Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Masab Yusef, ha lasciato Hamas e il terrorismo convertito al cristianesimo, vive in California: la cronaca di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 02 agosto 2008 Pagina: 17 Autore: Davide Frattini Titolo: «Il figlio del capo di Hamas si converte: «Basta kamikaze»»
Dal CORRIERE della SERA del 2 agosto 2008:
GERUSALEMME — Ha lasciato indietro la famiglia e le bandiere verdi di Hamas, qualche chilo in più (non ha un lavoro, mangia quando riesce) e le passeggiate per Ramallah. La politica e la religione islamica. Prima di assaporare il pasto con il giornalista che l'ha rintracciato, prega, ringrazia Gesù sottovoce e si gode la reazione stupita del testimone israeliano. Masab Yusef ha 30 anni, un passato da assistente del padre Hassan, tra i fondatori del movimento fondamentalista in Cisgiordania, un presente da giovane californiano, tra surf, partite a calcio, la chiesa. «Sarei finito come un senzatetto, se non fossi stato aiutato dalla comunità che mi ha accolto qui», racconta ad Avi Issacharoff di Haaretz. «So che con questa intervista sto rischiando la vita e che potrei perdere l'affetto di mio padre. Spero capisca, che Dio gli dia la forza e la pazienza per aprire gli occhi al cristianesimo. Forse un giorno potrò ritornare in Palestina. Assieme a Cristo ». L'infanzia di Masab — è stato ribattezzato Joseph — è legata alla nascita e alla crescita di Hamas. «Da bambino sono stato educato all'odio per gli israeliani. La prima volta che li ho incontrati avevo dieci anni, i soldati sono venuti ad arrestare mio padre. La sua adesione ad Hamas era un segreto e certo non immaginavamo che fosse uno dei leader». Otto anni dopo, è lui a finire in prigione («ero il capo della Società islamica al liceo»). In carcere — dice — comincia il processo di «risveglio». «Fino ad allora avevo visto Hamas attraverso mio padre, un uomo dalla vita modesta e amorevole. Ammiravo l'organizzazione, perché ammiravo lui. Nei sedici mesi in cella sono stato esposto al vero volto di Hamas. Un movimento malvagio, i capi non hanno moralità e integrità. Ma non sono stupidi come quelli di Fatah che rubano di fronte a tutti». L'altro «risveglio» arriva dopo un incontro a Gerusalemme, una discussione sul cristianesimo. Masab-Joseph comincia a leggere la Bibbia e il Vangelo tutti giorni — «un verso come "ama il tuo nemico" ha avuto una grande influenza » —, quattro anni fa decide di convertirsi. «Ho continuato a lavorare con mio padre, il leader di Hamas, e lui non sapeva che fossi diventato cristiano. L'ho spinto a prendere decisioni come fermare gli attacchi suicidi. Il problema è che gli altri capi, a Gaza o Damasco, erano convinti di dover continuare gli attentati per raggiungere i loro obiettivi». Lancia un avvertimento al giornalista: «Voi ebrei dovete essere consapevoli che non ci sarà mai la pace con Hamas, l'ideologia che li guida non lo permetterà. Devono vendicarsi di chiunque non abbia accettato Maometto».
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