma. L´autorità guidata da Corrado Calabrò ha sanzionato Annozero proprio ieri per una puntata andata in onda otto mesi orsono in cui Beppe Grillo offendeva lo stesso Napolitano e Umberto Veronesi.
Santoro sferra subito, alle 21,05, il suo attacco all´organismo di garanzia. «Non è accettabile, non è tollerabile - dice - che l´Agcom deliberi una multa nei nostri confronti per una vicenda di quasi un anno fa, a tempi scaduti per poter comminare questo tipo di provvedimento e con un´opposizione molto forte di una parte consistente della stessa Authority che giudica illegittimo questo intervento». Per Santoro Napolitano dovrebbe comportarsi come ha fatto per lo scontro tra le procure di Catanzaro e Salerno. Cioè intervenire direttamente «perché l´authority ha l´avallo dalla presidenza della Repubblica» anche se nel caso specifico l´organismo che vigila sulle Comunicazioni è stato varato da un altro capo dello Stato. «Un´agenzia non può comportarsi così - insiste Santoro -. Mi chiedo se non sia il caso anche in questa circostanza di chiedere le carte visto che uno di quelli che si sono accaniti contro di noi è stato beccato al telefono mentre parlava di Berlusconi come del grande capo e di come sferrare un attacco a Prodi. Figuriamoci al povero Santoro, povero tra virgolette e le virgolette le metto io...». Il giornalista si riferisce a Giancarlo Innocenzi, componente dell´Agcom che compare nelle intercettazioni del caso Saccà ed è stato poi censurato dall´agenzia per la violazione del codice etico.
La puntata di ieri è stata dedicata alle vicende giudiziarie di Napoli, agli appalti di Alfredo Romeo, alla bufera che ha investito la sinistra e la destra, ospiti in studio Antonio Di Pietro, il democratico Giorgio Tonini, Alfredo Mantovano per il Pdl. Alcuni intercettazioni che riguardano i rapporti di Romeo con la Margherita e con Alleanza nazionale, e altre sul figlio di Di Pietro, Cristiano, sono state sceneggiate con l´aiuto di attori professionisti. La partecipazione dell´ex pm è stata criticata da Maurizio Gasparri: «Di Pietro scappa come un coniglio da veri confronti e si rifugia tra le mura amiche di Annozero dove racconta bugie e non ammette le palesi complicità sue e del figlio con Mautone. Siamo al favoreggiamento degli indagati da parte del servizio pubblico».
Ma Santoro è tornato anche sulle polemiche per la puntata su Gaza. Non ha risposto direttamente alla censura del Cda e al presidente Claudio Petruccioli. Ma si è difeso richiamandosi al Papa e allo scrittore israeliano David Grossman. «Anche loro hanno detto del massacro di Gaza. Noi abbiamo mostrato le immagini della strage dei bambini e condiviso le parole della scrittrice israeliana Manuela Dviri che ha spiegato come tutti dobbiamo sentirci responsabili per non avere impedito quel massacro. "Siamo tutti assassini" ha detto la Dviri ed io ho detto sì». Ma la comunità ebraica di Roma non ha ancora digerito la trasmissione della scorsa settimana. E ieri sera una cinquantina di persone appartenenti alla comunità ha manifestato davanti al Teatro delle Vittorie, a Roma, da dove vanno in onda le puntate di Annozero. I manifestanti hanno srotolato bandiere inneggiando allo stato d´Israele.
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