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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio - Il Riformista Rassegna Stampa
01.05.2008 Le bandiere di Israele in viaggio verso Torino
contro l'antisemitismo, nonostante un divieto ingiusto

Testata:Il Foglio - Il Riformista
Autore: la redazione
Titolo: «La bandiera con la stella di David - Porteremo noi la bandiera di Israele a Torino»
Dal FOGLIO del 1 maggio 2008,un editoriale:

Le autorità di pubblica sicurezza torinesi hanno vietato ai cittadini amici di Israele di salutare l’arrivo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’inaugurazione della Fiera del libro, dedicata alla letteratura dello stato ebraico, sventolando le bandiere con la stella di Davide. L’argomento addotto è che, siccome erano annunciate manifestazioni ostili, è parso opportuno vietare ogni tipo di raduno. Si tratta di una spiegazione peggio che pilatesca. Israele è un paese democratico e amico che celebra il sessantesimo anniversario della sua fondazione, decretata dall’Assemblea delle Nazioni Unite. La decisione della Fiera del libro torinese di ricordare questa ricorrenza con una rassegna della letteratura israeliana è stata contestata da estremisti vanitosi ed esibizionisti come Gianni Vattimo, ma non per questo cessa di essere una decisione istituzionale, legittima e, per giunta, giustamente onorata dal presidente Napolitano che ha deciso di inaugurarla personalmente. Però chi apprezza questa scelta e intende esprimerlo pubblicamente, festeggiando insieme al capo dello stato l’anniversario di Israele viene trattato come un perturbatore dell’ordine pubblico. Non risulta che i responsabili dell’ordine abbiano mai impedito le manifestazioni, purtroppo numerose, nelle quali la bandiera di Israele veniva dileggiata e data alle fiamme. Insomma pare che quella bandiera in Italia si possa impunemente bruciare, mentre esporla è considerato un attentato all’ordine pubblico, una sorta di provocazione. Perché i funzionari di uno stato democratico si comporatano così? Perché contraddicono persino il significato evidente della presenza del capo dello stato? Non per antisemitismo, ma per amore del quieto vivere, il che, in un certo senso, è anche peggio. E’ la traduzione in termini burocratici e provinciali della tesi secondo cui “se non ci fosse Israele ci sarebbero meno problemi”. E’ l’accettazione supina del ricatto degli estremisti, che non riescono a convincere quasi nessuno delle loro tesi deliranti, ma che con le minacce e le agitazioni inconsulte fanno prevalere la logica pavida del quieto vivere sulla dignità e sulla responsabilità. Impedire di sventolare la bandiera di Israele a cittadini pacifici è un modo per non riconoscere fino in fondo il diritto di quello stato a esistere, a essere rispettato e amato. Possibile che un sottile intellettuale come Giuliano Amato non lo capisca?

Dalla prima pagina del RIFORMISTA :

Porteremo noi a Torino la bandiera di Israele che il prefetto ha vietato. Il Riformista uscirà l’8 maggio incartato dalla bandiera con la stella di David, in occasione dell’apertura della Fiera del libro di Torino dedicata a Israele, e per festeggiare i sessant’anni della nascita dello stato ebraico. Avevamo già preso questa decisione per ricordare il sessantesimo di Israele. Ma è tanto più giusto e necessario farlo adesso, dopo la decisione del prefetto di Torino che, vietando i cortei organizzati contro Israele, ha anche vietato le bandiere israeliane che l’associazione «Appuntamento a Gerusalemme» voleva esporre nel corso di un presidio, per salutare la presenza alla Fiera del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Noi comprendiamo il dovere del rappresentante del governo di mantenere l'ordine pubblico, che rischia di essere turbato da chi pretende con la sua intolleranza di impedire una manifestazione di cultura, in cui si parla di libri e di idee. Ma considerare la bandiera di Israele, e cioè il simbolo di uno stato sovrano e amico dell'Italia, come una potenziale provocazione politica, è quanto meno assurdo, per non dire altro; ed è un triste segno di tempi in cui l'antisemitismo riaffiorante comincia a far paura anche a chi antisemita non è. Chi dunque, vorrà esporre quella bandiera, l'8 maggio a Torino, potrà farlo: sarà la copertina del Riformista

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lettere@ilfoglio.it
info@ilriformista.it

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