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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
11.09.2008 La notizia sull'Iran meno grave degli ultimi decenni
un ministro vanta una falsa laurea ad Oxford

Testata: Corriere della Sera
Data: 11 settembre 2008
Pagina: 17
Autore: Viviana Mazza
Titolo: ««Ho studiato a Oxford» Bugia di un ministro bufera su Ahmadinejad»

Sembra che Ahmadinejad incontri difficoltà politiche in Iran per via di un ministro del suo governo che ha millantato una laurea ad Oxford.
A noi sembra proprio la notizia meno grave degli ultimi decenni, tra quelle che provengono da un paese preda di un regime criminale che alimenta il terrorismo e progetta un genocidio.

Dal CORRIERE della SERA dell'11 settembre 2008, un articolo di Viviana Mazza:

Il ministro dice di aver ottenuto il dottorato honoris causa in legge «scrivendo una tesi sull'istruzione»
Se uno finge di avere un dottorato di Oxford, perlomeno dovrebbe taroccare il certificato in ottimo inglese. Il ministro del-l'Interno iraniano Ali Akbar Kordan non ci aveva pensato. Con risultati deleteri per il presidente Mahmoud Ahmadinejad in vista delle elezioni presidenziali del giugno 2009.
Kordan è stato nominato a fine luglio da Ahmadinejad a capo del ministero responsabile tra l'altro dell'organizzazione delle elezioni. E subito è stato osteggiato da molti parlamentari che non lo ritenevano qualificato. Per zittirli, Kordan replicò di avere un dottorato honoris causa in legge conferitogli dalla prestigiosa università di Oxford, che gli riconosceva addirittura di «aver aperto un nuovo capitolo» negli studi giuridici comparati. Esibì pure il certificato, su carta intestata, apparentemente rilasciato nel 2000. Che strani però quegli errori grammaticali («il suo privilegi scientifici») e di spelling («intitle» anziché «entitle»), e la firma di tre professori che non fanno parte della facoltà di legge di Oxford — osservò il sito web conservatore Alef (legato a Ahmad Tavakoli, deputato critico di Ahmadinejad). Quando un altro deputato del Majlis (il parlamento iraniano) chiese a Kordan come aveva ottenuto il dottorato, il ministro rispose che aveva scritto una tesi. «Argomento?
» «L'istruzione nell'Islam», rispose Kordan. La replica fu: «Ma l'istruzione non ha nulla a che fare con la giurisprudenza... e lei non parla l'inglese. Come ha fatto a scriverla e a discuterla?» Dopo un lungo silenzio, Kordan ha dichiarato: «Con un interprete». Ma l'università di Oxford ha negato di aver dato alcun diploma a Kordan.
Lo scandalo alimenta la valanga di fango che discende inesorabile su Ahmadinejad in vista delle presidenziali. Tra l'altro, Kordan non è particolarmente vicino a Ahmadinejad; era una scelta di compromesso tra lui e il suo rivale Ali Larijani, lo speaker del parlamento (Kordan era l'ex vice di Larijani quando quest'ultimo era a capo della radiotv). Ma a pagare è Ahmadinejad. Molti deputati conservatori si sono ribellati. La blogosfera è insorta. Scrive il blogger Mr. Behi: «Se Ahmadinejad vuole falsificare le prossime elezioni, farebbe meglio a servirsi di qualcuno che lo faccia in modo meno ovvio». Il presidente ha difeso Kordan. Che cos'è in fondo un diploma? «Un inutile pezzo di carta» (stessa definizione da lui usata per le risoluzioni Onu contro il nucleare iraniano). Ma non è servito. Oltretutto Larijani ha ordinato un'inchiesta su Kordan. Così ieri il consigliere per la stampa di Ahmadinejad invitava il ministro a «prendere una decisione coraggiosa, come si aspetta la società».
Secondo molti osservatori iraniani, Larijani si prepara a candidarsi alle presidenziali e conta di vincere puntando sull'impopolarità di Ahmadinejad. I due si erano già scontrati per la presidenza nel 2005. In qualità di capo negoziatore per il nucleare, Larijani ha criticato più volte il tono bellicoso del presidente nei confronti della comunità internazionale. A maggio è diventato speaker con 232 voti su 263, segno che non solo tra i deputati riformisti ma anche tra i conservatori eletti a marzo cresce il fastidio per Ahmadinejad e la sua incapacità di migliorare l'economia nonostante il prezzo record di petrolio e gas. Giorni fa, anche il ministro dell'Istruzione Alireza Ali Ahmadi, nominato da Ahmadinejad, ha rischiato l'impeachment (mettendo a rischio lo stesso governo). Chi vincerà? L'ultima parola spetta alla guida suprema Ali Khamenei, che ascolta Larijani ma ha anche invitato Ahmadinejad a ricandidarsi.

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