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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.01.2009 Condanna a morte per le "spie" di Israele: la legge di Hamas a Gaza
intanto si continuano a scoprire i tunnel per il trasporto di armi

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 gennaio 2009
Pagina: 0
Autore: Francesco Battistini - Guido Olimpio
Titolo: «E per le «spie» nella Striscia condanna a morte immediata - Sensori made in Usa per scoprire i tunnel»

Dal CORRIERE della SERA dell'8 gennaio 2009, l'articolo di Francesco Battistini E per le «spie» nella Striscia condanna a morte immediata (pagina 9)

GERUSALEMME — Un telefonino troppo caldo. Una chiamata dietro la casa d'un capo di Hamas. Una simcard che ha tenuto in memoria qualche numero con lo 054, cellulare israeliano. In queste ore ci vuol poco a passare per spia, nella Striscia. E a ricevere l'attenzione spiccia degli uomini di Ismail Haniyeh: sei condanne a morte in tre giorni.
Eseguite subito, spesso in strada. A Jabalya, dicono testimoni che non danno nome, tre fratelli sono stati arrestati, «processati», ammazzati con un colpo di pistola. Lo conferma la milizia islamica, che s'era insospettita per la precisione di certi raid aerei e di terra, «obbiettivi impossibili da individuare senza qualcuno che dà indicazioni: del resto, tutte le persone che abbiamo condannato a morte, prima hanno confessato la colpa». I tre fratelli, in particolare, sono stati chiamati a una pubblica ammissione di responsabilità, davanti a una sorella «che ha detto di voler tagliare ogni rapporto con loro e con un cugino, arrestato nei giorni scorsi per il medesimo tradimento: è accusato d'avere guidato l'assassinio di Amar Karmut, ex comandante delle Brigate Salah Al Din». Altre condanne a morte sono state eseguite la scorsa settimana, quando Israele aveva bombardato la prigione di Gaza e consentito la fuga di sospetti collaborazionisti. Catturate, le presunte spie non hanno dovuto aspettare nemmeno che si spiegasse la motivazione della sentenza: le hanno punite sul posto, con un colpo alla tempia.

E quello di Guido Olimpio "Sensori made in Usa per scoprire i tunnel" :

Uomini che scavano come talpe. Altri che li cercano.
È la guerra dei tunnel. E gli ultimi a combatterla sono i palestinesi con gli israeliani. Prima di loro, durante il conflitto del Vietnam, i pazienti vietcong costruiscono a Cu Chi una vasta rete di depositi e rifugi. Gli americani per scoprirli formano un'unità speciale, i «ratti» di Cu Chi, soldati che sfidano trappole e claustrofobia. Più a Oriente, i nord coreani scavano gallerie gigantesche in previsione di un attacco al Sud. E poi esportano la tecnica in Medio Oriente, insegnando all'Hezbollah libanese come realizzarli. I guerriglieri imparano davvero bene. Quando nel 2006 gli israeliani entrano nel Libano sud, trovano brutte sorprese. Una ragnatela di bunker sofisticati, zeppi di armi.
La pala e il piccone passano poi ad Hamas, che si ispira ai libanesi per costruire le sue difese sotterranee.
In realtà, lungo il confine meridionale di Gaza, i trafficanti scavano da anni tunnel per contrabbandare l'impossibile. Medicine, bibite, sigarette, animali e razzi. Già nel 2000, durante una visita nella Striscia, un alto ufficiale israeliano mi aveva segnalato «il problema dei tunnel», ma non sembrava troppo preoccupato.
Oggi è Il Problema, aggravato dall'embargo e dalle manovre di Hamas che «tassa» i contrabbandieri e si rifornisce di armi attraverso le gallerie.
Per risolverlo Gerusalemme conta molto sulla tecnologia americana. I genieri dell'Us Army hanno particolari sensori in grado di individuare i tunnel.
Strumenti migliori di quelli usati da Israele, forse più agili delle tante soluzioni proposte: un canale d'acqua lungo il confine con l'Egitto; l'inserimento in profondità di lunghe lastre d'acciaio; le esplosioni controllate; potenti idranti puntati nel sottosuolo. Ma alcuni osservatori sottolineano come sia arduo fermare un traffico che non solo arma Hamas ma rappresenta la vita per centinaia di civili, sia egiziani che palestinesi.
Servono una volontà internazionale e magari introiti alternativi per chi campa con i tunnel. Altrimenti domani si ricomincia.

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