Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Cosa è davvero avvenuto a Beit Hanoun ? rassegna di quotidiani
Testata:Corriere della Sera - La Repubblica - Il Messaggero - L'Unità - Avvenire - Il Giornale - Libero - Il Manifesto Autore: Davide Frattini - Fabio Scuto - Eric Salerno - Umberto De Giovannageli - Barbara Uglietti - la redazione - Michele Giorgio Titolo: «Fuoco israeliano su Gaza Strage di bimbi palestinesi - Gaza, un tank israeliano fa fuoco uccisi in casa una madre e 4 figli - Israele accusa l'Unifil, copre gli Hezbollah - Raid israeliano, a Gaza uccisi madre e 4 figli»
Nella Striscia una catastrofe, gli Usa fermino Israele - Raid israeliano, a Gaza uccisi madre e 4 figli - Gaza, quattro bambini e la madre uccisi da una cannonata israeliana - Missile su Gaza, uccisi 4 bambini - Strage di bimbi a Gaza. Israele: colpa di Hamas
Per una corretta informazione sui fatti di Beit Hanoun, riportiamo l'articolo di Davide Frattini dal CORRIERE della SERA. Vi sono riportati i risultati dell'inchiesta israeliana sull'accaduto. La tesi israeliana non è sostenuta dal giornalista, ma nemmeno viene screditata a priori.
GERUSALEMME — Miyasar stava preparando la colazione per lei e i bambini. L'esplosione ha distrutto la casa, due stanze nel villaggio di Beit Hanoun, prima linea degli scontri tra israeliani e palestinesi. Il bimbo più piccolo, quindici mesi, è morto in braccio alla madre, gli altri tre fratellini (il più grande aveva sei anni) dilaniati attorno al tavolo, la donna ha resistito solo fino all'ospedale. «Un proiettile d'artiglieria israeliano ha centrato la casa e sfondato il tetto», dice Ibrahim, un parente. L'esercito ammette di aver condotto un'operazione nel nord della Striscia di Gaza, sostiene che lo scoppio è stato causato dalle cariche trasportate dai militanti: «Abbiamo bersagliato un gruppo con dei borsoni, dagli elicotteri non con l'artiglieria. Il missile ha fatto saltare la grande quantità di esplosivo che portavano». I palestinesi fanno notare che la casa è a quattrocento metri dal punto dove il razzo è stato sparato. Nell'attacco sono morti anche i due estremisti e un passante. Omar stava guidando il trattore nei campi attorno al villaggio, quando il terreno ha tremato. «La gente gridava. Ho sentito urlare che un proiettile era caduto nella strada vicina». «Hanno spazzato via la mia famiglia», dice Ahmad Abu Meataq, mentre si muove tra le rovine: una scarpa bianca da bambino è coperta di sabbia, un seggiolino verde è rimasto vuoto. Ehud Barak, ministro della Difesa israeliano, accusa Hamas. «E' responsabile di tutte le vittime, perché gli estremisti lanciano i Qassam nascondendosi tra i palazzi dei villaggi, in mezzo ai civili». Ai funerali, Nizar Rian, tra i leader del movimento fondamentalista, promette di continuare a combattere fino a quando le città israeliane di Jaffa, Ashkelon e Tel Aviv «non saranno liberate e i musulmani non torneranno a pregare nelle moschee di quei luoghi che ci hanno portato via». Beit Hanoun, vicino al confine, è usata dai gruppi palestinesi come base di lancio per i razzi. Ieri diciotto Qassam sono stati sparati verso le città dall'altra parte della barriera. Il ping pong della morte si è intensificato, mentre i mediatori egiziani stanno negoziando una tregua. Hamas è disposta a un cessate il fuoco di sei mesi, vuole ottenere che il governo di Ehud Olmert tolga l'embargo economico e riapra i valichi verso la Striscia. «Israele tenta di distruggere gli sforzi internazionali per far terminare l'assedio», commenta Ismail Haniyeh, il premier deposto dal presidente Abu Mazen. I generali israeliani sono contrari a una tregua. Hamas — spiegano dall'esercito — ha subito perdite in questi mesi e pensa di approfittare della calma per riarmarsi. Olmert è disposto a fermare le operazioni militari, se cessano i lanci di Qassam. In Cisgiordania, un tribunale militare ha condannato a morte un soldato palestinese accusato di aver passato informazioni agli israeliani: quattro militanti sono stati uccisi in un raid basato sulle notizie date dall'uomo. L'ultima esecuzione di un informatore, decisa dai giudici, era stata sette anni fa. Abu Mazen deve approvare o respingere la pena capitale. «Non credo che la pace con Israele significhi accettare spie che lavorano per loro», commenta Nimr Hamad, uno dei consiglieri del presidente.
Fabio Scuto su La REPUBBLICA squalifica la versione israeliana dell'accaduto, definendola "di routine":
GERUSALEMME - La morte in casa della famiglia Abu Mateq è arrivata all´ora della prima colazione. Musaab di un anno, Salah di 4, Hana di 5, Rudeina di 6 erano seduti in cucina insieme alla madre quando un proiettile sparato da un tank israeliano ha centrato la loro casa a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, distruggendola. I ragazzini sono morti all´istante, la madre ferita a morte è spirata poco dopo nell´ospedale. Con loro la mattinata di sangue a Gaza ha portato a sette il bilancio dei morti negli scontri scoppiati dopo l´arrivo dei tank dell´esercito israeliano. Stando a quanto raccontato dai testimoni dell´accaduto, il colpo esploso dal carro armato contro la casa degli Abu Mateq era diretto ad un militante della Jihad Islamica che aveva appena sparato un missile anti-carro ed è stato anche lui ucciso. Un altro miliziano, appartenente a Hamas, è stato ucciso da un razzo lanciato da un elicottero che copriva l´avanzata delle truppe israeliane. L´attacco è stato denunciato dal presidente palestinese Abu Mazen. «Questa aggressione non aiuta gli sforzi per riconquistare la stabilità e ostacola il processo di pace». Hamas ha invece lanciato un appello a tutti i movimenti armati palestinesi affinché vendichino l´attacco israeliano. Il duro appello, trasmesso dalla tv del movimento islamico Al Aqsa, rischia di compromettere le speranze di tregua legate ad un piano presentato dalle autorità egiziane che le milizie palestinesi avevano già accettato, ma che finora era stato respinto da Israele. «Noi chiediamo alle milizie di Hamas e a tutte le fazioni di rispondere a questo massacro e di essere pronte a difendere il popolo palestinese», ha poi detto in una conferenza stampa a Gaza Abu Zuhri, portavoce di Hamas. L´occupazione israeliana si deve ora preparare a pagare il prezzo del massacro compiuto contro le donne e contro i bambini». Già ieri sera erano una decina i missili Qassam sparati verso le città israeliane che confinano con la Striscia. Di routine la versione israeliana dell´accaduto. Una portavoce dell´esercito ha riferito che i soldati sono entrati a Beit Hanoun nell´ambito di un´operazione contro i continui lanci di missili Qassam verso Israele e i colpi sparati da cecchini. Dello stesso avviso il ministro della Difesa Ehud Barak: «Hamas lancia operazioni armate contro Israele dall´interno delle proprie città e quindi è anche responsabile delle vittime che tali operazioni possono provocare fra la popolazione civile palestinese». L´unica buona notizia da Gaza viene dall´Urnwa. L´Agenzia dell´Onu per i profughi palestinesi riprenderà oggi la distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia sospesa giovedì scorso per mancanza di carburante dovuta al blocco israeliano. Un milione di palestinesi dipendono per la loro sopravvivenza esclusivamente da questi aiuti. «Siamo riusciti a recuperare 55.000 litri di carburante che ci consentiranno di lavorare per cinque giorni», ha annunciato un portavoce dell´Unrwa, ma si tratta comunque di una «soluzione provvisoria che non offre alcuna garanzia sul prossimo futuro».
Scetticismo verso la versione israeliana è ostentato anche da Eric Salerno sul MESSAGGERO.
Umberto De Giovannangeli su L'UNITA' sintetizza così la sua versione dei fatti, nelle prime righe del suo articolo:
Un carro armato israeliano apre il fuoco contro un’abitazione civile dove una famiglia stava facendo colazione.
Sul quotidiano completa lòa disinformazione un'intervista a John Dugard, già "inviato speciale della Nazioni unite per i diritti umani nei Territori palestinesi". In altri termini un uomo di Siria, Libia e Iran, i paesi che hanno in appalto la "difesa dei diritti umani" all'Onu. Duggard ripete le grottesche accuse a Israele, che sotto i continui lanci di razzi kassam continua a inviare beni di prima necessità a Gaza (assaliti dai terroristi di Hamas: la notizia è di ieri: perché u.d.g. non vi fa cenno ?), ma che viene egualmente ritenuta responsabile del disastro economico (no umanitario, dato che le agenzie internazionali distribuscono aiuti) di Gaza
Anche per Barbara Uglietti su AVVENIRE
Un carro armato israeliano ha aperto il fuoco ieri mattina contro una casa palestinese a Beit Hanun, nel nord della Striscia di Gaza, mentre una famiglia intera, gli Abu Motiq, stava facendo colazione.
Il GIORNALE non riporta le ultime precisazioni israeliane sull'accaduto, mentre LIBERO lo accosta alla tregua cui si dicevano pronte le milizie palestinesi di Gaza asserendo in modo del tutto improprio che "una cannonata israeliana rischia di far saltare anche quella flebile speranza". Ricordiamo che le operazioni militari israeliane avvengono in risposta agli attacchi delle "milizie"
Per Michele Giorgio del MANIFESTO le accuse di Israele ad Hamas sono solo cinismo, nemmeno da prendere in considerazione. I fatti non contano, la sentenza contro Israele per il quotidiano comunista è già scritta.
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