Olanda, Eurabia arrestato il vignettista Gregorius Nekschot per vignette sull'Islam
Testata: L'Opinione Data: 20 maggio 2008 Pagina: 1 Autore: Giorgio De Neri Titolo: «A “Islamstadam” arrestato il vignettista politically scorrect»
Da L' OPINIONE del 20 maggio 2008:
Un nuovo record di islamically correct è stato battuto dalle istituzioni dell’Olanda, la patria del malcapitato regista Theo Van Gogh. La polizia olandese ha arrestato su mandato di un giudice il noto vignettista Gregorius Nekschot per alcune vignette ritenute offensive nei confronti dell’Islam. E questo lo ha fatto persino con l’avallo del direttore di uno dei giornali con cui collabora. E su denuncia di una sorta di fiancheggiatore dell’estremismo islamico nei Paesi Bassi, un certo Abdul Jabbar van de Ven, un olandese convertito alla religione mussulmana. Il convertito, da par suo, in tempi recenti ha invocato la morte per il regista di “Fitna”, Geert Wilders, in quel caso senza scatenare lo sdegno delle istituzioni olandesi. Notare bene: la denuncia contro le sue vignette è risalente addirittura al 2005. Ciò nonostante l’uomo è stato prelevato dalla propria abitazione nel cuore della notte, alla stregua di un rapinatore o di un terrorista, minacciato da un ufficiale di polizia e incarcerato. Ciliegina sulla torta: il magistrato che ha chiesto l’incarcerazione di Nekshot, Paul Velleman, è anche colui che decise, nel 2005, di non intervenire contro i libri venduti e contro le prediche, da molti sentite, di una moschea integralista di Amsterdam, in cui si affermava la possibilità di uccidere gli omosessuali. Neanche a dirlo, oltre agli estremisti islamici che esaltano il terrorismo suicida, altre “vittime” della satira pungente di Gregorius Nekschot, uno pseudonimo che copre la reale identità del vignettista (ma non per i suoi nemici, evidentemente) sono da sempre i no-global della sinistra antagonista olandese che poi sono sempre in fila insieme agli islamici estremisti quando c’è da bruciare qualche bandiera Usa o di Israele durante le sommosse di piazza. Tanto che il vignettista aveva coniato il nomignolo di “Islamstadam” per appellare la capitale del proprio ingrato paese.
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