Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Una mostra fotografica sui 60 anni di Israele la inaugura il 7 novembre il presidente del Senato Schifani
Testata: Corriere della Sera Data: 05 novembre 2008 Pagina: 49 Autore: Paolo Conti Titolo: «Da David Ben Gurion a Golda Meir, nascita di una nazione»
Dal CORRIERE della SERA del 5 novembre 2008 riportiamo un articolo sulla mostra delle foto della storia di Israele di David Rubinger e Paul Goldman, che aprirà al pubblico sabato 8 (fino al 30) nella biblioteca Giovanni Spadolini di Palazzo Madama
Nella foto a fianco, di David Rubinger soldati israeliani davanti al muro del pianto a Gerusalemme, durante la guerra dei Sei Giorni.
Ecco il testo:
Uno scatto per tutti, due anziani fratelli che si abbracciano dopo lunghi anni di separazione a Tel Aviv: il primo è appena arrivato da Mosca, l'altro vive ormai nella Terra promessa del popolo d'Israele. Emozioni, momenti di grande politica internazionale, i sogni di più d'una generazione legati al nuovo Stato che al centro della sua bandiera ha la stella di Davide. C'è tutto questo nella mostra sui sessant'anni di Israele che sarà inaugurata dal presidente del Senato Renato Schifani il 7 novembre e aprirà al pubblico sabato 8 (fino al 30) nella biblioteca Giovanni Spadolini di Palazzo Madama. Cento foto documentano la storia del giovane Stato, dal mandato britannico ai nostri giorni. Il protagonista si chiama David Rubinger, nasce a Vienna nel 1924 ed emigra in Palestina nel 1939. Si arruola a diciotto anni, nel 1942, nel Battaglione palestinese della British Army nella Seconda guerra mondiale e poi segue assiduamente, insieme da protagonista e da testimone, tutte le vicende dello Stato che lo ha accolto e ha assicurato — a lui e a milioni di altri ebrei venuti da mezzo mondo — un'identità legata alla comune fede e ad altrettanto comuni ideali. Rubinger presto si afferma, pubblica su Time per la prima volta nel 1954 e racconta la politica: i ritratti dei padri fondatori e dei protagonisti come David Ben Gurion, svelato in un momento di relax su una spiaggia e immortalato in un'ardita verticale con i suoi candidi capelli nella sabbia. Poi Golda Meir, Moshe Dayan, Menachem Begin (con lui c'è Sadat nello storico incontro del 1977, la grande svolta nel rapporto tra Israele e il mondo arabo). Quindi Yitzhak Rabin e Shimon Peres. Infine le guerre, la vita quotidiana, le gioie e i lutti, le danze tradizionali dei pionieri nei primi kibbutz. Ancora di Rubinger, si vedranno i ritratti di altri protagonisti della storia mondiale, non solo politica: Jimmy Carter, Ronald Reagan, Frank Sinatra, Burt Lancaster, Luciano Pavarotti. Un'attività artistica intensa, che ha assicurato a David Rubinger il Premio Israele, il massimo riconoscimento culturale dello Stato ebraico. Ma questa è solo la prima parte della mostra allestita al Senato (arrivata a Roma dopo Londra, Vienna, Budapest, New Delhi, Riga, Berlino). La seconda è composta da altre splendide foto firmate da un altro grande fotografo, Paul Goldman, nato nel 1900 a Budapest come il suo grande amico Robert Capa, poi emigrato in Palestina dove è morto nel 1986. Il suo preziosissimo archivio di 40 mila negativi è stato fortunosamente ritrovato nascosto nella stanza da letto della vedova. Un vero tesoro di racconti sull'alba di Israele tra la metà degli anni Quaranta e la metà dei Sessanta (ora le foto appartengono alla collezione di Spencer M. Partrich). La mostra del Senato è stata realizzata grazie al contributo dello stesso Partrich e della Fondazione Friedrich Ebert, ed è stata coordinata da Daniela Manasse Zevi.
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