Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
In Somalia, dopo la mostruosa lapidazione pubblica di una ragazza accusata di adulterio, nel sud del paese controllato dalle Corti islamiche, una mezza dozzina di attentati suicidi ha provocato numerose vittime nel nord e nel centro, compresi dipendenti dell’Onu, per dimostrare che il terrore islamista è in grado di colpire ovunque. Intanto le coste della Somalia diventano santuari della pirateria che minaccia una delle rotte commerciali e petrolifere più importanti del mondo. E’ evidente che la Somalia, assieme al Sudan, rappresenta la più importante zona d’insediamento del terrorismo di al Qaida in Africa, con l’aggravante che, mentre sul Sudan, seppure sporadicamente, si fa sentire una pressione internazionale, la Somalia è stata abbandonata a se stessa quando l’azione militare dell’Etiopia, che aveva evitato il completo dominio delle Corti islamiche, non è stata sostenuta dalle cancellerie. Sul piano economico l’unica potenza dinamica in Africa è quella cinese, che non ha alcun interesse a creare problemi ai potentati locali per il fatto che anch’essi non rispettano i diritti umani. In occidente solo la Francia ha mostrato a tratti una certa capacità di iniziativa, che ha ottenuto importanti successi difensivi, per esempio in Ciad. L’Unione africana non conta nulla e non riesce a sedare le guerre tribali che sconvolgono l’area subsahariana, a cominciare dal Congo, e non è certamente in grado di intervenire efficacemente in Somalia. Tutti i ritardi che si accumulano oggi, e che danno vantaggi al fondamentalismo islamico, al terrorismo internazionale e alla pirateria, saranno pagati domani con gli interessi. Come ha dimostrato l’operazione etiope, in realtà la capacità militare dei fanatici della sharia è tutt’altro che irresistibile. Ma se si permetterà che essa si radichi sul territorio e stringa i legami col terrore internazionale e con la pirateria, sconfiggerla diventerà sempre più difficile e costoso. In questa situazione una protesta verbale per le vittime dell’Onu è davvero troppo poco.
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