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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio - Il Manifesto Rassegna Stampa
23.01.2009 Se Lorenzo Cremonesi incomincia a cantare fuori dal coro della disinformazione
reazioni a confronto

Testata:Il Foglio - Il Manifesto
Autore: la redazione
Titolo: «Le bufale di Hamas»

Dalla prima pagina e da pagina 3 del FOGLIO del 23 gennaio 2009. "Le bufale di Hamas":

Gerusalemme. Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo formidabile dell’inviato Lorenzo Cremonesi, che era riuscito a entrare nella Striscia di Gaza dentro un’ambulanza prima che i combattimenti finissero, quando il resto dei giornalisti aspettava sul confine, ed è finito pure sotto il fuoco israeliano. Il pezzo del Corriere demolisce le cifre fornite da Hamas sul numero di vittime civili nei 22 giorni di guerra. Cifre inspiegabilmente, finora, date per buone. “C’è un dato che sta emergendo sempre più evidente visitando cliniche, ospedali e le famiglie delle vittime del fuoco israeliano – scrive Lorenzo Cremonesi – In verità il loro numero appare molto più basso dei quasi 1.300 morti, oltre a circa 5.000 feriti, riportati dagli uomini di Hamas e ripetuti da ufficiali Onu e della Croce Rossa locale. ‘I morti potrebbero essere non più di 500 o 600. Per lo più ragazzi tra i 17 e 23 anni reclutati tra le fila di Hamas che li ha mandati letteralmente al massacro’, ci dice un medico dell’ospedale Shifah che non vuole assolutamente essere citato, è a rischio la sua vita. Un dato però confermato anche dai giornalisti locali: ‘Lo abbiamo già segnalato ai capi di Hamas. Perché insistono nel gonfiare le cifre delle vittime? Strano tra l’altro che le organizzazioni non governative, anche occidentali, le riportino senza verifica. Alla fine la verità potrebbe venire a galla”. Al Foglio l’inviato conferma: “Ho visto gli ospedali, in genere in zone di guerra per ogni morto ci sono in media tre feriti gravi, non ho assolutamente visto queste cifre a Gaza. Cito anche reporter locali ‘very senior’ che conosco da molto tempo e dicono 500, 600 uno si è spinto a 700, ma non oltre”. Il precedente che viene subito in mente è quello di Jenin nel 2002. Durante l’offensiva israeliana nel campo profughi si parlò di 1.500 morti. L’agenzia palestinese Wafa, citando fonti mediche, parlò di “massacro del Ventunesimo secolo”. Il rappresentante palestinese alle Nazioni Unite, Nasser al Kidwa, descrisse alla Cnn “gli elicotteri che stanno bersagliando con i missili un chilometro quadrato affollato da 15.000 persone”. La stampa inglese, Guardian, Independent e Times, si bevve subito la storia. Poi venne fuori che c’erano soltanto 56 vittime, di cui 45 erano guerriglieri caduti combattendo. Cremonesi mette in dubbio anche il numero ufficiale dei feriti, 5.000, perché ha fatto il giro degli ospedali – che da fuori la Striscia tutti descrivevano “al collasso” – e li ha trovati semivuoti. “Molti letti sono liberi all’Ospedale europeo di Rafah, uno di quelli che pure dovrebbe essere più coinvolto nella ‘guerra dei tunnel’ israeliana. Lo stesso vale per il Nasser di Khan Younis. Solo 5 letti dei 150 dell’Ospedale privato al Amal sono occupati”. E descrive la disperazione degli abitanti di Gaza, che gridavano alle squadre di ragazzini di Hamas, dai 16 ai 23 anni, di andare via, di non attirare con la loro presenza e il lancio di razzi il fuoco degli israeliani. “I più coraggiosi si erano organizzati e avevano sbarrato le porte di accesso ai loro cortili, inchiodato assi a quelle dei palazzi, bloccato in fretta e furia le scale per i tetti più alti”. Amira Hass, l’unica giornalista israeliana dentro la Striscia, ha invece per prima dato la notizia delle esecuzioni segrete di Hamas contro i membri di Fatah. La popolazione di Gaza non è l’incrollabile monolite filoHamas descritto da fuori. Il numero delle vittime di Gaza non è definitivo, ancora nascosto nella nebbia della guerra. Ieri l’esercito israeliano ha contestato le stime del Corriere e ha detto che il numero finale dei morti si avvicinerà a 1.300, dei quali però 750 soldati di Hamas

La reazione del MANIFESTO all'articolo di Cremonesi è stizzita. Forse per la consapevolezza di aver perso un prezioso alleato.
Da pagina 11, "Le 600 vittime del Corriere":


«600. Le vittime dell'attacco israeliano secondo nuove stime». Così ieri
il Corriere della Sera, con cifra gigante
su box rosso. L'arabo perde il pelo
ma non il vizio e, come per la distruzione del campo profughi di Jenin nel 2002, gonfia la contabilità dei morti,
che non hanno nemmeno l'onore
di essere definiti «palestinesi».
Nel pomeriggio però arriva
la rivendicazione dell'esercito israeliano:
ne abbiamo ammazzati circa 1.300.
Se proprio ha sentito la necessità
di ridimensionare i massacri
nella Striscia, il quotidiano
di via Solferino non avrebbe
fatto meglio ad abbracciare
tout court la propaganda israeliana, secondo la quale i 1.300
sono stati uccisi perché Hamas
usa i bambini come scudi umani?

Si noti che Cremonesi non ha espresso una propria stima sulle vittime, ma ha riportato le valutazioni di un medico palestinese. L'esercito israeliano, inoltre, ha affermato che la maggior parte dei morti palestinesi erano terroristi.

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