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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.11.2008 A Bin Laden non piace Barack Obama
Buon segno

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 novembre 2008
Pagina: 10
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Rispunta Al Qaeda: Americani ritiratevi»

Rispunta Al Qaeda «Americani, ritiratevi»

Messaggio dell'«emiro di Bagdad». Ma Osama tace

Resta il mistero sul silenzio dei leader jihadisti sul voto Usa. Le ipotesi: rete indebolita e colpita anche dagli hacker

Dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/11/2008, a pag.10, un articolo di Guido Olimpio sulla reazione di Al Qaeda all'elezione di Barack Obama:

WASHINGTON — Osama, per ora, resta un fantasma, incapace di dire una parola sul cambio della guardia alla Casa Bianca. E le poche parole di commento vengono da un altro «spirito», Abu Omar Al Baghdadi, emiro dello Stato islamico del-l'Iraq. Personaggio che forse esiste oppure è solo un nome.
Con un audio di 23 minuti rivolto ai «nuovi governanti della Casa Bianca», il capo estremista ha invitato gli Usa a «ritirare» le truppe e restare «neutrali». Al Baghdadi mescolando politica e religione ha aggiunto: «I vostri alleati ebrei hanno infangato l'onore della vergine Maria e hanno ucciso Cristo... Cristo vi ha insegnato a porgere l'altra guancia: ma dove avete la testa? Perché non osservate questo precetto?
». Quindi celebra il disastro economico americano attribuendolo alla guerra e canta vittoria.
L'intervento di Al Baghdadi non colma il vuoto di comunicazione di Al Qaeda. Bin Laden e Al Zawahiri sono rimasti stranamente silenziosi malgrado la svolta in America. Non lo hanno fatto prima del voto — c'era il tempo — e neppure dopo. Diverse le interpretazioni fornite. 1) Militare - I bombardamenti americani sui possibili rifugi in Pakistan rappresentano un pericolo per i capi. In particolare l'uso degli aerei senza pilota, in grado di rimanere in volo per ore nelle missioni di ricognizione armata, avrebbero spinto i qaedisti sulla difensiva. 2) Problemi - Osama e Al Zawahiri non possono più comunicare: per motivi tecnici o personali (malati? Morti?). 3) Hacker - Da settembre molti siti islamisti hanno subito attacchi da parte delle intelligence e sono stati messi fuori uso. Forse i capi non si fidano più del web e aspettano tempi migliori. In assenza del Califfo, Al Qaeda ha lasciato la parola nell'imminenza del voto a un comprimario, Abu Yahya Al Libi che ha auspicato la sconfitta repubblicana. Una fugace apparizione seguita da un dibattito su Internet contraddistinto dalla diffidenza degli estremisti verso Obama. E' nuovo, tutto da scoprire, non sanno come «prenderlo» e temono che sia un «bianco con i guanti neri».

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