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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.04.2008 Celebrano il 25 aprile, odiano Israele e ignorano la storia
insultata la Brigata ebraica a Roma

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 aprile 2008
Pagina: 5
Autore: Paolo Brogi
Titolo: «Corteo, contestati la brigata ebraica e i fratelli Terracina»

Corteo, contestati la brigata ebraica e i fratelli Terracina

Questo il titolo sul CORRIERE della SERA di oggi, 26/04/2008, a pag. 5, nella cronaca di Paolo Brogi. Le manifestazioni di ostilità, già verificatesi in altre occasioni a Milano nella medesima ricorrenza, si sono ripetute a Roma. A parte il CORRIERE della SERA e qualche < breve > su pochi quotidiani, la notizia è stata largamente ignorata. Anche nei TG.  A noi sembra grave, soprattutto per la quasi inesistenza di comunicati ufficiali da parte delle Autorità, quelle con la A maiuscola. La demonizzazione di Israele offusca anche la Storia, vince l'ignoranza e il pregiudizio.

Ecco l'articolo:


ROMA — La seconda volta della «Brigata Ebraica» nel corteo del 25 aprile non è andata liscia. Contestata la bandiera con la stella a sei punte, al grido «vergogna, andatevene», proteste isolate ma in un paio di occasioni sfociate però in brevi tafferugli in cui sono rimasti coinvolti superstiti dei campi di sterminio come Piero Terracina e partigiani ebrei come Alberto Terracina. «Che ignoranti, confondono la bandiera della Jewish Brigade con quella di Israele...Non sanno che il Magen David, la stella a sei punte su fondo bianco che poi costituirà la bandiera del futuro Stato di Israele, era l'emblema dei cinquemila ebrei che risalirono l'Italia combattendo il nazifascismo...». C'è amarezza sul volto di Piero Terracina, 80 anni, superstite di Auschwitz, ieri subito dopo lo scontro più prolungato dentro il corteo che a Roma, secondo gli organizzatori, ha raccolto 40 mila partecipanti. A sferrare l'attacco più insistente un paio di manifestanti, una donna sui quarant'anni e un uomo sui cinquanta.
Agitatissimi hanno prima urlato insulti agli ebrei che sfilavano armati di un paio di bandiere con la stella azzurra: «Vergogna, togliete le bandiere, state massacrando la Palestina».
Poi hanno cercato di irrompere nello spezzone, ma sono stati respinti. A difendere le bandiere Alberto Terracina, col bastone su cui si sorregge, all'età di 87 anni, per una caduta a un ginocchio.
«Allora mi sono messo di mezzo io — spiega Piero Terracina —. Alberto è uno che non se le fa cantare. Insomma, poteva degenerare...». Alberto ascolta e sbuffa: «Se non mi fermavano, a quella lì gliela facevo vedere io. Sono venuti dal corteo comunista, mica sanno quei balordi lì che io ero nelle brigate garibaldine.
Sono il cugino di Marco Moscati, il partigiano fucilato alle Ardeatine...». Non si sono fatti intimidire i vecchi reduci e partigiani ebrei che si erano ritrovati a Porta San Paolo insieme a parecchi altri rappresentanti della Comunità Ebraica di Roma. Da Guido Coen a Emanuele di Porto, segretario della Comunità. E poi Misano, Pace, gli Zevi, i Pavoncello, tanti altri. Era la loro seconda volta, dietro quello striscione carico di storia ricordando il «Jewish Infantry Brigade Group», i cinquemila ebrei provenienti da 53 Paesi che contribuirono a liberare l'Italia con l'VIII armata risalendo lungo l'Adriatico. «Li ho invitati io», aveva detto un anno fa con orgoglio Massimo Rendina, il presidente dell'Anpi, quest'anno inchiodato a casa da una convalescenza. Erano sbarcati a Taranto con la stella giallo-oro sul braccio, dietro il vessillo bianco azzurro con la stella di David al centro, guidati dal leggendario Johann Peltz. I tedeschi avevano terrore di cadere loro prigionieri.
I loro morti sono a Piangipane, nel Ravennate. «Quelli che ci offendono non sanno nulla — dice Piero Terracina —, bisognerebbe avere la pazienza di spiegare, peccato che così portano acqua al mulino di chi non vede l'ora di sbarazzarsi davvero della Resistenza...».
Paolo Brogi

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 Sull'argomento pubblichiamo questa nota dal " Velino" :

Roma, 24 apr (Velino) - “Anche quest’anno parteciperemo con orgoglio al corteo del 25 aprile. Sfileremo dietro allo striscione della Brigata ebraica, il gruppo di 5 mila sionisti che, inquadrati nell’esercito britannico, si offrirono volontari per combattere contro i nazi-fascisti”. Lo dichiara Davide Romano, segretario dell’associazione Amici di Israele. “Per prendere parte del corteo della Liberazione insieme agli altri, anche quest’anno, dovremo affidarci alla vigilanza delle forze dell’ordine cui va la nostra gratitudine. In questa occasione – prosegue Romano – avremo l’onore di avere al nostro fianco delle donne coraggiose, che purtroppo sono sotto scorta non solo il 25 aprile, ma tutto l’anno. Da un lato la giornalista, ora parlamentare del Pdl, Fiamma Nirenstein. Una presenza simbolicamente importante soprattutto dal punto di vista politico. Perché il 25 aprile sia finalmente una festa di tutti, senza preclusioni per alcuno dei partiti politici, a parte quelli fascisti. Siamo certi che con la presenza della Brigata ebraica, e di una coraggiosa esponente antifascista del Pdl come Fiamma Nirenstein, il corteo del 25 aprile saprà meglio rappresentare quello che è stata la Liberazione: una storia di tanti (soldati Alleati appartenenti a più di 30 nazioni, e partigiani italiani di tutti i colori politici), uniti nella lotta per la libertà dal nazi-fascismo. Ed è proprio nello spirito del recupero di quella pluralità e fratellanza dei combattenti contro il totalitarismo, che assieme a noi marcerà anche Dounia Ettaib (leader del Dari, donne arabe d’Italia). Anche lei, come Fiamma Nirenstein, costretta a vivere sotto scorta a causa delle continue minacce subite dai fanatici islamici. Non possiamo quindi che ringraziare queste moderne ‘partigiane’ della libertà di pensiero: per aver scelto di marciare con noi e – conclude Romano – per non aver ceduto al ricatto della paura nel giorno della Liberazione”.

 

lettere@corriere.it

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