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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.06.2008 Contrabbando nucleare, dal Pakistan verso Iran e Corea del Nord
rivelazioni in un rapporto anticipato dal Washington Post

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 giugno 2008
Pagina: 14
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «La rete di contrabbandieri che forniva la mini-Bomba»
Dal CORRIERE della SERA del 16 giugno 2008:

WASHINGTON — I Tinner sono una famiglia operosa e precisa. Lavorano sodo, conoscono le segrete vie del commercio, hanno gli agganci buoni in campo internazionale. Merito del capostipite, Friederich, che dal 1970 ha aperto una società di tecnologia nel cantone svizzero di San Gallo. Un'attività poi proseguita dai figli Urs e Marco, entrambi ingegneri. Il successo della ditta è legato ad un segreto: i Tinner hanno fatto parte di un network di contrabbandieri nucleari legato allo scienziato pakistano Abdul Khadir Khan. La banda, secondo un rapporto anticipato dal Washington Post, sarebbe stata in possesso di piani per la messa a punto di un ordigno nucleare sofisticato. In particolare una testata «compatta» perfetta per i missili a lungo raggio di Iran e Corea del Nord.
Le prove sono emerse dall'analisi di un computer sequestrato ai Tinner nel 2004 ma decriptato solo due anni dopo. All'interno oltre 30 mila pagine di progetti. Un dossier distrutto dalle autorità svizzere di intesa con l'Aiea, l'ente per l'energia atomico, per impedire che potesse cadere in mani sbagliate. Anche se in molti sono convinti che ciò sia già avvenuto. I Tinner, come molti trafficanti di tecnologia, avevano aperto una sede a Dubai, negli Emirati, piazza privilegiata per gli scambi proibiti. Ed è certo che hanno fatto copie di quello che poteva valere miliardi. Fino ad oggi si sapeva delle forniture del clan Khan a Paesi a rischio e in particolare della vendita di un progetto alla Libia. Ma non era molto sofisticato. Invece — come ha confermato l'esperto David Albright al Washington Post — è emerso che i mercanti di bombe avevano anche il disegno per una bomba sofisticata. «È l'ideale per i due maggiori clienti di Khan, l'Iran e la Corea del Nord», ha aggiunto il ricercatore americano. Entrambi i regimi stanno sviluppando missili a lungo raggio e la possibilità di avere una testata di quel tipo sarebbe un passo importante. Nella storia dei Tinner c'è un angolo oscuro poco esplorato dal quotidiano americano. Urs serviva due padroni. Da un lato vendeva segreti per conto di Khan, dall'altra passava informazioni alla Cia. Dritte ben remunerate se è vero che i Tinner avevano aperto un conto ai Caraibi dove venivano versati i premi per le soffiate. A gestire Urs era un agente dell'intelligence statunitense basato a Vienna, conosciuto in codice come «Cane pazzo». Sarebbe stato lui a ricevere nel 2003 la segnalazione sulla presenza di un carico sospetto diretto in Libia. Nell'ottobre di quell'anno i nostri servizi segreti, in collaborazione con quelli americani, bloccano a Brindisi il mercantile China: nelle stive pezzi di centrifughe destinate a Tripoli. Smascherato, il colonnello Gheddafi accetta di intavolare una trattativa che porta alla rinuncia dei piani nucleari. Per la rete coordinata da Khan è la fine.
Urs Tinner avrebbe potuto godersi i milioni nascosti sotto le palme dei Caraibi ma — secondo una ricostruzione— ha rinunciato all'abituale prudenza. Sembra che gli americani lo avessero consigliato di starsene buono e invece, lo svizzero ha voluto fare di testa sua recandosi in Germania, nell'ottobre 2004. Un errore capitale. Viene arrestato e quindi estradato in Svizzera. Ora è in prigione insieme al fratello mentre il padre è in libertà condizionata.

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