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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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L'Arena Rassegna Stampa
30.03.2008 A proposito di islam moderato
Una risposta ad Afef Jnifen da Pino Agnetti

Testata: L'Arena
Data: 30 marzo 2008
Pagina: 1
Autore: Pino Agnetti
Titolo: «Dov’è finito l’Islam moderato?»

Questo articolo è uscito oggi, Domenica 30/03/2008, sui quotidiani L'Arena di Verona, Gazzetta di Parma, Brescia Oggi e America Oggi di New York. Lo proponiamo ai nostri lettori:

Caso Allam

Dov’è finito l’Islam moderato?

 

di Pino Agnetti

 

 

La signora Afef Jnifen - per la gente comune semplicemente Afef - non se ne è probabilmente accorta. Ma, accusando Magdi Allam di essere un personaggio (testuale) “diabolico”, interessato solo ad “alimentare i conflitti e infiammare lo scontro di civiltà”, ha tirato una botta tremenda a quanti ancora credono e sperano nell’esistenza del cosiddetto “Islam moderato”.

Sia chiaro. Nessuno ha intenzione di trasformare in un oggetto di culto da venerare e basta l’uomo che, diventando Cristiano di nome e di fatto nella recente veglia pasquale in San Pietro, ha fatto parlare di sé il mondo intero. Impartendogli il battesimo con le proprie stesse mani, Benedetto XVI non si è sfilato l’anello papale per infilarlo al dito dell’ormai ex musulmano più famoso d’Italia. Cioè, non lo ha investito del dogma (per i cattolici) inviolabile dell’infallibilità del Papa. E dunque, scelte religiose personali a parte, Magdi Cristiano Allam è rimasto ciò che era già da prima. Un giornalista. Uno scrittore. Un italiano nato quasi 56 anni fa al Cairo in Egitto, ma poi talmente innamoratosi del nostro Paese, delle sue radici culturali, ideali e valoriali da averci scritto sopra (ben prima della sua tanto discussa conversione) un libro intitolato “Io amo l’Italia”. Sottotitolo non meno importante: “Ma gli italiani amano se stessi?”.

Ecco: qui sta il punto. In qualunque società e in qualunque nazione degne di questo nome, di solito i componenti di quella comunità avvertono – al di là della propria estrazione, delle proprie opinioni individuali e politiche e, se c’è, della propria fede individuale – un senso di comune appartenenza. Che, a sua volta, è fonte di rispetto reciproco. Di apertura al dialogo e al confronto permanenti. Di ricerca e di valorizzazione di ogni possibile base identitaria pur nel rispetto, appunto, del pluralismo che è tipico delle democrazie vere e autenticamente liberali. Dove la libertà religiosa, come la libertà più in generale ad eccezione di quella di attentare alla vita e ai diritti altrui, rappresenta un pilastro intangibile e non negoziabile.

Ebbene, Magdi Cristiano Allam è la prova provata e vivente che questo nostro Paese è ancora un posto in cui esiste la libertà di religione (intesa anche come libertà di lasciarne una per abbracciarne un’altra). La libertà di pensiero (inteso anche come libertà di motivare pubblicamente una scelta tanto radicale). La libertà di critica (intesa anche come libertà di criticare in questo caso il Corano ma – perché no? – pure la Bibbia ). Mentre per la signora Afef Jnifen (si pronuncia Genefen), tunisina di nascita ma anch’ella italiana avendo una madre dotata di nazionalità italiana ed essendosi sposata in seconde nozze con un italiano, tutto ciò equivale a fomentare nuove guerre di religione. Magari, come lascia intendere in un passaggio che fa letteralmente a pugni con l’eleganza del suo passato di top model, al solo scopo di vendere più copie del prossimo libro. Che Allam sta, in effetti, per pubblicare. Anche se, a questo punto, bisognerebbe pure attribuirgli la facoltà, al limite del portentoso, di essere riuscito a mettere il Vaticano al servizio del proprio editore.

Infine, c’è da restare semplicemente a bocca aperta nell’apprendere che il massacro continuo di ebrei e di cristiani denunciato da Allam esisterebbe, sì, ma sarebbe limitato solo a degli sporadici “casi”. Se è dunque così che ragiona e che parla non l’Islam di Bin Laden e di Hamas, ma quello “moderato” e per di più nostrano, siamo davvero a posto. Ma non lamentiamoci più di tanto. Proprio stasera, a Potsdam Germania, una compagnia teatrale metterà per la prima volta in scena i “Versetti Satanici” di Salman Rushdie, già condannato a morte in base a una fatwa (esattamente come lo è e a maggior ragione lo è diventato dopo la sua conversione il “diabolico” Magdi Cristiano Allam). In vista della “prima” di Potsdam un gruppo di musulmani “moderati” tedeschi ha emesso un comunicato per dichiarare che “Anche a teatro la libertà deve avere i suoi confini”. Aspettiamo che gli autori del brillante comunicato, oppure la signora Afef  Jnifen, si facciano sentire forte e chiaro la prossima volta che degli innocenti cadranno sotto i colpi di un terrorista convinto in cuor suo di essere “la mano di Allah”. Ma forse, per l’Islam moderato di ogni lingua e latitudine, questo è davvero troppo.                                                                                                       

 


lettere@larena.it

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