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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
20.12.2008 Un servizio da Beirut ambiguo e ostile verso Israele
sul quotidiano diretto da Antonio Polito. Come mai ?

Testata:
Autore: Valeria Brigida
Titolo: «Hezbollah in piazza per sostenere Hamas»

Sul RIFORMISTA di oggi, 20/12/2008, a pag.15, un servizio di Valeria Brigida dal titolo " Hezbollah in piazza per sostenere Hamas ", L'abbiamo letto con un senso di fastidio e stupore. Ci chiediamo come un giornale come il RIFORMISTA, dalla chiara linea filoccidentale, pubblichi dei servizi ambigui coe questo da Beirut, L'autrice non distingue, nell'impostazione del suo pezzo, le differenze profonde fra terroristi e democrazia, le azioni di Hezbollah sono equiparate a quelle di Israele, del quale viene persino messo in dubbio il diritto a difendersi. Lo stato ebraico viene presentato in tutto l'articolo in modo decisamente ostile. Chiediamo ai nostri lettori di segnalarlo al direttore Antonio Polito, chiedendogli se il pezzo di Valeria Brigida esprime la posizione del suo giornale. Ecco l'articolo:

Beirut. «Freedom for Gaza». Libertà per Gaza: questo lo slogan che ieri dominava l'imponente corteo per le strade dei sobborghi di Beirut sud. E, proprio ieri, le brigate Qassam, braccio armato di Hamas, hanno ufficialmente dichiarato la fine della tregua iniziata lo scorso 19 giugno con Israele, grazie alla mediazione egiziana. In un comunicato diffuso via internet si legge: «Il cessate-il fuoco non sarà rinnovato perché il nemico sionista non ha rispettato le condizioni».
Accuse reciproche, quelle tra Israele e Hamas, per aver violato gli accordi di sei mesi fa. Hamas è intenzionato a rispondere a ogni attacco israeliano sulla Striscia di Gaza. «Se la situazione lo richiede - ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak - noi agiremo». Il Libano non è rimasto a guardare. Decine di migliaia di persone sono accorse da tutto il Paese al richiamo lanciato lo scorso lunedì dal segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah. Anziani, adolescenti e addirittura bambini spinti in carrozzina da donne avvolte, da capo a piedi, in pesanti vesti nere. Libanesi e palestinesi, insieme in un'unica marcia. «La gente di Gaza - urlava Sheikh Naim Kassem, numero due del Partito di Dio - non sarà mai sconfitta perché ha scelto il patto della Resistenza». «E - ha proseguito - noi siamo con la Resistenza». Una "resistenza regionale", dunque, non più solo nazionale.
La sua voce, diffusa attraverso gli innumerevoli altoparlanti posti a tutti gli angoli delle strade, sembrava inferocita. Infervorata. Un fiume umano trascinava bandiere palestinesi ed hezbollah lungo le strade di Dahiye (Beirut sud). Quindi, confluito a Sayyed al Shouhadaa', quartiere che ancora porta i segni dei pesanti bombardamenti israeliani del 2006, gridava: «I palestinesi rimarranno in Palestina, i sionisti saranno gli unici a essere cacciati!». E, ancora: «Morte all'America, morte a Israele». La scena si ripeteva in più punti del Libano, da nord a sud. La voce di Kassem incalzava, ma non proveniva da un palcoscenico. Lo sceicco, infatti, ha deciso di non apparire in pubblico e di diffondere il suo messaggio "live", contemporaneamente in tutti i luoghi di raccolta, da un luogo segreto.
Intanto a Gaza i militanti palestinesi lanciavano razzi e mortai su numerosi villaggi israeliani, gli aerei con la stella di David rispondevano con «raid punitivi». Da Beirut Naim Kassem ha criticato «il sospettoso silenzio arabo e internazionale» sul trattamento riservato agli abitanti di Gaza. E ha puntato il dito anche contro il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, «colpevole» d'inerzia di fronte all'assedio di Gaza. Molti manifestanti raccontano al Riformista che l'intento è quello di fare anzitutto pressione sul governo egiziano affinché siano riaperte le frontiere di Rafah, unica «valvola d'ossigeno» per la crisi umanitaria in atto a Gaza. Quindi, di scuotere l'opinione pubblica araba e internazionale. Un ragazzo più scettico e cinico ci rivela il suo stupore di fronte a quella massa accorsa in solidarietà al popolo palestinese, perché «anche in Libano i palestinesi sono un problema, un peso per la società». «L'unica spiegazione - ha continuato - è Israele: il nemico unico». «Vergognoso rimanere inerti a guardare Gaza sotto assedio, per questo - ha annunciato Kassem - è necessario tornare in Palestina con aiuti e armi».

Per inviare al Riformista la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.


info@ilriformista.it

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