Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Condoleezza Rice critica Israele per le nuove case a Gerusalemme Est: la cronaca di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 16 giugno 2008 Pagina: 15 Autore: Davide Frattini Titolo: «La Rice sferza Israele: «Stop agli insediamenti»»
Dal CORRIERE della SERA del16 giugno 2008
GERUSALEMME — Sei viaggi dall'inizio dell'anno, pochi mesi all'obiettivo che si è prefissata, milletrecento appartamenti in più. Condoleezza Rice è ritornata in Israele accolta dall'annuncio di nuove case da costruire nella parte est di Gerusalemme, un progetto che ha criticato con parole molto dure: «Gli insediamenti hanno un effetto negativo sul clima dei negoziati di pace. E questo non è quello che vogliamo». Quello che il segretario di Stato americano vuole è tentare di raggiungere un accordo prima che George W. Bush lasci la Casa Bianca: «Bisogna lavorare di più, molto di più». E ha criticato ancora il governo israeliano: «Ammetto che non ci sono stati i progressi che ci saremmo aspettati nella rimozione dei posti di blocco per la libertà di movimento dei palestinesi. Sono molto preoccupata anche dagli avamposti in Cisgiordania, che sono illegali anche secondo le norme israeliane». Rice ha parlato da Ramallah, dopo un incontro con Abu Mazen. Il presidente palestinese ha definito gli insediamenti «l'ostacolo più alto» da superare nelle trattative. Più aggressivo il negoziatore Saeb Erekat, che li ha chiamati «una scelta sistematica per distruggere il processo di pace ». La paura del segretario di Stato americano è che l'iniziativa israeliana annulli la fiducia costruita negli incontri iniziati dopo il vertice di Annapolis: «Lo Stato ebraico non deve far pensare di voler dettare i futuri confini, che invece devono essere stabiliti nei negoziati». Il governo di Ehud Olmert ha replicato a Rice con uno dei portavoce. «E' chiaro a tutti che i quartieri ebraici di Gerusalemme saranno parte di Israele in qualsiasi accordo finale », ha commentato Mark Regev. La municipalità di Gerusalemme ha autorizzato la costruzione nella parte est di 2.550 nuove case entro il 2020, di queste fanno parte le 1.300 già pianificate. Le parole del segretario di Stato americano sono state attaccate da Danny Dayan, che guida il consiglio regionale degli insediamenti in Cisgiordania: «Una retorica impertinente e senza vergogna. L'ambasciatrice di un Paese straniero viene a Gerusalemme e rimprovera Israele perché costruisce appartamenti per i suoi cittadini. La colpa è di Olmert e di Tzipi Livni (ministro degli Esteri, ndr) che lo consentono». Le colpe Olmert e Livni sono opposte per Zahava Gal-On, che li ha criticati da sinistra: «Quello che sta succedendo è rituale. Il segretario di Stato arriva in visita e il governo israeliano ignora le richieste dell'amministrazione statunitense». Condoleezza Rice resta convinta che un accordo si possa raggiungere entro la fine dell'anno e ha minimizzato l'inchiesta per corruzione contro Olmert come una «questione interna». «Tutt'e due le parti mi sembrano molto decise a raggiungere un'intesa di pace », ha commentato. Il segretario di Stato ha anche affrontato il caso dei tre studenti palestinesi che hanno vinto una borsa di studio Fulbright e sono ancora bloccati Gaza, mentre altri tre hanno ottenuto il permesso di lasciare la Striscia, dopo l'intervento americano. Zuhair Abu Shaaban, Osama Dawoud e Fidaa Abed hanno frequentato l'università islamica, una roccaforte di Hamas, e questa potrebbe essere la ragione per cui gli israeliani non vogliono riconoscere loro il visto. «Tutti devono godere del diritto di studiare negli Stati Uniti — ha detto Rice —. E' una questione vitale e va risolta ». Israele sta trattando indirettamente con Hamas per una tregua. Una delegazione del movimento fondamentalista è al Cairo per discutere i dettagli con i mediatori egiziani. L'accordo non prevederebbe — per ora — uno scambio di prigionieri, con la liberazione del caporale Gilad Shalit, rapito dai palestinesi due anni fa.
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