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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa Rassegna Stampa
02.09.2008 Qualcuno voleva l'accordo tra Londra e Hitler
emerge dagli archivi il piano del simpatizzante fascista James Lonsdales-Bryans

Testata: La Stampa
Data: 02 settembre 2008
Pagina: 15
Autore: Mattia Bernardo Bagnoli
Titolo: «Quel patto molto»

Da La STAMPA del 2 settembre 2008 ( afianco, l'immagine di un manifesto britannico antinazista: cliccare per ingrandire):

Il mondo diviso a metà: campo libero alle truppe del Terzo Reich in Europa in cambio dell’inviolabilità dei possedimenti coloniali dell’Impero britannico. E’ l’accordo tentato in extremis da James Lonsdales-Bryans - simpatizzante fascista britannico e diplomatico fai-da-te - a pochi mesi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale per salvaguardare gli interessi della corona. Il tutto con il benestare dell’allora ministro degli Esteri, Lord Halifax.
E’ il sorprendente scenario descritto da alcuni faldoni emersi dagli Archivi di Stato britannici grazie al Freedom of Information Act, la legge che garantisce l’accesso ai documenti ministeriali un tempo dichiarati top-secret. Una storia che sembra riscrivere la Storia con la esse maiuscola. Finita, ovviamente, sulle prime pagine dei quotidiani britannici.
Al centro dell’intricatissimo plot c’è anche Ulrich von Hassell, l’ambasciatore tedesco a Roma giustiziato dopo un fallito attentato ai danni di Hitler. James Lonsdales-Bryans, infatti, si recò nella capitale italiana per discutere l’accordo proprio con Von Hassel, ritenuto un possibile «simpatizzante» della causa britannica. Ottenendo il pieno supporto di Lord Halifax. «Il permesso rilasciato \ l’8 gennaio ha ricevuto il via libera di Mr CGS Stevenson, segretario particolare di Lord Halifax, che ha personalmente telefonato al Segretario di Stato chiedendo che fosse garantito a Mr Bryans ogni tipo di facilitazioni», recita una nota emessa dall’Ufficio Passaporti e datata 9 gennaio 1940.
I due si erano incontrati già il 25 agosto del 1939. E da un memorandum riservato a uso interno del ministero dell’Informazione britannico si evince che Lord Halifax chiese a Bryans di «viaggiare in Europa per stabilire contatti con quei gruppi nemici che si oppongono a Hitler». Qui, però, la faccenda si complica. Perché, inizialmente, l’intenzione di Bryans era un golpe anti-nazista in Germania. Poi, il cambio di strategia. Ben evidenziato da un rapporto dei servizi segreti britannici: «Si è recato in Italia con il benestare del ministero degli Esteri per sviluppare i suoi contatti. Poi ha oltrepassato i limiti del suo incarico». E ancora. «E’ un uomo che ha delle idee originali su come firmare una pace con Hitler. Crede che il mondo dovrebbe essere diviso in sfere d’influenza tedesca e britannica: ai tedeschi bisognerebbe più o meno riconoscere campo libero in Europa».
Per ottenere un tale risultato, però, Bryans avrebbe dovuto recarsi in Germania e discutere i termini dell’accordo con le alte sfere del regime nazista. Cosa che in effetti cercò di fare. «Non c’è dubbio - dicono le carte dei servizi segreti britannici - che Bryans, con o senza l’autorizzazione di Lord Halifax, ha cercato di recarsi in Germania per mettersi in contatto con il ministro degli Esteri Ribbentrop o, se possibile, con Hitler in persona». Scheggia impazzita, dunque, o diplomatico dotato di un potere senza limiti? Difficile a dirsi. Di certo c’è che l’invasione della Francia da parte delle truppe tedesche mutò radicalmente il clima politico britannico: Winston Churchill sostituì Neville Chamberlain a Downing Street, le suggestioni collaborazioniste ricevettero un forte stop e Lord Halifax venne mandato ambasciatore a Washington.
Al Foreign Office fu subito chiaro che il legame con Bryans poteva significare un grosso smacco per la reputazione del governo in carica. Si pensò addirittura di sbatterlo in galera. Ipotesi subito scartata per paura che quel legame divenisse di dominio pubblico. «Benché possa sembrare cosa buona e giusta metterlo dietro le sbarre - dice un funzionario del Foreign Office - mi sembra di capire che questa opzione porterebbe alla luce i suoi trascorsi con il ministero». E uno 007 dell’MI5 in una nota del marzo 1944: «La storia di Bryans diventerebbe un pezzo sensazionale per il “Daily Mirror”».
Sensazionale sarebbe stata anche la notizia che le spie britanniche volevano utilizzare i piccioni viaggiatori nella preparazione del D-Day, mandandoli oltre le linee nemiche per diffondere informazioni false e fuorvianti sulla dislocazione delle truppe nello sbarco in Normandia.

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