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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera - La Stampa - La Repubblica Rassegna Stampa
07.10.2008 Il mondo libero impedisca la distruzione di Israele da parte dell'Iran
la Chiesa cattolica non beatifichi Pio XII, che tacque sulla Shoah: le dichiarazioni del rabbino capo di Haifa, che partecipa al sinodo del vescovi

Testata:Corriere della Sera - La Stampa - La Repubblica
Autore: Luigi Accattoli - Giacomo Galeazzi - Marco Politi
Titolo: ««Pio XII non va beatificato» Il rabbino scuote il Sinodo -No a Pio XII beato - Il rabbino: no a Pio XII beato non fece nulla per salvare gli ebrei»

I quotidiani del 7 ottobre 2008 riportano le dichiarazioni del rabbino di Haifa Shera Yshuv Cohen, in un intervista e nel suo discorso al sinodo dei vescovi, sulla beatificazione di Pio XII e sulla minaccia iraniana.

Su Pio XII, Cohen ha ribadito fatti storici noti, e ha spiegato come sarebbe vissuta da gran parte del mondo ebraico una beatificazione del Papa dei silenzi. Non si è certo trattato di un attacco, o di un  "apertura ad alto tasso polemico" , come scrive Giacomo Galeazzi sulla STAMPA  ,  ma di un tentativo di farsi ascoltare.
Su Ahmadinejad,  l'appello di Cohen equivale alle parole "mai più" che è facile pronunciare in occasione delle commemorazioni della Shoah, ma molto più difficile mettere in pratica quando è necessario. E questa, ci sembra, non è politica come sostiene ancora Galeazzi.
Anche arco Politi sulla REPUBBLICA
  definisce luellop er la sopravvivenza di Israele "appello politico"

Dis eguito, la cronaca sostanzialmente corretta di Luigi Accattoli, dal CORRIERE della SERA:


CITTÀ DEL VATICANO — La prima volta di un rabbino al Sinodo — viene da Haifa e si chiama Shera Yshuv Cohen — sarà ricordata per una bordata contro la beatificazione di Pio XII e un'invocazione di aiuto al «mondo libero» perché salvi Israele dalla distruzione minacciata dal presidente iraniano Ahmadinejad. La richiesta di aiuto l'ha fatta nell'aula del Sinodo a metà pomeriggio, l'uscita contro papa Pacelli è venuta più tardi, in un incontro con i giornalisti. «Crediamo — ha detto ai media — che Pio XII non dovrebbe essere beatificato o preso comunque come modello per il fatto che non ha levato la sua voce in nostra difesa, anche se ha cercato segretamente di aiutarci. Resta il fatto che non ha parlato, forse perché aveva paura o per altri motivi suoi, e questo noi non possiamo dimenticarlo».
Il rabbino capo di Haifa era invitato a parlare — e mai c'era stato un ospite ebreo in un Sinodo dei vescovi — del ruolo che hanno le Scritture nell'ebraismo e aveva concluso il suo intervento esprimendo «profondo choc per le terribili parole del presidente di uno Stato del Medio Oriente, nel suo discorso del mese scorso all'Assemblea delle Nazioni Unite ». Senza nominare Ahmadinejad aveva detto ancora: «Le false e maliziose accuse, le minacce e l'incitamento antisemita ci hanno riportato al doloroso ricordo della tragedia del nostro popolo che noi preghiamo non abbia a ripetersi». E: «Speriamo di avere il vostro aiuto di leader religiosi e dell'intero mondo libero, per proteggere, difendere e salvare Israele». Fin qui il rabbino aveva letto. Poi aveva aggiunto, improvvisando: «Il mio essere con voi in quest'aula mi fa sentire che possiamo aspettarci il vostro aiuto». Il rabbino aveva parlato in inglese, alle 18. Era entrato nell'aula alle 16.30 tenendo sotto braccio Benedetto XVI.
Nella conversazione con i giornalisti il rabbino — che in Israele è stato contestato per aver accettato l'invito del Papa — ha collegato le due uscite su Pio XII e contro il dittatore di Teheran. «Il messaggio che ho rivolto nell'aula aveva un doppio significato»: di denuncia delle odierne «minacce» e di segnalazione «del nostro scontento per i tentativi che si conducono all'interno della Chiesa cattolica al fine di dimenticare quel triste capitolo della vita di un grande Papa, che sentiamo di non poter perdonare e che non può essere perdonato».

La cronaca di Galeazzi dalla STAMPA:

«Siamo contrari alla beatificazione di Pio XII, non possiamo dimenticare i suoi silenzi sull’Olocausto». Il rabbino di Haifa, Shear Cohen scuote il «Sinodo dei record» (in cui per tre settimane si confrontano idee sulla Bibbia e la Chiesa) attaccando papa Pacelli. Uscito dall’aula del Sinodo, conversando con alcuni giornalisti, ha detto: «Non va preso come modello né proclamato beato perché non ha levato la sua voce di fronte alla Shoah. Non ha parlato perché aveva paura o per altri motivi suoi».
Apertura ad alto tasso polemico dell’assise vaticana dove per la prima volta nella storia parlano all’assemblea il patriarca di Costantinopoli e un non cristiano (il rabbino, appunto), con le novità del dibattito libero al termine di ogni seduta e della «cabina di regia» sinodale extra-europea, composta dal cardinale canadese Ouellet e dall’arcivescovo africano Pasinya.
In aula il rabbino ashkenazita la butta in politica, attacca Ahmadinejad denunciando l’antisemitismo del regime iraniano e chiede alla Chiesa di proteggere Israele («sono qui dopo secoli di rapporti difficili, ciò che è accaduto una volta al popolo ebraico non deve accadere mai più»). A movimentare il Sinodo è stato anche un «fuori programma» con i protestanti che sono insorti per «i paletti del Sant’Uffizio» quando il cardinale Levada ha condannato le «interpretazioni soggettive della Bibbia» richiamando «la responsabilità del magistero come interprete autentico della parola di Dio». Il presidente degli evangelici Domenico Maselli ha protestato che «sull’interpretazione della Bibbia, non ci faremo imporre nulla da nessuno. Sarebbe un passo indietro molto grave nel dialogo tra cristiani».
I vescovi hanno discusso di arruolare Internet e mms nell’evangelizzazione e il relatore generale del Sinodo, Ouellet ha indicato l’opportunità di «un’enciclica sull’interpretazione della Scrittura nella Chiesa e il rapporto tra i due testamenti». Sono troppe, infatti, le «errate interpretazioni della Bibbia» e «le omelie non aiutano» di fronte alla «confusione propagata da fenomeni mediatici come il Codice Da Vinci». Inoltre il cardinale Oullet punta l’indice contro un «clima di tensione, spesso malsano» tra teologi cattolici e magistero ecclesiastico: «La crisi dell’esegesi e dell’ermeneutica teologica colpisce profondamente la vita spirituale dei fedeli e la loro fiducia nelle Scritture». Insomma la Bibbia va rimessa al centro della vita della Chiesa.
Intanto il cardinale Renato Martino, ministro vaticano di Giustizia annuncia un imminente pronunciamento papale sulla globalizzazione, mentre il Sinodo propone all’Islam un’alleanza a difesa della sacralità della vita. Nello scenario disegnato da Ouellet, i musulmani sono alleati della Chiesa contro «secolarismo» e «liberalismo». E per «affermare l’importanza sociale della religione», è necessaro anche dialogo con gli ebrei. Il fronte comune tra i tre monoteismi serve a «promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà».

E quella di Politi:


CITTÀ DEL VATICANO - Parte con uno schiaffo a papa Ratzinger il Sinodo dei vescovi di tutto il mondo. Benedetto XVI ha appena respinto pochi giorni fa le accuse sul «silenzio» di papa Pacelli, proclamando la necessità di riconoscere l´impegno di Pio XII «a favore degli ebrei perseguitati», ed ecco che l´esponente ebraico invitato al Sinodo per la primissima volta, il rabbino capo di Haifa Shear Yesuv Cohen, afferma apertamente: «Crediamo che non dovrebbe essere beatificato o preso a modello, perché ha mancato di salvarci o di levare la sua voce, anche se ha cercato segretamente di aiutare».
Non sono parole pronunciate nell´aula sinodale, dove Cohen ha descritto la sua presenza come un segnale di speranza e di «amore, coesistenza e pace per le nostre generazioni e per quelle future». Ma benché pronunciate all´uscita, conversando con i giornalisti, costituiscono un duro attacco. «Non siamo contenti - ha detto - dei tentativi nella Chiesa di dimenticare questo triste capitolo nella vita di un grande papa, che sentiamo di non poter perdonare e che non può essere perdonato».
Proprio dopodomani papa Ratzinger celebrerà nell´ambito del Sinodo una messa solenne per celebrare il 50° anniversario della morte di Pio XII. All´agenzia Reuters Cohen ha dichiarato che se lo avesse saputo, forse avrebbe rinunciato a venire a parlare in Vaticano. «Ecco perché mi sono astenuto dal fare il suo nome durante il Sinodo». In aula il rabbino capo ha colto invece l´occasione per un appello politico. Evocando le «terribili e brutali» minacce di Ahmadinejad contro Israele, Cohen ha auspicato che non si ripeta mai più la minaccia dell´Olocausto e ha chiesto l´aiuto dei vescovi per difendere Israele.
Il Sinodo appena iniziato si preannuncia come un giro di vite nei confronti dei teologi che studiano la Bibbia, ma soprattutto i Vangeli, con il metodo storico-critico. La prima giornata è stata un crescendo di polemiche nei confronti degli studiosi cattolici che negli ultimi decenni hanno portato alla luce le contraddizioni e gli interrogativi non risolti della vita di Cristo, della sua auto-comprensione e del formarsi delle prime comunità cristiane.
Ha cominciato uno dei presidenti dell´assemblea, il cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, scagliandosi contro ogni tipo di «interpretazione soggettiva o puramente esperienziale o frutto di una analisi unilaterale». Ha proseguito, alla presenza del Papa che ascoltava attentamente, il relatore generale cardinale Marc Ouellet del Quebec, denunciando un «clima di tensione, spesso malsano, tra teologia universitaria e Magistero ecclesiale». Secondo il porporato, invece di un´interpretazione spirituale della Sacra Scrittura si è affermato un modello interpretativo «spesso polemico sotto l´influenza di errori da combattere e di scoperte storiche, filosofiche e scientifiche». Putroppo, ha incalzato, non è stato bloccato l´impatto negativo dell´esegesi razionalista».
La posta in gioco - si è capito da queste prime battute - è l´interpretazione storica e scientifica della costruzione dei Vangeli. Dopo avere imposto il silenzio nel ventennio trascorso ai teologi della liberazione e ai teologi, che si occupano di questioni etiche riguardanti la sessualità e la concezione della natura nel senso più ampio, il papato vuole mettere in riga gli specialisti dell´indagine biblica. Infatti, rispetto alla tradizione apologetica, per cui era oro colato ogni rigo della Scrittura, l´ultimo secolo di studi ha demitizzato i testi biblici ed anche evangelici attraverso un lavoro scientifico, che non è annullabile.
Papa Ratzinger, pubblicando il suo libro «Gesù di Nazareth», è partito con il progetto di dimostrare definitivamente l´unità tra il Gesù storico e il Gesù dei Vangeli. E benchè lui non abbia voluto presentare il libro come documento dell´autorità papale, ieri è già iniziata la manovra per farne il testo supremo di riferimento. Il Gesù, come l´ha scritto Ratzinger, ha affermato il cardinale Ouellet è un «faro che protegge dagli scogli e dai naufragi». Un potente antidoto anche per dissipare la «confusione propagata da alcuni fenomeni mediatici», ha soggiunto il porporato citando il bestseller «Codice da Vinci» dello scrittore Dan Brown.
Anticipando uno degli esiti possibili del Sinodo, Ouellet ha ipotizzato un´enciclica sull´interpretazione della Bibbia. Al tempo stesso ha ammesso che fra i cattolici c´è grande ignoranza della Scrittura e una «fuga» dalle brutte prediche dei preti.


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