Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
I razzi della Jihad, l'inviato dell'Onu, il boicottaggio delle colonie esempi di disinformazione e di doppio standard
Testata:Il Riformista - La Stampa - La Repubblica - Il Manifesto Autore: la redazione - Michele Giorgio Titolo: «Razzi su Israele la tregua si allontana - L'Onu contro Israele per l'espulsione di Falk Il relatore sui diritti umani - boicottate, è fuga dalle colonie»
La Jihad islamica "rivendica il lancio di quattro razzi contro lo stato ebraico in rappreseglia per l'omicidio di uno dei suoi militanti vin Cisgiordania". Invece " il leader in esilio di Hamas, Khaled Meshaal, aveva spiegato la decisione di non rinnovare la tregua con il mancato mantenimento degli impegni presi da parte di Israele". Il RIFORMISTA del 17 dicembre 2008 riporta queste dichiarazioni senza spiegare che in realtà la tregua è stata sistematicamente violata dai gruppi terroristici palestinesi. Non viene nemmeno spiegato perché Khaled Meshal è a Damasco. Il capo di Hamas non è affatto "in esilio". Dalla capitale siriana dirige le attività terroristiche di Hamas.
Ecco il testo "Razzi su Israele la tregua si allontana", pagina 12
Due giorni dopo il rifiuto da parte di Hamas di prorogare la tregua con Israele, anche la Jihad islamica si pronuncia contro l'ipotesi e rivendica il lancio di quattro razzi contro lo stato ebraico in rappreseglia per l'omicidio di uno dei suoi militanti vin Cisgiordania. «La tregua con il nemico non ha permesso di realizzare i nostri obiettivi e rappresenta una minaccia contro l'interesse del nostro popolo», ha affermato il gruppo in un comunicato, «Invitiamo tutti i gruppi palestinesi a respingerla e a concentrarsi sui mezzi per far fronte ai piani sionisti». Nel frattempo il presidente palestinese Abu Mazen, che questa settimana andrà da Bush a Washington, per poi proseguire alla volta di Mosca, ha annunciato che convocherà «molto presto» nuove elezioni nei Territori palestinesi, per la mancata riconciliazione con Hamas che controlla la Striscia di Gaza. Domenica il leader in esilio di Hamas, Khaled Meshaal, aveva spiegato la decisione di non rinnovare la tregua con il mancato mantenimento degli impegni presi da parte di Israele. Stando alla direzione di Hamas a Gaza, comunque, l'insieme delle fazioni palestinesi dovrebbe adottare una posizione comune nei prossimi giorni. Il governo di transizione in Israele, da parte sua, ha proclamato la sua volontà di rispettare la tregua se Hamas la osservasse. A Ramallah, in Cisgiordania, anche Abu Mazen ha invitato a mantenere la tregua: «Chiediamo a tutte le parti di mantenerla perché la sua fine peggiorerà le sofferenze del nostro popolo».
"L'Onu contro Israele per l'espulsione di Falk Il relatore sui diritti umani": a pagina 15 della STAMPA. La titolazione di questa breve non fa cenno alla faziosità di Falk, che ha paragonato Israele al nazismo.
"Critiche a Israele, espulso l'inviato Onu" è il fazioso titolo del fazioso breve articolo di REPUBBLICA, che tende a suggerire l'idea che Israele non tolleri il dissenso.
Si deve ricordare che le visite degli inviati speciali Onu devono avvenire in modo concordato con gli stati, e che il mandato di Falk è esso stesso fazioso: gli proibisce rilievi sulle violazioni dei diritti umani da parte dei palestinesi.
Sul MANIFESTO, Michele Giorgio a pagina 10 esalta un successo della campagna di boicottaggio contro Israele nell'articolo "Aziende boicottate, è fuga dalle colonie".
Non risultano iniziative analoghe per altri territori contesi o sottoposti a occupazione militare, come il Kashmir, il Tibet o la Cecenia. Chissà perché.