Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Come si tenta di cancellare la memoria interessante la motivazione
Testata: Corriere della Sera Data: 12 aprile 2008 Pagina: 14 Autore: Danilo Taino Titolo: «Il treno dell'Olocausto boicottato dalle Ferrovie»
Il treno dell'Olocausto boicottato dalle Ferrovie
Questo il titolo della corrispondenza di Danilo Taino da Berlino sul CORRIERE della SERA di oggi, 12/04/2008, a pag.14. La frase del capo delle attuali Ferrovie tedesche, che ha fatto di tutto per boicottare l' iniziativa, ha un sapore casalingo. In Italia, fra i nostri odiatori di Israele, sono in molti che potrebbero farla propria.
Negata la stazione di Berlino. Oggi la protesta
Gli organizzatori: «Posizione indegna, incoraggia l'estrema destra e danneggia la Germania» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — Furono le ferrovie la chiave logistica che permise lo straordinario «successo organizzativo» dell'Olocausto. E furono le stazioni gli unici luoghi in cui i tedeschi poterono vedere, in presa diretta, come funzionava lo sterminio progettato dai nazisti. La Reichsbahn - le ferrovie del Terzo Reich - ebbe cioè una funzione centrale nel trasporto degli ebrei ai campi di concentramento. Qualcosa che vale la pena ricordare. A quanto pare, però, i dirigenti della Deutsche Bahn - il gestore attuale di binari, treni e stazioni non sopportano di parlare di quegli anni. Il Comitato Intern azionale Auschwitz, un'organizzazione con sede a Berlino, aveva pensato fosse solo logico organizzare un Treno della Memoria che portasse in giro per la Germania una mostra dedicata al ruolo delle ferrovie naziste. Quindi, ha organizzato una locomotiva con quattro vagoni pieni di materiale che testimonia la deportazione di un milione e mezzo di bambini e giovani ebrei e rom che, tra il 1940 e il '44, da tutta Europa, Russia compresa, furono avviati ai campi di sterminio. Le ferrovie e il loro presidente, Hartmut Mehdon, avrebbero però fatto di tutto per boicottare l'iniziativa - accusa il Comitato - , fino a negare al treno- mostra l'ingresso nella stazione centrale di Berlino, domani. Tanto che oggi gli organizzatori della mostra viaggiante terranno una manifestazione davanti alla Porta di Brandeburgo, nella capitale, che poi raggiungerà il quartier generale della Deutsche Bahn. Il Treno della memoria è partito lo scorso novembre da Francoforte e ha ormai toccato una trentina di stazioni, dove si è fermato ed è stato visitato da migliaia di persone. E' previsto che, dopo tremila chilometri, arrivi in Polonia, ad Auschwitz, l'8 maggio, anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Europa. Che ci sarebbero state tensioni si è però capito presto. Mehdon, per dire, pare non abbia fatto alcuno sconto agli organizzatori del viaggio commemorativo: chiede che paghino tra i 70 e i centomila euro per l'utilizzo dei binari e per le soste nelle stazioni. Non solo: il Comitato Auschwitz aveva chiesto di fermarsi anche nella nuova Hauptbahnhof di Berlino che guarda gli edifici del Bundestag e della Cancelleria. Permesso negato per la ragione che la locomotiva avrebbe costretto le ferrovie a disinnescare i sistemi di allarme anti- incendio della stazione. A Berlino, solo in periferia. Costernazione degli organizzatori. Il presidente del Comitato Auschwitz, Noach Flug, ha accusato Mehdon e le ferrovie di tenere «una posizione indegna », di danneggiare la reputazione della Germania e di «incoragg iare i gruppi di estrema destra in Europa». Parole di fuoco, che Deutsche Bahn ha respinto sostenendo di non avere mai voluto cancellare le tracce della storia, per quanto orribili. Il fatto è che già nell' ottobre 2006 Mehdon era stato al centro di una polemica simile. Il ministro dei Trasporti, Wolfgang Tiefensee, voleva organizzare una mostra dello stesso genere nelle stazioni tedesche, organizzata in quel caso da Beate Klarsfeld, la famosa casalinga che per anni è stata tra i protagonisti della caccia agli ex nazisti. La mostra - intitolata «Undicimila bambini ebrei: con la Reichsbahn verso la morte» - era già stata vista nelle stazioni francesi con enorme successo, sembrava ovvio fare lo stesso in Germania. Mehdon, però, non diede il permesso, sollevando questioni tecniche e finanziarie. E aggiunse: «Il soggetto è troppo serio perché la gente lo affronti mentre mastica un sandwich o corre per prendere un treno». Danilo Taino
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