Da Il GIORNO, La NAZIONE e Il RESTO del CARLINO:
Mentre l'ocidente europeo è impegnato a farsi male da solo e quello americano è assorbito da chiassose conventions e procedure pre e post elettoraliper almeno un altro quadrimestre, in medio oriente cìè chi si prepara, senza neppure la necessità di farlo di nascosto. Walid Phares, studioso del mondo islamico e autore di una trilogia interessante sulla Jihad, ci fa sapere che il 19 agosto scorso importanti leaders di Hezbollah (sciiti) e di varie organizzazioni salafite (sunniti), hanno tenuto una conferenza stampa in un hotel di Beirut per annunciare felici la firma di un reciproco accordo per "confrontarsi con l'America." La notizia è stata riportata dai principali quotidiani in lingua araba.
E' noto che tra Sciiti e Sunniti non è mai orso buon sangue, e non è detto che i gruppi salafiti debbano necessariamente essere terroristi.
"Salafya" significa solo "risveglio religioso" e, di per sé, rimane un'espressione generica. Il termine in alcuni casi è usato per indicare una modernizzazione dell'Islam, in altri casi, come nel caso dei wahabbiti sauditi, che pur si dichiarano contro al Qaeda e il terrorismo, per teorizzare un sano ritorno alle origini. Di avviso diverso, per esempio, sono i "Gruppi salafiti per la predicazione e il combattimento", autori degli ultimi attentati in Algeria, che di fatto sono oggi i rappresentanti di al Qaeda nel Maghreb.
Non sappiamo con chi Hezbollah abbia firmato l'accordo, "che entrerà in vigore in tempi successivi", ma lo immaginiamo.
Nel testo sembra vi sia una condanna alla lotta tra gruppi islamici, un "confronto" comune contro l'America, un fermo supporto di Hezbollah ai gruppi del movimento salafita, la formazione di un comitato religioso per discutere le diferenze e il rispetto delle reciproche opinioni.
Le reali motivazioni dell'accordo non si limitano solo a questo, ma, anche se così fosse, è certo che questa è la prima dichiarazione congiunta in assoluto tra gli jiddaisti sciiti, seguaci di Teheran, e quelli sunniti. Va da sé che, nel quadro di una crisi mondiale sempre più estesa, gli sviluppi della situazione libanese, dopo i condizionamenti posti al Governo di Hezbollah, possono essere letti come un indizio di quello che potrebbe accadere nella sfera delle forze jihaddiste mondiali nell'imminente futuro.
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