Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Pensare che voleva solo discutere sul futuro di Israele... con chi vuole distruggerla Jimmy Carter non potrà visitare Gaza: rassegna di quotidiani
Testata:La Stampa - L'Unità - Europa - Il Manifesto Autore: Aldo Baquis - Umberto De Giovannangeli - la redazione - Michele Giorgio Titolo: «Israele chiude Gaza a Carter - Israele nega a Carter il visto per incontrare Hamas a Gaza - Carter incontra i vertici di Hamas. Israele boicotta la visita dell’ex presidente Usa - Israele vieta Gaza a Jimmy Carter»
Da La STAMPA del 16 aprile 2008, riportiamo un articolo di Aldo Baquis sul viaggio di Carter in Medio oriente. Il capo terrorista Khaled Meshal è definito "leader politico di Hamas", il rifiuto dei politici israeliani di incontrare Carter è invece un "atteggiamento di chiusura". Tra i commenti della stampa israeliana si cita solo quello del quotidiano di sinistra Ha'haretz. L'obiettivo di Carter è di "fungere da canale di comunicazione fra i protagonisti del Medio Oriente che non si parlano fra di loro: Israele da un lato, Hamas e la Siria dall'altro"; nessun cenno al fatto che due di questi "protagonisti" (Hamas e Siria) vogliono la distruzione dell'altro (Israele) e direttamente o indirettamente lo colpiscono con il terrorismo. Non manca la propaganda "umanitaria" su Gaza: l'obiettivo di Hamas è "abbattere, anche con la forza, la morsa di assedio che da giugno stringe la popolazione". L'intera missione di Carter non è una pericolosa mossa politca che leggitima il terrorismo. L'ex presidente americano è infatti soltanto "lo studente Carter" impegnato in un "complesso viaggio studi". Insomma, dalla prima all'ultima riga l'articolo è costellato di distorsioni, parzialità, incompletezze.
Ecco il testo:
Il permesso è stato richiesto e negato, e la visita finora non si è realizzata. Malgrado la palese delusione per non essere riuscito a entrare nella striscia di Gaza nel corso del suo viaggio-studi mediorientale, l'ex presidente statunitense Jimmy Carter preferisce non polemizzare con le autorità israeliane. La tappa israeliana della missione è stata caratterizzata da nervosismo. Gerusalemme non perdona l'ex presidente per aver accostato la politica di Israele nei Territori all'Apartheid sudafricano e per la sua intenzione di incontrare a Damasco il leader politico di Hamas, Khaled Meshal. A eccezione di Shimon Peres, gli altri dirigenti dello Stato ebraico hanno preferito non ricevere l'ospite ingombrante e indesiderato: un atteggiamento di chiusura severamente criticato dal quotidiano Haaretz. «Per il ruolo da lui avuto nella pace con l'Egitto - ha scritto il giornale - abbiamo verso di lui un debito di riconoscenza. Avremmo dovuto estendergli un trattamento da re, vita natural durante». A Ramallah Carter è stato invece accolto letteralmente a braccia aperte, anche perché il suo primo gesto è stato la deposizione di una corona di fiori sulla tomba di Yasser Arafat: un gesto che il gennaio scorso il presidente George Bush, trovandosi pure nello stesso posto, si era guardato bene dal compiere. Poco dopo Carter ha scambiato altri abbracci con il premier palestinese Salam Fayad e con Nasser a-Shaer, un esponente islamico indipendente che pure nel 2006 fungeva da vice-premier nel primo governo di Hamas guidato da Ismail Haniyeh. Carter ha chiarito di non essere un mediatore. Il suo obiettivo, più modestamente, è di fungere da canale di comunicazione fra i protagonisti del Medio Oriente che non si parlano fra di loro: Israele da un lato, Hamas e la Siria dall'altro. E anche fra le due fazioni palestinesi che ancora oggi si guardano in cagnesco: Hamas e al-Fatah. Nel taccuino di Carter ci sono anche questioni umanitarie (ad esempio uno scambio di prigionieri fra Israele e Hamas) e la speranza di favorire un cessate il fuoco che riporti la calma a Gaza e consenta di riaprirne i valichi. La striscia di Gaza resta una polveriera, e forse anche per questa ragione la presenza di Carter è stata ritenuta inopportuna. I dirigenti di Hamas si dicono decisi ad abbattere, anche con la forza, la morsa di assedio che da giugno stringe la popolazione. Nel settore centrale di Gaza miliziani di Hamas hanno ingaggiato battaglia ieri con reparti militari israeliani: al culmine degli scontri, un tunnel esplosivo è stato fatto brillare accanto a un blindato israeliano. E nel Sinai, secondo i servizi segreti israeliani, miliziani di Hamas potrebbero essere in procinto di assalire turisti israeliani che speravano di concedersi una settimana di relax sul Mar Rosso in occasione delle imminenti vacanze pasquali ebraiche. Anche questi sono elementi che lo studente Carter dovrà annotare nel suo quaderno, in questo complesso viaggio-studi.
Disinformazione analoga a quella di Baquis nell'articolo scritto per L'UNITA' da Umberto De Giovannangeli, che aggiunge di suo i toni accorati e retorici:
«AVREI VOLUTO visitare Gaza, ho chiesto il permesso, ma ho ricevuto risposta negativa»: Striscia sbarrata per Jimmy Carter. È lo stesso ex presidente Usa a rive- larlo. «Forse esiste ancora il modo di aggirare l'ostacolo - ha aggiunto -. Ancora non lo so». Carter, che è in visita nella regione e che è stato accolto in Israele con grande freddezza per sue prese di posizioni ritenute ostili allo Stato ebraico, si è recato a Ramallah dove ha deposto una corona di fiori sulla tomba del «mio caro amico Yasser Arafat» - cosa che il presidente George W. Bush aveva invece evitato di fare - e si è incontrato col premier palestinese, Salam Fayyad. Carter ha affermato che Israele, dopo la conferenza di Annapolis, nel novembre scorso, non ha tenuto fede ai suoi impegni, non ha cessato le costruzioni negli insediamenti ebraici e non ha rimosso nemmeno un posto di blocco in Cisgiordania. A Ramallah Carter ha pure avuto un colloquio con Naser al-Shaer, ex vice premier nel primo governo formato da Hamas dopo la vittoria nelle elezioni del 2006. In precedenza Carter aveva detto che era sua intenzione andare anche a Gaza ma che il permesso gli era stato rifiutato, senza precisare da chi. Fonti al seguito della sua delegazione hanno detto che il rifiuto è stato di Israele, che controlla i valichi di confine con la striscia di Gaza. L' ex presidente e premio Nobel per la pace ha ribadito di essere arrivato nella regione non come negoziatore o mediatore ma semplicemente per comunicare «ai leader degli Stati Uniti» ciò che gli diranno i leader della Siria e di Hamas. Carter ha suscitato l'ira di Israele per il proposito di andare a Damasco per incontrarsi con Khaled Mashal, uno dei massimi leader di Hamas, e per aver pure definito in un suo libro l'occupazione israeliana in Cisgiordania «un sistema di apartheid». In Israele è stato ricevuto dal presidente Shimon Peres ma non dal premier Ehud Olmert, che per questo motivo è stato criticato dal quotidiano Haaretz. Il giornale ha ricordato che 30 anni fa fu Carter a propiziare gli storici accordi di pace con l'Egitto in cui Israele, e tra l'altro si impegnò a garantire «una piena autonomia» ai palestinesi dei Territori. In questi decenni, afferma Haaretz, è stata invece sviluppata la colonizzazione ebraica. «Israele ha già dimenticato quell'impegno - nota il giornale - ma Carter ricorda». Per quegli accordi di pace, conclude Haaretz, Carter si meriterebbe in Israele «un trattamento da re, vita natural durante». La realtà, però. è un’altra. Emblematico è il fatto che Carter non ha beneficiato di alcuna misura protettiva da parte dello Shin Bet (sicurezza interna) quando l’altro ieri mattina l’ex presidente Usa ha voluto visitare la la città israeliana di frontiera di Sderot, spesso oggetto di attacchi di razzi. Fonti statunitensi hanno riferito alla stampa locale che è molto insolito che una personalità del suo rango non venga protetta durante la visita in Israele dalla «security locale». Durante la visita a Sderot Carter ha definito «un crimine» il lancio di razzi da parte dei palestinesi verso la popolazione civile israeliana e ha confermato che cercherà di favorire un cessate il fuoco. Cercherà inoltre di propiziare uno scambio di prigionieri che includa la liberazione di Ghilad Shalit, il soldato ostaggio di Hamas dal 2006. La Casa Bianca dal canto suo ha ribadito l’opposizione al piano dell'ex presidente Usa di incontrare a Damasco, Khaled Meshaal. Carter «non rappresenta gli Stati Uniti in questi incontri e il presidente Bush non approva che abbia conversazioni con Hamas», ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Dana Perino.
E su EUROPA :
L’ex presidente statunitense Jimmy Carter ha incontrato ieri Nasser al-Shaer, uno dei principali esponenti di Hamas. Carter ha incontrato Shaer, che in passato è stato anche vice premier nel governo di unità nazionale palestinese, nella città cisgiordana di Ramallah, seconda tappa di un tour dell’ex capo della Casa Bianca nella regione mediorientale. Quest’incontro e ancora di più quello previsto nei prossimi giorni a Damasco con Khaled Meshaal, capo dell’ufficio politico di Hamas in esilio, sono stati condannati da Israele, che ha negato all’ex inquilino della Casa Bianca il visto per entrare nella Striscia di Gaza. Carter, a Ramallah, ha anche deposto una corona sulla tomba dell’ex presidente dell’Anp Yasser Arafat. Arrivato domenica in Israele, Jimmy Carter, premio Nobel per la pace nel 2002, sta effettuando una missione di nove giorni nella regione, finalizzata a favorire la pace in Medio Oriente.
Sul MANIFESTO Michele Giorgio vuole spiegare a Israele chi siano i suoi veri amici.Davvero una bella pretesa, considerando l'ostilità e la demonizzazione che il quotidiano comunista riserva quotidianamente allo Stato ebraico. Ecco il testo dell'articolo:
Non cessa il boicottaggio del governo Olmert della visita dell'ex presidente americano e premio Nobel per la pace Jimmy Carter, colpevole agli occhi dei dirigenti dello Stato ebraico, ma anche del Dipartimento di stato Usa, di voler aprire un dialogo con Hamas - nei prossimi giorni vedrà a Damasco il capo dell'ufficio politico del movimento islamico, Khaled Mashaal - e di aver descritto con dovizia di particolari, in un suo libro, l'occupazione israeliana dei territori palestinesi «un sistema di apartheid». Israele, ha spiegato di recente Carter, dopo la conferenza di Annapolis dello scorso novembre non ha rispettato i suoi impegni e ha accelerato le costruzioni nelle colonie ebraiche in Cisgiordania. Olmert così ha impedito al protagonista degli accordi di pace tra Israele ed Egitto di andare a Gaza dove Carter avrebbe voluto parlare ai dirigenti locali di Hamas. «Non sono riuscito ad ottenere un permesso per raggiungere Gaza, cosa che avrei desiderato fare. Ho chiesto un'autorizzazione, ma mi è stata negata», ha spiegato l'ex presidente. Il premier israeliano invece riserva un trattamento da grande amico a Silvio Berlusconi, un sostenitore incondizionato delle politiche di Israele verso i palestinesi. Olmert ieri ha telefonato a Berlusconi per congratularsi per la vittoria elettorale e, soprattutto, per invitarlo in Israele. «Il primo ministro Olmert si è congratulato con il signor Berlusconi per la sua vittoria elettorale e lo ha invitato nuovamente a visitare il nostro paese, suggerendogli di venire in occasione delle celebrazioni per il 60esimo anniversario della fondazione di Israele» (previste tra un mese), ha riferito Mark Regev, portavoce del premier israeliano. «Olmert ha espresso» ha aggiunto Regev «il convincimento di poter lavorare in stretta cooperazione e in un continuo dialogo con il futuro premier Berlusconi». E sarà proprio così. Calore e amicizia per il leader della destra italiana (con al suo interno fascisti dichiarati) che per Israele non ha fatto nulla, ed invece ostilità e gelo nei confronti di Carter che pure convinse il presidente egiziano Anwar Sadat a firmare uno storico accordo di pace con Israele. Ad accrescere il risentimento di Olmert è anche la visita effettuata ieri dall'ex capo della Casa Bianca a Ramallah. Carter ha accolto con un caloroso abbraccio Nasser Shaer, il vice premier di Hamas del passato governo di unità nazionale palestinese. E certo a Tel Aviv non hanno gradito la decisione dell'ex presidente Usa di rendere omaggio allo scomparso rais palestinese Yasser Arafat, sulla cui tomba ha deposto una corona di fiori, cosa che George Bush si era rifiutato di fare durante la sua visita all'inizio dell'anno. Tuttavia non tutti in Israele condividono il boicottaggio di Carter. Ieri in un editoriale Haaretz ha sottolineato che Israele non avrebbe dovuto ignorare Jimmy Carter verso il quale ha un debito di riconoscenza. Il giornale non ha escluso che l'idea di Carter di dialogo con tutti sia più utile ed efficace della chiusura verso Hamas portata avanti dal governo. Per la pace tra Israele ed Egitto, ha concluso Haaretz, Carter si meriterebbe «un trattamento da re, vita natural durante».