Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il concerto di Zubin Mehta nel ghetto di Varsavia in ricordo degli ebrei che vi sono morti
Testata: Corriere della Sera Data: 17 aprile 2008 Pagina: 21 Autore: Monica Ricci Sargentini Titolo: «L'omaggio solitario di Mehta agli ebrei morti a Varsavia»
Dal CORRIERe della SERA del 17 aprile 2008:
Le note si sono propagate per la «via della memoria», nell'antico ghetto ebraico di Varsavia verso mezzanotte. Un concerto improvvisato, quello di martedì scorso, che il grande direttore d'orchestra indiano Zubin Mehta ha voluto dedicare alle vittime della rivolta del '43. «Suoniamo per le anime di chi è morto qui — ha detto Mehta —. La nostra priorità è guardare avanti ma anche non dimenticare». Per l'occasione la scelta è caduta sulla Sarabanda di Bach che è stata eseguita davanti al Monumento agli eroi del ghetto dove, poche ore prima, erano risuonate le preghiere per i morti recitate da un migliaio di persone arrivate a Varsavia per commemorare il 65˚ anniversario della rivolta. A guidarle il presidente israeliano Shimon Peres e quello polacco Lech Kaczynski. «La maggioranza dei rivoltosi — ha detto Peres — fu uccisa a sangue freddo. Persero la battaglia ma, dal punto di vista della Storia, non c'è mai stata una vittoria più grande. La vittoria degli uomini sulla bestialità umana, delle anime pure su quelle cadute ». «Un inferno» così Kaczynski ha descritto il ghetto sotto l'occupazione nazista: 4,5 chilometri quadrati in cui furono costretti ad abitare circa 450.000 ebrei. Centinaia di migliaia morirono per le pessime condizioni di vita. Nel 1943 un migliaio di giovani organizzò l'insurrezione armata contro le deportazioni. Nella battaglia finale, iniziata il 19 aprile e durata tre settimane, furono sterminati in 11mila tra uomini, donne e bambini. Il ghetto, poi, venne raso al suolo. «Ci stavano uccidendo — ha raccontato il sopravvissuto Hela Rufeisen, diciottenne al tempo della rivolta —, allora abbiamo deciso di combattere e far loro del male». «Portare la musica tra la gente che si odia» è la massima aspirazione di Mehta, 72 anni il 29 aprile. «Ma non l'ho fatto abbastanza — aveva confessato due anni fa al Corriere —. Devo fare di più per israeliani e palestinesi». Lenire il sangue, la morte, il dolore con un concerto. Il grande direttore che, a 18 anni, lasciò Bombay per Vienna ci ha provato martedì scorso dirigendo la Israel Philharmonic Orchestra all'Opera nazionale di Varsavia, e diffondendo, tra le altre, le sinfonie n.3 e n.5 di Beethoven. Lo aveva già fatto il 29 agosto del 1999 quando si era esibito a Weimar nelle vicinanze del campo di concentramento di Buchenwald con la Bavarian State Orchestra e la Israel Philharmonic Orchestra. Pnina Greenspan aveva 15 anni e nemmeno un parente vivo quando si unì ai rivoltosi nel ghetto. «Il mondo, che allora era indifferente — dice con un filo di voce — oggi dovrebbe ricordare quello che i nazisti hanno fatto». Per rispetto allo sabbath la celebrazione dell'anniversario, che cadrà sabato prossimo, è stata anticipata all'altro ieri. Ma la memoria rimarrà nel tempo.
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