Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Fini condanna il razzismo di Almirante rassegna di quotidiani
Testata:Corriere della Sera - La Stampa - Libero Autore: Paola Di Caro - la redazione - Marcello Veneziani Titolo: «Fini: Almirante fu razzista ma poi diventò padre della patria - Anche loro: le citazioni del secolo d'Italia - Fasci e comunisti, ma fatela finita»
Dal CORRIERE della SERA del 29 maggio 2008, la cronaca diPaola Di Caro
ROMA — Doveva essere la giornata della consacrazione, quella in cui Giorgio Almirante — di cui ricorre il ventennale della morte — sarebbe stato accolto nell'olimpo dei leader politici italiani. Lo è stata solo in parte. È vero infatti che nella solenne cerimonia di presentazione del volume che raccoglie i discorsi parlamentari del leader storico del Msi — curato dalla fondazione della Camera dei deputati, presentato alla Sala della Lupa da Fini, Cossiga, Andreotti, Violante, Malgieri e Acquaviva, alla presenza anche di Fausto Bertinotti — la figura di Almirante è stata unanimemente riconosciuta come positiva e importante per l'evoluzione della politica italiana, da «padre della patria» — come l'ha definito il suo delfino Fini, perché «la patente democratica se l'è conquistata sul campo» —, comunque da politico capace di parlamentarizzare la destra italiana, opinione condivisa da tutti gli oratori. Ma è anche vero che a tenere banco per tutta la giornata sono state le polemiche sul passato fascista e razzista di Almirante, e sull'idea del sindaco di Roma Alemanno di dedicargli una strada della capitale. Tanto che a Fini tocca in mattinata pronunciare una durissima condanna degli scritti del suo maestro politico (che, ricorderà Violante, fu «l'unico» poi a prendere le distanze «pubblicamente» da quelle tesi). Succede infatti che in Aula il pd Emanuele Fiano, esponente della comunità ebraica, chieda a Fini di pronunciarsi su scritti di Almirante del 1942 sulla rivista «La difesa della razza», un incitamento a fare «del razzismo cibo di tutti e per tutti». Lui è netto: «Quelle che abbiamo ascoltato, posso dire senza esitazioni che sono frasi vergognose che esprimono un sentimento razzista che, in quegli anni dopo la guerra, albergava in tanti, troppi esponenti che si collocavano a destra e, in altri casi, in altre formazioni politiche». Insorge Storace: «Su quella rivista scrissero anche Spadolini e Fanfani: vergognosi pure loro?», si offende Donna Assunta Almirante: «Quelle di Fini sono cattiverie cui non replico». Ma se in Aula la tensione scende, la polemica resta alta fuori, dove l'idea di Alemanno di intitolare una strada al leader missino trova opposizione: «Io non aggiungerei via Almirante, piuttosto toglierei via Togliatti. Ognuno ha diritto alle sue memorie, ma non mi iscrivo al partito del revisionismo», dice il pd Marco Follini. C'è anche chi dice sì, come Andreotti perché «sarebbe un atto dovuto» e censura dunque la «cattiveria» di Fiano, o Cossiga che sferza: sì alla strada, a condizione che «non la sia intitoli anche a Scalfari » che pure scrisse di «elogio della razza». Alla fine è Alemanno a cercare una mediazione, con una apertura: «Vogliamo un confronto chiaro e condiviso che porti al consenso della comunità ebraica per intitolargli una via», fermo restando che a decidere saranno sindaco e commissione, perché questa scelta non si può «delegare» a nessuno.
La STAMPA pubblica le frasi razziste di noti esponenti della cultura e della politca italiana:
Il fascismo ha perso «il suo dinamismo mentre riaffioravano i rottami del liberalismo,i detriti del giudaismo» Giovanni Spadolini febbraio 44
«E’ necessario riporre l’accento nell’elemento disuguaglianza. Solo la disuguaglianza può portarci all’aristocrazia» Eugenio Scalfari luglio 42
Esalta «i legami che vincolano virtù civica, valore militare, sanità di razza, sentimento religioso, amor di patria» Amintore Fanfani 1941
«Questa guerra intesa come una ribellione dell’Europa ariana al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù» Giorgio Bocca 1942
Farla finita con la memoria della Shoah, e anche dei crimini del comunismo. E' la pessima proposta di Marcello Veneziani, a commento delle polemiche su Almirante. Pubblicata da LIBERO Una ricetta perfetta per ripetere gli errori e le tragedie del Novecento. Ecco il testo:
Tira una brutta aria in Italia, dice la sinistra e ripetono i giornali. Gli scontri all'Università di Roma, la violenza diffusa, la via ad Almirante. La tesi, o se preferite il sottinteso, è la seguente: col governo di centro-destra l'estremi smo rialza la cresta, si sentono autorizzati alla violenza, tornano fascismo, antisemitismo e parenti prossimi. Vecchio teoremino da strapazzo su cui però campano giornali e partiti. Gli stessi che accusano il governo Berlusconi di campare sulla paura reale, diffusa e spontanea della criminalità e dell'immigrazio ne clandestina, poi alimentano la paura ideologica, surreale e manipolata dell'eversione nera che starebbe tornando. Ora, prima di ragionare torniamo alla realtà. Partiamo dalla Sapienza. Due settimane fa è stato consentito un convegno negazionista di sinistra sulle foibe e poi è stato invece negato un convegno rievocativo delle foibe perché tra i relatori c'era l'europarlamentare di Forza Nuova, Roberto Fiore. È giusta, è democratica, questa così sfacciata disparità? La democrazia ha due possibilità, di essere inclusiva o no, ma da ambo i lati: o non concede a nessuno il permesso di celebrare all'Università convegni che con l'Università non c'entrano e con la politica e gli estremismi sì, o lo si concede a entrambi. Seconda cosa, molti giornali parlavano ieri di un raid fascista; le interpretazioni divergono, ma se permettete il punto di vista meno fazioso e più arbitrale è quello di chi rappresenta lo Stato. Bene, il rapporto della Digos, fondato anche su una documentazione fotografica, dice il contrario di quel che hanno scritto i giornali: hanno cominciato gli estremisti di sinistra, spiegano loro stessi che tutto è cominciato quando si sono avvicinati dei bestioni con la testa rasata. Come dire, uno che è etnicamente neo-nazi, va menato perché prevenire è meglio che curare. Fino a prova contraria, l'unico cimelio che i giornali hanno pubblicato era la foto dell'auto dei camerati sfasciata presumo non da loro stessi. Voi capite come nasce poi la convinzione degli estremisti di destra di essere figli di un dio minore, anzi del diavolo; li regalate voi al demonio, se non hanno diritto di parola, se hanno il dovere di essere pestati, se hanno il diritto di essere linciati sulla stampa. Aggiungo un'ov vietà: non ci sono dubbi che tra gli estremisti di destra ci siano violenti e imbecilli. Per loro, diceva Giorgio Almirante, ci vuole il doppio della pena, perché criminali e perché tradiscono l'idea di ordine che fa parte del Dna di destra. E invece, la via proposta da Alemanno da dedicare ad Almirante, insieme a Craxi, Fanfani e Berlinguer, sarebbe sciagurata, perché, come si diceva all'epoca, Almirante sotto il doppiopetto conserva il manganello, è protettore degli estremisti ed è stato da giovane fascista e pure razzista. Con questa logica, anche Fanfani fu fascista e razzista ed era già professore universitario. Ma Fanfani, come Craxi, Almirante, e per altre ragioni pure Berlinguer, meriterebbe una via, come del resto l'hanno già Togliatti, La Malfa e altri minori. Ma come, abbiamo vie dedicate a Stalin e Lenin, e non possiamo permetterci una piazza Almirante, lui che le gremiva con la forza delle parole e non dei manganelli? Se dovessimo epurare le vie di chi ha espresso opinioni antisemite, perché di questo si tratta, dovremmo cancellare dalla memoria grandi scrittori, poeti e scienziati. Pure i grandi hanno sbagliato. Un conto è intitolare la via a un massacratore di ebrei, un'altra a una persona che ha fatto cento cose significative, ma ha scritto qualcosa di cui vergognarsi (e Almirante si vergognò, pubblicamente e più volte, molto prima di Fini). Né si può giudicare la sciagurata difesa dell'epurazione razziale alla luce del successivo sterminio. E Almirante, come tanti, quando seppe della Shoah, cambiò la sua giovanile opinione. Così riconoscerete che Togliatti, ad esempio, fu complice non solo di epurazioni, ma di veri massacri nell'Urss, anche di italiani. E non se ne pentì mai, come fece invece Almirante. Ma nessuno si sogna di revocare le vie a lui dedicate. Torno all'aria brutta che tira per dire due cose. La prima è che c'è un rischio vero di ritorno all'estremismo ed è collegato alla scomparsa dal Parlamento dei comunisti e di ogni rappresentanza delle ali estreme. Non sottovalutiamolo. Ma le minacce, permettetemi, vengono più da sinistra. Anche perché, se ragioniamo col cervello e non col pugno chiuso, è più facile che monti il risentimento di estrema sinistra verso un governo di centro-destra e le sue scelte, piuttosto che il contrario. Seconda cosa: posso fare una proposta indecente? Basta con questi convegni politici e rivendicativi sulle foibe, e basta con l'uso politico della Shoah, basta con questa competizione tra stermini e questa contabilità di vittime. La prima cosa che hanno chiesto dopo l'elezione di Alemanno è stato di confermare i viaggi ad Auschwitz delle scolaresche; e subito gli altri hanno proposto gite compensative alle foibe. Finiamola, per favore. Per rispetto di quelle tragedie, innanzitutto. Per overdose di celebrazioni d'eventi, ormai lontani nel tempo, giornate mnemoniche che producono l'effetto opposto, odio e amnesia. Per carità di storia, perché non si può vivere di rancori e non si può ridurre la storia a un immenso sterminio; la storia è varia, i ragazzi devono fare gite d'istru zione per l'arte, la civiltà e non solo sulle montagne di cadaveri. Perché così facendo allontanate inorriditi i ragazzi che deducono: se la storia è solo sterminio, la memoria è solo dolore, allora meglio la piacevole ignoranza e l'attac camento rozzo al presente. Usciamo dal '900, ragazzi, abbracciando il futuro ma anche i secoli che lo precedono, perché le nostre origini, grazie a Dio, non risalgono a svastiche e falci e martelli. Il Novecento è finito, andate in pace.
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