Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Cinismo su Gilad Shalit, risposte israeliane anteposte alle aggressioni palestinesi la disinformazione di Alberto Stabile e quella di Umberto De Giovannangeli
Testata:La Repubblica - L'Unità Autore: Alberto Stabile - Umberto De Giovannangeli Titolo: «Gaza si tinge di verde per la festa di Hamas»
Da pagina 10 de La REPUBBLICA del 15 dicembre 2008 riportiamo l'articolo di Alberto Stabile «Gaza si tinge di verde per la festa di Hamas "Non rinnoveremo la tregua con Israele"». Stabile scrive che la tregua tra Israele e Hamas non è stata degna di questo nome, ma esemplificando questa affermazione antepone gli effetti (le risposte israeliane) alle cause (le aggressioni palestinesi). Afferma falsamente che solo durante la tregua Israele ha rifornito Gaza di beni essenziali: l'afflusso di questi ultimi non è in realtà mai cessato. A questa disinformazione purtroppo ordinaria, si aggiunge in questo articolo un passaggio che ha dell'incredibile. A proposito dello "spettacolo" di Hamas nel quale ci si fa beffe di Gilad Shalit e della sua famiglia, Stabile trova il coraggio di scrivere"scopo della messinscena: creare un parallelismo tra la prigionia di Shalit e l´assedio che soffoca la gente di Gaza". Chiaramente, questa non è informazione. Lo scopo evidente di Hamas era la propaganda e l'ostentazione di potenza. L'interpretazione di Stabile è solo il tentativo di presentare comunque i palestinesi che ineggiano ai carcerieri di Hamas come vittime. Ed è la sintesi del cinismodi un' "informazione" che denuncia l'"assedio" inesistente di Gaza, ma non la disumana prigionia di Gilad Shalit, che non è nemmeno mai stato visitato dalla Croce Rossa.
Ecco l'articolo:
GERUSALEMME - Hamas celebra il suo ventunesimo anniversario in una Striscia di Gaza sempre più isolata e depressa. E tuttavia, anziché trarre spunto dell´anniversario per ripensare seriamente la strategia seguita finora, i dirigenti del movimento islamico hanno inscenato una spettacolare autocelebrazione, cornice ideale, dal loro punto di vista, per minacciare il nemico israeliano di rompere definitivamente la tregua, o meglio, di non rinnovarla, e per prendersi gioco del «nemico interno» rappresentato dal moderato presidente Mahmud Abbas e da al Fatah. Un occhiata al contesto suggerisce che Hamas si trova in questo momento in una posizione di vantaggio. Gli israeliani sono già scivolati in una campagna elettorale destinata inevitabilmente a rallentare l´azione di governo, a far prevalere la cautela sulle decisione immediate. Così è per la situazione al confine tra il Negev e Gaza dove una tregua indegna di questo nome viene a scadenza il prossimo venerdì 19 novembre. Non è che non si sia combattuto. L´esercito israeliano ha continuato a fare le sue incursioni nel territorio della Striscia, ma meno di prima. Una ventina di palestinesi, la stragrande maggioranza miliziani, sono stati uccisi. Meno di prima. E duecento tra kassam e colpi di mortaio sono stati sparati contro il territorio israeliano. Molto meno di prima. Questa sensibile riduzione della tensione ha permesso ai cittadini di Sderot di dormire qualche notte senza doversi svegliare di soprassalto e al milione e mezzo di palestinesi di Gaza di ricevere qualche convoglio di aiuti umanitari. Sta di fatto che al mantenimento della tregua sono interessati tanto Hamas quanto Israele e non solo per amore della pace, ma anche perché incombe la campagna elettorale e qualunque cosa si dice e si faccia, specie in tema di sicurezza, rischia di diventare un boomerang. Chi l´avrebbe mai detto che il ministro della difesa, Ehud Barak (Labour) sarebbe diventato il più tenace assertore della necessità di mantenere la tregua, mentre la ministra degli Esteri, Tzpi Livni (Kadima) avrebbe abbracciato una linea più intransigente? I dirigenti di Hamas hanno capito le difficoltà d´Israele e provano ad approfittarene. Così in un gioco di sponda tra Gaza e Damasco, ieri, il capo dell´ufficio politico del movimento, Khaled Mashal, da anni ospite del regime siriano, ha detto che «la tregua non sarà rinnovata». Mentre il premier di fatto Ysmail Hanyieh, dal palco della manifestazione ha accusato Israele di non aver mantenuto gli impegni presi, ma s´è guardato bene dal proclamare la ripresa delle ostilità. La cosa, dicono da Gaza, è sotto esame. Dallo stesso palco un attore travestito da soldato Shalit (il militare israeliano da 900 giorni ostaggio di Hamas) ha chiesto aiuto ai suoi genitori e ai suoi governanti. Lo scopo della messinscena: creare un parallelismo tra la prigionia di Shalit e l´assedio che soffoca la gente di Gaza.
Umberto De Giovannangeli riporta le accuse del "premier" di Hamas Haniyeh a Israele, senza spiegare che la tregua, in realtà, è stata ripetutamente rotta da lanci di razzi kassam, da tentativi di infiltrazione e di attentati.
Ecco il testo, da L'UNITA' a pagina 24 "Gaza, la prova di forza di Hamas Giallo sulla tregua con Israele":
La «prigione» si tinge di verde. Nel giorno della prova di forza.Unaprova riuscita. Preparata con cura, per rilanciare una duplice sfida: a Israele e alla leadership palestinese moderata di Mahmud Abbas (Abu Mazen). Hamascompie 21 anni e Gaza si tinge di verde, il colore dell’Islam. Da giorni gli attivisti erano impegnati ad attaccarne i vessilli nelle strade, sui tralicci della corrente elettrica, sulle automobili. Nella tarda mattinata le strade di Gaza City erano un fiume in piena di scolaresche e di attivisti (a piedi, in autobus, anche a cavallo). In definitiva 200 mila persone (mezzo milione, secondo gli organizzatori) si sono stipate nella centrale piazza Katibadi fronte alla gigantografia del fondatore, sceicco Ahmed Yassin, per ascoltare gli interventi dei dirigenti del movimento. Prima però, una macabra performance «teatrale»: Hamas mette in scena il rapimento del soldato israeliano Ghilad Shalit, dal 25 giugno 2006,quando fu rapito dacommando palestinese, tenuto prigioniero a Gaza. Hamas per rilasciarlo esige da Israele la liberazione di oltre 1.000 detenuti palestinese. Nella piece teatrale si vede un anziano israeliano, presumibilmente il padre del soldato, attenderne invano la liberazione. «Come farò - si interroga - a riportarlo in libertà?». Ad un certo punto sul palco appare un giovane con la divisa militare israeliana che si esprime in ebraico. «Shalom papà, shalommamma- dice l’attore palestinese -. Vi prego, dite al premier Ehud Olmert che faccia qualcosa per me...». Applausi convinti, e poi, uomini e donne, rigidamenteseparati, ascoltano le paroparole del leader Ismail Haniyeh. «Ecco che arriva il nuovo presidente della Palestina» dice di lui, con trasporto, lo speaker. Lui, Haniyeh, esordisce con una profonda genuflessione. Poi, tra gli applausi e losventolio incessante di bandiere di Hamas, si gonfia di orgoglio. «I dirigenti della Regione ci osservano per vedere le conseguenze dell’assedio, per vedere se la popolazione abbia preso le distanze da Hamas. La vostra presenza qua - prosegue, alzando la voce - è la risposta per loro». La manifestazione era il messaggio. «È una prova evidente - spiega - che Hamas non è un fenomeno temporaneo, ma è ormai un fatto consolidato sul terreno. Il nostro popolo è più forte, Hamas è più forte. Questo è il nostro messaggio agli americani, a George Bush che si sta congedando e a Barack Obama che sta arrivando, ai sionisti e a quanti li sostengono. Una dopo l’altra, Haniyeh affronta le questioni urgenti della politica palestinese. Sulla tregua a Gaza - che secondo Hamas scade il 19 dicembre, e che le autorità israeliane si dicono pronte a rinnovare - sostiene che Israele si è guardato bene dall’osservarla, nello spirito e nella forma. Nell’ultimo mese, calcola, 20 palestinesi sono rimasti uccisi in incidenti di frontiera. Le valutazioni diHamassulla tregua «sono negative»: eppure - a differenza da quanto dichiarato ieri da Khaled Meshaal, il leader di Hamas a Damasco, citato in un comunicato - Haniyeh non afferma esplicitamente che essa non sarà prolungata. Haniyehnonoffre proroghe al presidente dell’Anp, Il leader di Hamas sottolinea che in base alla Legge fondamentale dell’Anp il mandato di Abu Mazen scade il 9 gennaio 2009, Haniyehnonha dubbi:«Mahmud il moderato» sarà sostituito per 60 giorni dal presidente del Parlamento Abdel Aziz Dweik (che però è detenuto in Israele). Nell’immediato futuro, Haniyeh promette che Hamas cercherà di rompere l’isolamento anche mediante la «intifada delle navi».
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