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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.07.2008 L'economia israeliana dopo il colpo grosso di Teva farmaceutici
leader mondiale nella produzione dei generici

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 luglio 2008
Pagina: 29
Autore: Fausta Chiesa
Titolo: «Farmaci, nasce sull'asse Tel Aviv-NY il big dei «generici»»

Farmaci, nasce sull'asse Tel Aviv-NY il big dei «generici»

Teva compra Barr per 7,5 miliardi di dollari
Questi i titoli sul CORRIERE della SERA di oggi, 19/07/2008, a pag.29, nel servizio di Fausta Chiesa. La Teva, n° 1 al mondo per la produzione di , ha fatto un nuovo colpo grosso, l'acquisto dell'americana Barr. Ecco l'articolo:
Gli israeliani riescono a distanziare i loro concorrenti Sandoz (svizzeri) e Mylan (indiani)
MILANO — Il colosso del farmaco generico non lascia, anzi raddoppia. La società israeliana Teva, già numero uno mondiale del settore, ha annunciato l'acquisizione della statunitense Barr, leader della pillola anticoncezionale. Per comprare la rivale, sborserà 7,46 miliardi di dollari: si tratta dell'acquisizione più grande mai realizzata da una società israeliana. L'accordo - che si mormora sia nato in aprile da una chiacchierata tra l'amministratore delegato di Barr Bruce Downey e quello di Teva Shlomo Yanai prima di entrare in un fast-food a Palm Beach in Florida - farà nascere un gigante presente in 60 Paesi. Assieme, nel 2007 le due società hanno avuto un fatturato di 11,9 miliardi. Teva, che si assumerà il debito di 1,5 miliardi di dollari della società americana, ha offerto 66,50 dollari per azione, un prezzo che rappresenta un premio del 42% rispetto al prezzo di chiusura di Barr giovedì a Wall Street. L'operazione prevede un pagamento in contanti e in azioni e sarà portata a termine entro la fine dell'anno.
Fin qui gli oneri. Ora gli onori. Secondo i calcoli del gruppo israeliano, la fusione porterà risparmi di costi per almeno 300 milioni di dollari all'anno entro tre anni e ulteriori sinergie a partire dal 2011. Comprando Barr, Teva aumenterà dal 18 al 24% la quota di mercato nei generici. Soddisfatta Wall Street: ieri il titolo è salito di circa il 5% al Nasdaq. E più che soddisfatto Yanai: «E' un'opportunità strategica ed economica perché accresce la nostra presenza sul mercato e potenzia un ruolo di leadership negli Stati Uniti e nei mercati chiave a livello globale ». Attraverso l'acquisizione, il gruppo avrà la possibilità di espandersi anche nell'Europa dell'Est, soprattutto in Russia e in Polonia e unirà al suo portafoglio di 330 prodotti i 150 farmaci Barr, che si appresta a commercializzarne altri 70.
L'obiettivo di Teva è ambizioso: raddoppiare il giro d'affari entro il 2012 portandolo a 20 miliardi di dollari con margini di profitto di almeno il 20%. Ma lo scopo è anche un altro: distanziare i concorrenti, cioè la svizzera Sandoz (del gruppo Novartis) e l'indiana Mylan, rispettivamente numero due e tre mondiali del generico. Quest'anno Teva è già partita alla conquista della divisione generici di Bentley e non aspetta altro che gli azionisti diano il via libera all'acquisto per 360 milioni di dollari. Nel frattempo ha già messo le mani su un altro gruppo statunitense, lo specialista in farmaci bio-genetici CoGenesys, un altro settore in cui gli israeliani hanno un forte interesse.
Ma i concorrenti non sono stati a guardare. La rivale Mylan l'ha spuntata nell'acquisizione della divisione dei generici dell'americana Merck. Mentre i giapponesi della Daiichi Sankyo hanno appena concluso l'affare sulla quota di maggioranza del gruppo indiano Ranbaxy. La guerra per il farmaco generico è senza esclusione di colpi, ma il gioco vale la candela: nei primi otto Paesi consumatori, il mercato ha raggiunto la cifra di 60 miliardi di dollari nel 2007, in aumento del 7% rispetto all'anno precedente. E la metà della fetta è tutta servita sul piatto americano.

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