Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Con Israele, senza ambiguità l'esemplare posizione di Angela Merkel, a confronto con alcune "comode" omissioni
Testata:Il Foglio - L'Unità Autore: la redazione Titolo: «L'impegno tedesco per Israele»
Da Il FOGLIO del 20 marzo 2008
Le polemiche della vigilia, la contestazione per il fatto che la rappresentante del governo di Berlino parlasse in tedesco alla Knesset sono state spazzate via dal fermo discorso che Angela Merkel ha pronunciato. Oltre a ripetere la vergogna della Germania per le inaudite sofferenze inflitte al popolo ebraico, il cancelliere tedesco ne ha tratto importanti conseguenze politiche affermata con chiarezza non inficiata da preoccupazioni diplomatiche. Hamas è un’organizzazione terroristica, "gli attacchi terroristici sono crimini", il programma nucleare iraniano e le continue minacce di Teheran a Israele "costituiscono un pericolo per la pace e la sicurezza", quindi è indispensabile impedire che l’Iran entri in possesso di ordigni atomici. In questo modo concreto Angela Merkel interpreta "la responsabilità storica della Germania per la sicurezza di Israele", che riallaccia agli impegni presi dai suoi predecessori e che vuole esplicitamente ribadire nella sua funzione di cancelliere, aggiungendo che "queste all’atto pratico non devono rimanere parole vuote". In una fase nella quale dall’Europa arrivano consigli sconclusionati, come quello di trattare con Hamas, e la continuità dell’impegno americano appare condizionata dall’andamento della campagna elettorale, mentre a Parigi come a Milano si contesta persino la cultura israeliana, la fermezza di Angela Merkel aiuta a fugare i timori di isolamento che assalgono la società israeliana. In particolare l’interpretazione che il cancelliere ha dato del progetto euromediterraneo come di uno strumento per rafforzare i legami dell’Unione europea con Israele rassicura contro i timori di un rapporto privilegiato con i paesi arabi maghrebini. Se la Germania considera la sicurezza di Israele il suo più sacro debito di coscienza, l’Europa non potrà intraprendere strade diverse, come fanno temere le tante scelte demagogiche e filo-arabe del Parlamento di Strasburgo. Forse non è una novità, ma averlo ribadito ora e così solennemente peserà e come.
A questo esemplare articolo del FOGLIO, ci sembra si possa contrapporre la scelta strumentale dell'UNITA' che sotto la testata pubblica le parole di Merkel sulla Shoa, omettendo ogni riferimento a Iran e Hamas