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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.11.2008 Verso il confronto con i coloni estremisti
il governo israeliano contro gli insediamenti illegali

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 novembre 2008
Pagina: 18
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Olmert: basta finanziamenti agli insediamenti illegali»
Dal CORRIERE della SERA del 3 novembre 2008:

GERUSALEMME — Adesso basta. Quasi senza potere, quasi senza voce, e senza nemmeno troppi soldi, il dimissionario Ehud Olmert esce dalla riunione della domenica per dire ai coloni tre cose: che alzerà la voce, che eserciterà il suo potere e che taglierà ogni finanziamento. Le immagini da Hebron, i due poliziotti feriti a colpi di pietra, hanno lasciato il segno. È la quarta volta in due settimane che si scatenano violenze in quella parte dei Territori. Il premier ha deciso che cesserà «immediatamente » qualsiasi tipo di sostegno agli insediamenti in Cisgiordania: stop a «finanziamenti diretti o indiretti alle colonie illegali e alle loro infrastrutture ». Non è una novità che il governo israeliano minacci di congelare gli aiuti, ma stavolta l'impegno è solenne e affidato a dichiarazioni sia di Olmert che del ministro della Difesa, Ehud Barak. Queste violenze sono «un fenomeno grave che nessuna società può tollerare», bisogna combattere «con tutte le forze » gli eccessi.
Quel che preoccupa è il clima. L'allarme lo dà lo stesso Olmert che riferisce le parole del capo dello Shin Bet, Yuval Diskin, «molto preoccupato» per le minacce che possono venire dalla destra estrema: «C'è un gruppo non piccolo di persone che ha perso ogni freno e si comporta in modo da minacciare lo stato di diritto non solo dove vive, ma in tutto il Paese». Domani è il tredicesimo anniversario dell'assassinio di Rabin ed è quasi una tradizione che i servizi di sicurezza interni lancino l'allerta. In una situazione politica così fragile però, con un ormai ex governo e l'annuncio che la ministra degli esteri Tzipi Livni vedrà fra qualche giorno il leader palestinese Abu Mazen, i rischi sembrano maggiori: gli 007 non escludono attentati politici.
A Hebron, la situazione è cristallizzata dalle ultime violenze. Secondo gli accordi del '97, Israele ha smantellato l'80 per cento degli insediamenti, ma il punto sono le solite, poche centinaia d'irriducibili. Mercoledì, l'intervento dell'esercito per togliere una colonia illegale ha provocato furibonde reazioni: caccia ai palestinesi, azioni punitive contro i soldati. Un portavoce dei coloni sostiene che un bambino di 10 anni è stato picchiato. Il rabbino Dov Lior usa toni tragici: «Siamo vittime d'una vera caccia, l'esercito si comporta come i nazisti in Polonia». Parole che non impressionano il governo: se c'è qualche personalità che soffia sul fuoco e aizza la folla contro i soldati, dice Olmert, ci penserà il magistrato.

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