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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera - Il Giornale Rassegna Stampa
12.01.2009 10 febbraio, elezioni in Israele ?
le analisi di Francesco Battistini e R.A. Segre

Testata:Corriere della Sera - Il Giornale
Autore: Francesco Battistini - R.A. Segre
Titolo: «Tzipi-Condi, amiche-nemiche divise dalla risoluzione Onu - Nel listino politico sale la stella di Barak Tzipi Livni in caduta libera»
Dal CORRIERE della SERA del 12 gennaio 2009, riportiamo l'articolo di Francesco Battistini "Tzipi-Condi, amiche-nemiche divise dalla risoluzione Onu ":

GERUSALEMME — «Condi è più d'una collega: è un'amica. Ammiro la sua determinazione» (settembre 2008). «Mi piace stare con Tzipi. La conosco dal '99, ho imparato quanto vada fiera dei suoi bambini. E anche quando usciremo di scena, lo so, resteremo amiche » (dicembre 2008). Guai a confondere un alleato con un amico, ammoniva Napoleone: l'hanno capito anche le due primedonne dello scenario mediorientale, legate da una vita e divise da tre giorni. Da giovedì notte per la precisione, ore 3.30, quando all'Onu è andato in scena il più impensabile dei tradimenti: la segretaria di Stato americana, Condoleezza Rice, l'alleata di tutti i bombardamenti, che non muove un dito, lascia che il Consiglio di sicurezza voti la risoluzione 1860, quella che impone un immediato cessate il fuoco a Gaza, obbligando Israele a spicciarsi con l'attacco di terra ed esponendo l'amica Tzipi Livni ai cecchini della campagna elettorale israeliana.
Che coltellata. Da Gerusalemme, partono accuse feroci a Condi: è stata lei a lavorare dietro le quinte perché la 1860 passasse, nonostante le promesse. Quando Tzipi se n'è accorta, ha cercato l'amica sette volte al telefono. Toni accesi. Tutto inutile. A sorpresa, inaudito, la Rice non solo escludeva d'usare il suo diritto di veto: era pure pronta a votare la risoluzione. Solo una chiamata del premier Ehud Olmert a Bush in persona, e uno squillo dalla Casa Bianca, hanno evitato l'incidente. La capa della diplomazia americana s'è astenuta ma assieme ai ministri francese e inglese, Bernard Kouchner e David Miliband, ha comunque detto no a un rinvio del voto, come speravano invece gl'israeliani, riaprendo nel governo Olmert la sfida tra Tzipi e il ministro laburista della Difesa, Ehud Barak. «Mi congratulo con la collega Livni per il fallimento dei suoi sforzi diplomatici », attacca ora Binyamin Ben-Eliezer, laburista. Poi, storpiandone apposta il nome: «Mi spiace per come Condoleezzia concluda il suo mandato...». I generali sono furiosi: «Questo è lo Yom Kippur della diplomazia — confida uno — siamo stati colti completamente di sorpresa. Avevamo chiesto più tempo per l'operazione, dovremo accelerare». Dice la vice di Barak, Matan Vilnai: «La risoluzione Onu non ci lascia molto margine di manovra». I laburisti fiutano consensi elettorali: «Siamo andati in guerra con un credito internazionale mai avuto. Tutti hanno lavorato benissimo, tranne la macchina delle pr: avevamo Bush dalla nostra parte, è passata la linea dei Paesi arabi». L'opposizione del Likud prepara manifesti anti-Livni («Non ci fidiamo di lei», «una leader debole») e carica: «Invece di dare interviste — spara il deputato Gidon Saar — Tzipi avrebbe fatto meglio a scendere nell'arena dell'Onu e combattere».
Risalita (ma non troppo) nei sondaggi d'opinione e accreditata d'una possibile vittoria a febbraio, la leader del Kadima mette l'elmetto: le forze armate avevano chiesto due settimane e questo hanno avuto, sapevano che cosa stava succedendo, «chiaro che non sono soddisfatta della risoluzione Onu, ho fatto di tutto per impedirla, ma mi spiace che colleghi di governo approfittino di questo per avere un risultato elettorale». Furiosa, Tzipi. Delusa. Ma se le chiedono di Condi, per adesso sorvola: «Non ho sentito la signora Rice nelle ultime ore».

Sul GIORNALE , a pagina 12, segnaliamo l'analisi di R. A. Segre "E nel listino politico sale la stella di Barak Tzipi Livni in caduta libera", non disponibile su internet. Mentre i successi militari a Gaza rafforzano la posizione elettorale di Barak, sostiene Segre, l'insuccesso diplomatico della risoluzione1860, che non menziona le responsabilità di Hamas nel conflitto, né il soldato israeliano sequestrato, Gilad Shalit, indebolisce quella di Tzipi Livni.

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