Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il nucleare iraniano preoccupa anche Pechino intanto Hamas fa la naja in Iran
Testata:L'Opinione - Il Foglio Autore: Giorgio Bastiani - Daniele Raineri Titolo: «Pechino svela i segreti di Teheran - Hamas fa la naja in Iran»
Da L'OPINIONE del 4 aprile 2008 un articolo sulla preoccupazione cinese per il nucleare iraniano:
Persino la Repubblica Popolare Cinese, da sempre partner della Repubblica Islamica, non crede più nella buona fede di Teheran e probabilmente, oltre ad applicare le sanzioni finanziarie, si è anche decisa a cooperare con gli ispettori internazionali, fornendo loro materiale di intelligence sul programma nucleare. Pechino si trova in una posizione privilegiata dal punto di vista della raccolta di informazioni, perché una parte consistente della tecnologia e del know how iraniani utili all’arricchimento dell’uranio e allo sviluppo dei sistemi missilistici arriva proprio dalla Cina. Inoltre la partnership tra i due regimi è stata sinora molto redditizia per entrambi da un punto di vista economico, visto che i cinesi si riforniscono delle risorse naturali del Golfo. Un primo cambiamento di direzione di Pechino si è registrato il 3 marzo scorso, quando non si è opposto all’approvazione della Risoluzione 1803 che inasprisce le sanzioni finanziarie. Le banche cinesi, da allora, partecipano al boicottaggio della Repubblica Islamica. La disponibilità a fornire materiale di intelligence all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) può essere un ulteriore passo avanti in questa direzione.
A svelare la notizia sono stati due diplomatici che seguono da vicino i lavori dell’Aiea (rimasti nell’anonimato) all’agenzia Associated Press. La notizia non è confermata, ma sarebbe coerente con una tendenza ormai generale a isolare l’Iran, dopo che, nel febbraio scorso, l’Aiea aveva presentato in pubblico materiale veramente scottante. Tra i documenti esposti risultava che il programma di arricchimento dell’uranio (ufficialmente adibito ad uso civile) fosse in realtà connesso con la progettazione dei missili e test di esplosivi ad alto potenziale. Ed è nelle mani dell’Aiea anche un documento di 15 pagine su come adattare le barre di uranio alla forma e alle dimensioni di una testata missilistica. L’intelligence di Pechino potrebbe aiutare a far luce su queste prove, fugando dubbi o confermando il pericolo che il Mossad e il direttore della Cia Michael Hayden denunciano da tempo. Sta di fatto che, ormai, neppure i cinesi sono convinti che il pericolo di un Iran dotato di bombe atomiche sia solo un’invenzione di George W. Bush
Da Il FOGLIO on-line, un articolo sull'addetramento dei terroristi di Hamas in Iran, :
Che Hamas sia armato, addestrato e pagato dall’Iran è cosa stranota da tempo. Ma si trattava pur sempre di bisbigli da intelligence, giochi di ombre, prove indiziarie da secret service in cui sguazzano soltanto gli addetti ai lavori. Ora, grazie al fenomenale articolo di Marie Colvin sul Sunday Times, è lo stesso capo delle brigate guerriere di Hamas, le Ezzedin al Qassam, a dire con orgoglio che è tutto vero. Anzi, Israele e il mondo sottostimano la questione: il gruppo armato spedisce i suoi ad addestrarsi alla guerra in Iran con un programma simile a quello che vige nei paesi Nato. Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno già preparato sette classi di Hamas con corsi che durano fino a sei mesi. Centocinquanta volontari. I migliori di ogni classe restano all’estero più a lungo per diventare istruttori e quando tornano a Gaza passano le conoscenze agli altri. Altri seicentocinquanta volontari stanno facendo scuola di guerra nella vicina Siria. Il tono del comandante di Hamas è da allegro ricordo di naja: un giorno alla settimana ai palestinesi è permesso andare in città a fare shopping, “tornano sempre con ottimi scarponi”. Ma quella iraniana è una scuola per crimini di guerra: “Una delle cose più utili che ci hanno insegnato è come fabbricare esplosivo con gli ingredienti più ordinari che abbiamo qui”, come fare bombe più potenti, come fare razzi più precisi da lanciare contro i civili, come diventare cecchini più efficienti, come imparare a combattere come i primi della classe, i veri cocchi dei pasdaran: i libanesi di Hezbollah. Da quando è stata aperta la scuola di bombe? “Dal 2005, da quando si sono ritirati da Gaza”. La verità del grande confronto in medio oriente sta tutta qui, in questa intervista, da leggere e da credere. Israele apre al processo di pace con i palestinesi e si ritira da Gaza con decisione unilaterale. Il regime di Teheran apre una specie di programma Erasmus canaglia, fomenta le frange più dure e trasforma Gaza nel campo di tiro per i volenterosi studenti di terrorismo.