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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa-Il Foglio Rassegna Stampa
03.05.2008 Bandiera d'Israele: a Torino si può bruciare ma non esporre
L'opinione di Elie Wiesel e un richiamo al questore della città

Testata:La Stampa-Il Foglio
Autore: Maurizio Molinari-La direzione
Titolo: «Perchè nessuno ha regaito all'odio contro Israele ?- La bandiera bruciata»

Quanta retorica sulla Torino < città laboratorio > nel corso degli anni, tutti presi a lodarne le qualità e la natura democratica. Eppure oggi è l'unica città d'Italia dove un questore permette che in un corteo per il 1° Maggio si brucino le bandiere di Israele e degli Usa, non trovandovi nulla di strano. Così come è stato possibile che accadesse nella piazza più importante della città, Piazza San Carlo, dove nessuno del partecipanti al corteo ha sentito il dovere di impedire quella vergognosa sceneggiata. A Torino, quindi, si possono fare cortei nel quali si esalta la violenza in totale legittimità. Sventolare la bandiera di Israele in occasione dell'apertura della Fiera del Libro invece va contro l'ordine pubblico, è una provocazione.

Riportiamo l'opinione di Elie Wiesel, nell'intervista di Maurizio Molinari sulla STAMPA di oggi, 03/05/2008, a pag.15., titolo  " Perchè nessuno ha regaito all'odio contro Israele ? ".Segue l'editoriale del FOGLIO sul medesimo argomento.

Chi brucia le bandiere sparge odio, porta a bruciare i libri ed a legittimare chi brucia le persone, offende i simboli di popoli e fedi dovrebbe essere proibito per legge». Elie Wiesel è scosso di fronte alle immagini delle bandiere di Israele e degli Usa bruciate a Torino. «Una città che conosco e che apprezzo» sottolinea il premio Nobel per la Pace e testimone della Shoà.
Cosa ha pensato di fronte alle immagini di Torino?
«Ad una fiammata di odio che ferisce una città importante, storica, dell’Italia come è Torino».
Che tipo di odio è?
«E’ odio contro il prossimo. Chi brucia le bandiere di Israele o degli Usa, come chi boicotta la Fiera del Libro perché ospite è lo Stato Ebraico, esprime un’intolleranza contro i simboli dell’identità del proprio prossimo. Di altri cittadini ed altre nazioni. E’ un’intolleranza violenta che deve essere confrontata, respinta, sconfitta. Con il contributo di tutti. E’ compito di ognuno reagire all’odio».
Come?
«Bisogna rispettare i simboli di Stati, popoli, fedi. E’ la base stessa della convivenza umana. Servono leggi per punire chi offende questi simboli perché con tali gesti si delegittimano culture, esseri umani, aprendo le porte a crimini più orrendi. Dovrebbe essere vietato per legge in Italia di bruciare le bandiere di altre nazioni come di offendere i simboli di qualsiasi popolo o fede. Ma forse è già così? Davvero non ci sono leggi capaci di proibire tali dimostrazioni di odio? Mi sembra difficile da credere».
Perché pone il problema della carenza di leggi...
«Mi ha sorpreso che nessuno sia intervenuto, la polizia, il servizio d’ordine del corteo. Come è possibile che nel mezzo di una piazza di una delle maggiori città d’Italia si possa manifestare l’odio verso il prossimo senza che nessuno intervenga per impedire lo scempio? Se grave è la responsabilità di chi commette questi atti odiosi, grande è la responsabilità di chi deve intervenire per impedirli».
Cos’altro fare per rispondere a chi brucia le bandiere?
«La risposta più bella della città di Torino potrebbe venire dalle aule delle sue scuole».
Perché?
«L’educazione è il migliore antidoto contro l’intolleranza. Servono lezioni sulla Storia contemporanea, sui crimini che sono stati commessi nel Novecento, affinché le nuove generazioni sappiano quali sono le conseguenze quando si brucia un libro, si brucia un simbolo, si odia un essere umano come un popolo intero. Ho visto le immagini di Torino, mi ha colpito che erano in pochi a compiere l’atto fisico di bruciare le bandiere mentre tanti erano lì a osservare passivi, e vi erano anche dei giovani. La passività legittima il portatore di odio. Serve più impegno nell’educazione delle nuove generazioni».
Negli Anni 30 erano i nazifascisti a bruciare i libri ebraici, oggi è l’estrema sinistra bruciare le bandiere di Israele...
«Ogni uomo ha la terribile capacità di esprimere odio. Può essere di destra, di sinistra o di centro o di qualsiasi fede, origine, provenienza. Per evitare che ciò avvenga bisogna studiare, conoscere quali orrende conseguenze tale odio può scatenare, su tutti».

Editoriale del FOGLIO: "La bandiera bruciata": Adesso proibire di esporre il magen David è ancora più odioso.


Durante la celebrazione della festa del lavoro a Torino i militanti dei cosiddetti centri sociali hanno bruciato la bandiera di Israele. Lo hanno fatto in pubblico, davanti alle telecamere, sicuri dell’impunità garantita a odiosi gesti di questa natura. Le solerti autorità di pubblica sicurezza della capitate prealpina probabilmente non hanno ravvisato alcun pericolo di turbativa dell’ordine pubblico in queste azioni che esprimono e sollecitano odio. Quello che le preoccupa è che qualche cittadino torinese, magari persino qualche superstite della comunità che fu di Leone Ginzburg e di Vittorio Foa, voglia ricordare la fondazione dello stato ebraico, in occasione dell’inaugurazione della Fiera del libro dedicata alla letteratura israeliana, salutandoGiorgio Napolitano con lo sventolio di qualche bandiera con il magen David, la stella di Davide. Ora che la bandiera israeliana è stata pubblicamente oltraggiata, seppure da un gruppo di fanatici utraminoritario, proibire di esporla diventa un’oggettiva approvazione, o almeno una vergognosa tolleranza, di quel gesto. Se qualcuno vorrà esercitare la disobbedienza civile contro quell’incomprensibile (o forse troppo comprensibile) divieto, ne avrà diritto almeno dal punto di vista morale. Naturalmente sarebbe meglio se il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, volesse concludere il suo mandato con un atto di responsabilità civile, cancellando un divieto ingiustificato e oggi ancor meno giustificabile.C'è ancora tempo.

Durante la celebrazione della festa del lavoro a Torino i militanti dei cosiddetti centri sociali hanno bruciato la bandiera di Israele. Lo hanno fatto in pubblico, davanti alle telecamere, sicuri dell’impunità garantita a odiosi gesti di questa natura. Le solerti autorità di pubblica sicurezza della capitate prealpina probabilmente non hanno ravvisato alcun pericolo di turbativa dell’ordine pubblico in queste azioni che esprimono e sollecitano odio. Quello che le preoccupa è che qualche cittadino torinese, magari persino qualche superstite della comunità che fu di Leone Ginzburg e di Vittorio Foa, voglia ricordare la fondazione dello stato ebraico, in occasione dell’inaugurazione della Fiera del libro dedicata alla letteratura israeliana, salutandoGiorgio Napolitano con lo sventolio di qualche bandiera con il magen David, la stella di Davide. Ora che la bandiera israeliana è stata pubblicamente oltraggiata, seppure da un gruppo di fanatici utraminoritario, proibire di esporla diventa un’oggettiva approvazione, o almeno una vergognosa tolleranza, di quel gesto. Se qualcuno vorrà esercitare la disobbedienza civile contro quell’incomprensibile (o forse troppo comprensibile) divieto, ne avrà diritto almeno dal punto di vista morale. Naturalmente sarebbe meglio se il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, volesse concludere il suo mandato con un atto di responsabilità civile, cancellando un divieto ingiustificato e oggi ancor meno giustificabile.C'è ancora tempo.

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