Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Forse scatta il cessate il fuoco con Hamas, ma Israele è sempre il cattivo le cronache di Michele Giorgio e Eric Salerno
Testata:Il Manifesto - Il Messaggero Autore: Michele Giorgio - Eric Salerno Titolo: «Hamas-Israele, «è tregua» E Shalit torna a sperare - Tregua tra Israele e Hamas: tre giorni di prova»
Come presenta la possibile tregua tra Israele e Hamas Il MANIFESTO del 18 giugno 2008 ? In modo da attribuire a Israele, che subisce le aggressioni del terrorismo nelle vesti del responsabile del conflitto: "da un lato" scrive Michele Giorgio "la fine delle continue e devastanti incursioni israeliane a Gaza e dall'altro la cessazione dei lanci dei razzi artigianali verso Sderot, Ashqelon e altre località del deserto del Neghev. Molto dipenderà dalla volontà d'Israele di mettere fine allo strangolamento di Gaza che ha colpito pesantemente la popolazione civile palestinese e scalfito appena Hamas che, al contrario, conserva il pieno controllo della Striscia".
Ecco il testo completo:
Frenava ieri sera Israele. La tregua, ha precisato il portavoce governativo Mark Regev, che dovrebbe metter fine al conflitto a bassa intensità lungo il confine tra Stato ebraico e Striscia di Gaza, è vicina ma non ancora definita in tutti i dettagli. Per l'Egitto - che ha mediato per mesi - e per Hamas invece il cessate il fuoco ormai è cosa fatta. Entrerà in vigore domani mattina alle 6, durerà per sarà in due fasi: la prima, con uno stop alle ostilità per tre giorni terminati i quali Israele aprirà un valico con Gaza per permettere l'ingresso di materie prime dopo mesi di durissimo embargo. La seconda fase si concentrerà invece sulle trattative per il rilascio di Gilad Shalit, il caporale israeliano catturato due anni fa. Per farlo tornare a casa Hamas, che da un anno controlla Gaza, richiede la liberazione di almeno 350 prigionieri politici palestinesi in carcere in Israele e la riapertura, di vitale importanza, del valico di Rafah con l'Egitto. E proprio nel momento in cui l'impegno delle parti dovrebbe essere rivolto alla riuscita di un negoziato che fa l'interesse di tutti, anche dei civili israeliani che vivono a ridosso della Striscia, il governo di Ehud Olmert ieri ha dato il via libera a tre attacchi aerei che hanno fatto almeno sei morti tra i palestinesi, tra cui Moataz Dughmush, fratello del leader dell'Esercito dell'Islam, Mumtaz Dughmush, responsabile della cattura di Shalit e del sequestro del giornalista della Bbc Alan Johnston. Prova del nove della tregua sarà da un lato la fine delle continue e devastanti incursioni israeliane a Gaza e dall'altro la cessazione dei lanci dei razzi artigianali verso Sderot, Ashqelon e altre località del deserto del Neghev. Molto dipenderà dalla volontà d'Israele di mettere fine allo strangolamento di Gaza che ha colpito pesantemente la popolazione civile palestinese e scalfito appena Hamas che, al contrario, conserva il pieno controllo della Striscia. Ieri sera a Gaza regnava, dopo mesi, una atmosfera piacevole, non si parlava altro che della fine dell'embargo e nelle stesse ore nutrivano speranze anche i civili israeliani di Sderot, presi di mira dai razzi artigianali palestinesi. Desta però sospetto l'atteggiamento dei vertici politici e militari israeliani che parlano di tregua «temporanea e fragile». Il Capo di stato maggiore, Gabi Ashkenazi, ha assicurato ieri alla Knesset che le forze armate israeliane continueranno a prepararsi ad una vasta operazione a Gaza e ha anche sminuito anche il lavoro delle forze palestinesi in Cisgiordania che, a suo avviso, svolgono semplici attività di polizia e non di sicurezza, lasciando così intendere che i soldati israeliani proseguiranno i raid nei centri abitati palestinesi alla ricerca di «terroristi». Il governo Olmert tiene sempre ben salde le mani sul volante della situazione e se accettando la tregua a Gaza di fatto ha riconosciuto il fallimento della sua strategia contro Hamas, dall'altro è in grado in qualsiasi momento di rovesciare l'intero quadro politico e militare. Ad Olmert in ogni caso la tregua fa comodo, perché lo aiuta con la giustizia, visto che è impegnato a salvarsi dalle conseguenze delle clamorose rivelazioni fatte dal businessman Morris Talansky che sostiene di avergli versato nel corso degli anni 150mila dollari. E se la fortuna e la diplomazia saranno dalla sua parte presto potrebbe incontrare anche il presidente siriano Bashar Assad, proprio qualche giorno prima del controinterrogatorio di Talansky. Il quotidiano francese Le Figaro ieri ha scritto che Olmert e Assad dovrebbero avere un colloquio il 13 luglio a Parigi, a margine del summit per il lancio dell'Unione per il Mediterraneo voluta dal presidente Nicolas Sarkozy.
Eric Salerno sul MESSAGGERO cerca di presentare Israele come l'ostacolo all'entrata in vigore della tregua:
L'Egitto ha confermato la sospensione delle ostilità tra Israele e Hamas. Hamas ha confermato. Ma per Israele è prematuro manda di corsa al Cairo "per chiarimenti" il negoziatore Amos Gilad e l'aviazione a più riprese colpisce duramente Gaza uccidendo alemeno sei militanti, tra cui uno dei capi dell'Esercito dell'Islam
Salerno dimentica che quando Israele ha colpito i terroristi, il cessate il fuoco non era in vigore. I lanci di razzi kassam sono continuati come le azioni antiterroristiche israeliane. Inoltre, Israele non ha smentito l'accordo sulla tregua. Ha precisato che si asterrà dal colpire Hamas se le attività terroristiche e il contrabbando di armi cesseranno realmente. Ha cioè precisato che, alle parole, dovranno seguire i fatti. Una richiesta che appare ragionevole. Per inviare una e-mail alla redazione del Manifesto e Il Messaggero cliccare sul link sottostante