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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio - La Repubblica - Liberazione Rassegna Stampa
16.05.2008 A Cannes un film israeliano su Sabra e Chatila
subito arrivano le strumentalizzazioni

Testata:Il Foglio - La Repubblica - Liberazione
Autore: Mariarosa Mancuso - Natalia Aspesi -roro
Titolo: «WALTZ WITH BASHIR - La storia «rimossa» I panni sporchi si lavano a Cannes -La strage di Sabra e Chatila commuove tutti il fumetto-choc -«Solo con l’animazioneposso ricordare l’orroredi Sabra e Shatila»»
Al Festival di Cannes è stato presentato un film israeliano sulla guerra del Libano del 1982 e sulla strage di Sabra e Chatila, compiuta dai falangisti cristiani.

Numerose, tra le recensioni pubblicate dai giornali italiani il 16 maggio 2008, le distorsioni e le strumentalizzazioni.

Fa eccezione la recensione di Mariarosa Mancuso, pubblicata dal FOGLIO .

Il passaparola (prima della proiezione) lo dava come possibile Palma d’Oro: era considerato un film israeliano di denuncia, sul massacro di Sabra e Chatila. Il passaparola (dopo la proiezione) ha sistemato il regista nella categoria “gli israeliani che ci piacciono”, perché criticano qualunque governo abbia governato Israele nei sessant’anni della sua esistenza. Non fatevi fuorviare: “Waltz with Bashir” è uno straordinario film sulla memoria. Individuale, prima che collettiva. Quel tipo di memoria che, quando ti mostrano un fotomontaggio di una tua foto con un luna park sullo sfondo, dicendoti che sei tu da bambino, prima o poi cominci a raccontare che gusto di gelato hai mangiato quel giorno. Disegnato benissimo e totalmente autobiografico, prende spunto dall’unico ricordo che il regista conserva di quando era giovane soldato durante la prima guerra del Libano. Tre ragazzi che si bagnano in mare, tra i palazzi distrutti. Per memoria collettiva, come Ari Folman fa scrivere sulle note per la stampa: “La piena responsabilità del massacro ricade sui falangisti cristiani”. Lo fecero per vendetta dopo l’assassino del presidente Bashir Gemayel. Da qui viene il titolo. Finale con le foto dei cadaveri, discutibile e inutile.


Per Natalia Aspesi di REPUBBLICA  l'esercito israeliano

 voltò lo sguardo mentre a pochi metri di distanza, le milizie cristiane maronite, alleate di Israele, per vendicarsi dell´assassinio di uno dei loro, il presidente del Libano Bashir Gemayel, entrarono nel miserabile campo palestinese, torturando con estrema ferocia e massacrando più di 1500 innocenti.

Per LIBERAZIONE scopo del film è:

raccontare quali rotture della memoria quelle azioni sanguinarie hanno provocato nei giovani soldati israeliani che parteciparono - seppure indirettamente, è la tesi del film - a quell'azione.

Una responsabilità diretta dei soldati israeliani in realtà è esclusa dalla storia, non dal regista del film

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