Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Da Hamas all'Unrwa, dall'Unrwa a u.d.g. il percorso della propaganda
Testata: Autore: Umberto De Giovannangeli Titolo: «Gaza assediata stanno finendo le scorte di cibo»
La "crisi umanitaria" che Israele sarebbe perennemente sul punto di provocare a Gaza viene denunciata per l'ennesima volta, in un'intervista a Umberto De Giovannangeli,da Karen Koning Abu- Zayd, direttrice generale dell'Unrwa, agenzia deputata alla perpetuazione del problema dei profughi, che a Gaza non potrebbe ovviamente operare senza il consenso del locale potere di Hamas: i suoi funzionari nella Striscia non possono perciò essere altro che dei portavoce del gruoppo islamista. U.d.g. e L'UNITA' si guadano bene dal pubblicare con un'evidenza paragonabile a quella concessa alla propaganda di Hamas le smentite israeliane, e persino quelle dell'Autorità palestinese. Basterebbe però fare il conto delle volte in cui la carestia e il collasso del sistema sanitario della Striscia sono stati annunciati come imminenti, senza che ne seguisse mai la catastrofe annunciata, per capire la natura propagandistica di questi allarmi. Mentre conduce la sua guerra di aggressione a Israele, Hamas cerca di fare apparire quest'ultimo come l'aggressore. Con il cortese contributo di giornalisti compiacenti come u.d.g.
Ecco il testo, da pagina 21 dell'UNITA' del 24 novembre 2008, "Gaza assediata stanno finendo le scorte di cibo":
Gaza andrà incontro ad una «catastrofe» umanitaria dagli effetti devastanti se Israele continuerà a fermare gli aiuti verso il territorio palestinese bloccando le vie di accesso. «Gaza non è sotto occupazione, Gaza è sotto assedio». A lanciare il grido d'allarme è Karen Koning Abu- Zayd, statunitense, direttrice generale dell'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. «Il numero di beni fermati negli ultimi mesi ai valichi di frontiera (fra Israele e la Striscia) è il più alto degli ultimi otto anni», sottolinea Abu- Zayd. L'Unrwa fornisce cibo e generi di prima necessità a oltre 800mila palestinesi della Striscia. «Le notizie che ci giungono dai nostri operatori impegnati nei campi profughi della Striscia - racconta la direttrice dell' Unrwa - sono drammatici. La penuria alimentare colpisce soprattutto i bambini. I casi di anemia cronica legati alla malnutrizione aumentano di giorno in giorno». Dottoressa Abu Zayd, qual è oggi la situazione a Gaza? «È una situazione drammatica. I valichi di frontiera non sono mai stati chiusi per così tanto tempo e non abbiamo niente nei nostri magazzini. È la prima volta che gli israeliani impongono delle restrizioni di questo tipo. Ci avevano sempre permesso di far entrare i beni di prima necessità, cibo e medicinali, ma ora non ci permettono neanche questo, Le scorte alimentari stanno esaurendosi. Sarà una catastrofe se la situazione continuerà così». Israele ribattechela chiusura dei valichi è una risposta ai lanci di razzi Qassam contro Sderot, il Neghev, Ashkelon. «Anche in situazioni acclarate di guerra il diritto internazionale pone limiti al coinvolgimento della popolazione civile in azioni di difesa. Questodiscorso deve valere anche per Gaza e la sua gente. Perché Gaza non è sotto occupazione, Gaza è sotto assedio. E questo assedio, lo ripeto, sta portando ad una catastrofe umanitaria. Mi lasci aggiungere che se l'obiettivo del blocco degli aiuti è quello di indebolire i gruppi radicali palestinesi, posso affermare per esperienza diretta, che il risultato raggiunto è esattamente l'opposto. Le restrizioni invece di indebolire Hamas e i gruppi estremisti palestinesi, li stanno rafforzando. La popolazione si sente sempre più isolata, abbandonata ». Come"animali in gabbia".Così ipalestinesi di Gaza descrivono la loro condizione. «Purtroppo è una immagine che dà conto della realtà. I primi a pagare le conseguenze di questo assedio sono i più deboli, le donne, i bambini, gli anziani. I bambini di Gaza, sette su dieci, hanno pesanti carenze di ferro, vitamina A e D. Come si può chiudere gli occhi di fronte a questa tragedia? Se il blocco continuerà, creerà una catastrofe umanitaria dagli effetti devastanti. Israele commette un grave errore nel ritenere che questo assedioprolungato finisca per indebolire i gruppi radicali palestinesi. Lo dico per cognizione di causa: è vero l'opposto». Lei è in continuo contatto con gli operatori dell'Unrwa a Gaza. Oltre lascarsità dei generi alimentari, qual è l'altra emergenza più preoccupante? «È quella sanitaria. La situazione è critica, in particolare nel più grande ospedale di Gaza City (l'ospedale di Shifa, ndr.). Quasi tutti i reparti di terapia intensiva funzionano con l'impianto energetico principale di Gaza alimentato con il carburante di Israele che non arriva da una settimana. A quel che ci risulta molti sono i pazienti a rischio: funzionano a singhiozzo i macchinari per l'ossigeno e quelli per effettuare le dialisi.Apreoccupare maggiormentesono le condizioni deineonati che hanno bisogno di ossigeno e che per ora vengono attaccati a respiratori manuali. Bisogna intervenire subito perché un milione e mezzo di persone non può resistere a lungo così». A Gaza governa Hamas.E Hamaspotrebbe fermare il lancio dei Qassam. «È una richiesta che come Onu abbiamo reiterato a più riprese. Ma la risposta di Israele non può comportare punizioni collettive che aggiungono sofferenza a sofferenza e contrastano con le norme del diritto umanitario internazionale».
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