Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Al Qaeda ha condannato a morte il re saudita Abdallah. per aver invitato alla Conferenza di Madrid il rabbino David Rosen
Testata: Il Foglio Data: 30 luglio 2008 Pagina: 2 Autore: la redazione Titolo: «La condanna a morte del re saudita»
Da Il FOGLIO del 30 luglio 2008:
Vogliono far nascere una nuova religione sulla penisola araba che è quella dell’avvicinamento tra le religioni”. E’ con queste parole che il numero tre di al Qaida, Abu Yahya al Libi, ha invitato i fedeli musulmani a uccidere il re saudita Abdallah. Il messaggio sui forum jihadisti è accompagnato da una fotografia del monarca custode dell’islam e Benedetto XVI. La colpa di Abdallah è anche quella di aver invitato un rabbino israeliano, David Rosen, alla conferenza sul dialogo di Madrid. Fa sul serio il re saudita contro i fiori velenosi dell’ideologia terrorista? E’ un classico caso dove la forza delle posizioni si misura dall’intensità del rigetto. L’Economist ha dedicato un ottimo reportage al modello saudita contro il terrorismo. Manca molto prima di poter affermare che gli ulema wahabiti hanno abbandonato la cultura della compiacenza che li ha distinti prima e dopo l’11 settembre. Ma la strada è quella buona e va sostenuta. Lo hanno capito i rabbini israeliani e Papa Ratzinger. E’ stato lo stesso al Libi in un recente video a spiegare come l’occidente, quello che non ha rinunciato a combattere il jihad, sia riuscito a isolare al Qaida. “Dando credito ai jihadisti che rinunciano alla violenza; pubblicizzando le atrocità jihadiste sui musulmani; ingaggiando i religiosi musulmani per tacciare come eretici i jihadisti; sostenendo l’islam che enfatizza la politica rispetto al jihad; screditando l’ideologia jihadista ed esponendo le dispute dottrinali fra jihadisti”. E’ un programma di governo dello scontro di civiltà.
Per inviare una e-mail alla redazione del Foglio cliccare sul link sottostante